Riccardo

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Chapter 9

Non sapevo cosa mi era preso esattamente. Non avevo baciato Riccardo perché mi piacesse, lo avevo fatto per fare un dispetto a Niccolò, ma non capivo il motivo. Il bacio durò a lungo, era piacevole.
-Sei pazza, Flo?- si staccò lui dopo un po'.
-Perché tu non lo volevi?- chiesi incrociando le braccia.
-Certo. Ma non così in fretta- rise lui è questa volta mi prese sulle sue gambe. Lo guardai e i suoi occhi erano così espressivi. Grigi. Intensi. Riccardo era un bel ragazzo, bravo. La persona a cui puoi dire tutto.
-Cosa guardi?- mi spostò una ciocca di capelli.
-I tuoi occhi Ric- dissi la verità.
-Ti piacciono?- chiese lui.
-Abbastanza-. Mi vennero in mente quelli di Niccolò. Avrei voluto fermarlo prima, e urlagli contro che le sue parole, che i suoi occhi, che il suo profumo, che i suoi sorrisi, che le sue mani  mi mancavano.
Ma me lo trovavo davanti..il mondo andava a puttane e così tutti i miei bei discorsi.
-Ti accompagno a casa, Flo-. Riccardo mi accompagnò a casa. Sull'uscio della porta mi baciò di nuovo ed io temevo Nic questa volta. Avevo paura che potesse guardare. Dopo che Riccardo se ne andò, rimasi in giardino per un po'. La sua macchina era lì, lui era in casa. Non avevo il suo numero, sennò gli avrei detto di scendere. Non avevo il coraggio di suonare alla porta. Così tornai a casa e mi addormentai.
I giorni a seguire furono duri. A scuola Riccardo cercava le mie attenzioni, io cercavo di allontanarlo e Roberta andava dietro a Riccardo. A volte mi sentivo davvero con la coscienza sporca. Roberta adorava Riccardo. Se avesse saputo del bacio, non mi avrebbe più parlato.
-Flo perché mi stai evitando?-. Mi trascinò Riccardo da un braccio fuori scuola.
-Ma che dici Ricky dai-. Risi mentendo.
-Flo non mi hai degnato di uno sguardo da quella sera-. Disse lui con rabbia.
Sapevo che aveva ragione. Si avvicinò e cerco di baciarmi. Ma mi allontanai.
-Non qui Ric-. Sussurrai. Non mi ascoltò e mi baciò lo stesso. Mi staccai velocemente, con la paura che qualcuno potesse vederci.
-Che fai, Riccardo?- dissi toccandomi le labbra.
-Flo proviamoci. Se non va bene, allora andrà bene lo stesso, non negarmi la possibilità di stare con te-. Gli occhi grigi erano puntati su di me. Non provavo amore per Riccardo. Poteva essere una semplice cotta, una cotta passeggera, ma non da starci insieme. Era per ripicca.
Sospirai.
-E va bene. Ma non dire nulla a Roberta. Ci parlerò io-. Dissi puntandogli il dito seria.
-Promesso-. Sorrise.
Prima di darmi un altro bacio sentii un clacson dietro di me.
-Sbrigate, sali-. Era Niccolò.
Lo guardai con aria interrogativa.
-Tuo papà non poteva venirti a prende-. Sbuffò.
Perché non mi poteva accompagnare qualche mia amica? O Riccardo? Chiesi tra me e me.
Salutai Riccardo con un bacio sulla guancia e lo vidi andar via, mentre mi sedetti accanto a Nic in macchina.
Entrai in macchina sbattendo la portiera troppo forte.
-Se me voi rompe 'a macchina, dimmelo-. Mi disse guardandomi. Gli occhiali da sole sempre sul viso, la giacca nera di pelle emanava il suo tipico odore. Questa volta i capelli erano ben aggiustati. Non aveva nessun filo di barba, quella mattina era perfetto. Ancora non era partito.
-Che aspetti?-. Lo guardai.
-La cintura, Flo-.
Sbuffai e misi la cintura.
Partì senza nemmeno guardarmi. Aveva lo sguardo sulla strada e non lo toglieva. Io mi soffermavo a guardare le sue mani.
-Chi era quello?- disse con voce fredda.
-Riccardo, perché?- chiesi io guardandolo.
-Così- alzò le spalle.
-Come sta la tua ragazza invece?- chiesi io.
-Non lo è più-. Disse facendo una curva e fermandosi.
Mi guardò.
-Che stai facendo, Nic?-.
-Non mi piace quel tuo amico-. Si tolse gli occhiali e li mise sopra il cruscotto.
-Nic, dai. Siamo compagni di scuola-.
-Lo sai anche tu che non è così, Flo. Vi siete baciati, porco giuda-. Lasciò andare la mano sullo sterzo.
-Non capisco qual è il problema- incrociai le braccia.
-Perchè tu..- battè di nuovo la mano sullo sterzo.
-Perché io?- urlai.
-Dovresti stare con gente più matura-. Mi guardò.
-Riccardo lo è, Nic. Non è questione di maturità. E comunque a me Riccardo non piace-. Sbuffai.
-Allora perché ce vai a letto?- urlò.
Ed io sospirai dalla rabbia. Florida conta fino a 10.
-Non ci vado a letto Nic, cazzo. Ma che ti dice la testa? Non sono io quello che scompare e lo ritrovo ultra mega famoso, con una fidanzata bellissima e la vita perfetta-. Urlai.
Si rimise gli occhiali.
-Andiamo a casa-. Mise in motore.
-No, Nic. Parliamo una volta per tutte-. Gli tolsi le chiavi.
-Ma che sei matta?-.
-Niccolò, ti prego-. Dissi pregandolo.
-Flo, cosa vuoi che ti dica? Tu non hai capito niente di me, ma proprio niente-.
-Non è vero, Nic-. Lo guardai.
-Flo, tu non capisci. Per quanto questa vita possa essere bella, è difficile. Io ho una vita privata e una vita...- ci pensò prima di dirlo.
-Pubblica?- lo aiutai io.
-Esatto, se è così che si può chiamare. Faccio musica che è la mia vita, e poi ho la vita mia, dove ci siete voi, gli amici e ci sei tu-. Gesticolò togliendosi il giubbotto nonostante il freddo. Si stava scaldando.
Annuì. Capivo cosa intendeva.
-Poi tu hai mandato tutto a puttane-. Sbuffò.
-Che vuol dire?- chiesi prendendo la sua giacca e portandomela sul petto.
-Hai scombussolato il mondo-.
-Nic, non sai parlare?-. Chiesi scocciata.
-Flo, io ti devo proteggere-. Mi guardò.
-Perchè? Non sei il mio body guard Niccolò-.
-Sento di doverlo fare, punto-. Mi guardò e prese le chiavi. Poi sorrise, accorgendosi della giacca e partì, in silenzio.

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Cosa significa per me: l'eleganza delle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora