Raccontami di te

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Chapter 10

Continuavo a tenere stretta la sua giacca e a non guardare la strada. Avevo chiuso gli occhi e mi perdevo nel suo profumo. Non avevo vergogna, mi piace stare lì, sentivo il suo calore, quasi come se non potessi farlo dal vivo. Sentivo che qualche volta si schiariva la gola, non so se era nervoso. Poi si fermò. Eravamo su una lunga distesa di verde, faceva ancora più freddo. Lui scese dalla macchina ed io lo imitai.
teneva la sigaretta accesa tra le labbra. Era bellissimo.  Mi guardò. E poi aspirò.  E ad ogni suo tiro, toglieva a me un po' di respiro.  Era appoggiato alla macchina, come per sfuggire all'inverno, con la mano sinistra in tasca; una nuvola usciva da quelle labbra screpolate, il respiro caldo abbracciava il fumo.  Espirava una dolce malinconia. La luce sfocata di un cielo plumbeo, l'atmosfera soffusa.  Un vento gelido gli sfiorava le guance; guardò in alto, verso il cielo,  gli zigomi alti, occhi semichiusi per proteggersi da una luce glaciale, come se avesse sorriso; osservando quell'essenza uscire dai polmoni, che saliva sempre più in alto,  fino a confondersi col cielo. Era poesia.
-Che ci facciamo qui?- lo guardai tenendo sempre la sua giacca.
-Voglio che mi racconti di te, Flo-. Disse.
Di me? E adesso? Nic aveva la straordinaria capacità di farsi odiare ed amare nello stesso momento con un singolo gesto. A volte quasi come se soffrissi, perchè non riuscivo ad averlo stabilmente accanto a me e perché troppe volte mi è scappato e ho sentito quella terrorizzante paura di perderlo dentro al corpo. Eppure lui è ancora qui, continua a farsi maledire per un secondo e continua a farsi amare per tutto il resto del tempo.
-Non so da dove iniziare-. Dissi guardandomi le scarpe.
Poi si tolse la sigaretta dalla bocca.
-Fumi?- chiese.
-a volte, di nascosto ai miei. Fumavo con Denny, anche se lui fumava abitualmente- risi io ricordando di quella volta che Denny fece finta di incazzarsi alla vista della mia sigaretta.
-Perchè ridi?- chiese lui ridendo.
-Perchè i primi tempi delle prime sigarette, io le fumavo in camera mia, di nascosto. In genere lo facevo quando eravamo solo io e Denny in casa. Poi un giorno Denny mi scoprii, aprendo la porta. E fece finta di incazzarsi con me. Quando poi sfilò dalla tasca una sigaretta che ci dividemmo. E fu la nostra prima sigaretta insieme-. Risi ancora.
Lui ascoltava, attento e rideva con me.
-Raccontami di Denny- inspirò l'ultima boccata di fumo per poi lasciarla andare sul prato.
-Denny non è uno di quelli che senti 24h su 24h, non di quelli che vedi tutti i giorni, non di quelli che ti riempiono di messaggi sdolcinati. Lui è diverso. Non ci sentiamo sempre, capitano giornate intere in cui non ci si scambia neanche un messaggio ma il rapporto non cambia. Riprende sempre da dove abbiamo lasciato. Abbiamo stili di vita simili e allo stesso tempo opposti. C'è sempre, mi sa consigliare, mi sa ascoltare, sa come comportarsi in qualsiasi situazione. Mi fa sentire protetta, mi ha fatto fare esperienze che non avrei immaginato di fare, mi dà un senso di sicurezza indescrivibile. Siamo dei duri, le cose sdolcinate non fanno per noi. Però quando ci diciamo qualcosa di carino, sappiamo che è qualcosa di sincero e con un valore. Non so se io per lui sia importante quanto lui lo è per me ma non m'importa. So di sicuro che mi vuole bene, so che mi aiuterebbe qualora ne avessi bisogno, che nonostante lui sia in giro a fare chissà cosa e chissà dove, sarebbe disposto a venire in mio soccorso, so che se non ci vediamo da tempo mi dice "Cazzo, ma non ti manco?! Stasera ci dobbiamo vedere non voglio sapere nulla" oppure "vabbé ma tu sparisci, non ti fai mai viva, devo sempre cercarti io" e quando fa così, quando percepisco quel tono arrabbiato, quasi deluso non posso fare altro che adorarlo sempre più. Per me sono piccole dimostrazioni. E subito cerco di fargli cambiare idea. Devo, per forza. Non deve pensare neanche per un minuto che io non tenga a lui. So che gli fa piacere stare in mia compagnia e il fatto che io faccia amicizia con i suoi amici. È capace di non farmi sentire a disagio quando esco con loro e non ci sono altre figure femminili. Lui è diverso. È un pazzo, è unico, esplosivo, una bomba. Mi fa tornare il sorriso. Potrei dirgli di tutto. Ho piena fiducia in lui. Qualcuno ora potrebbe pensare che io lo descriva con gli occhi a "cuoricino" che sia, in realtà, innamorata. Ma non è così Io credo nella nostra amicizia, credo in noi. Potrei parlare ore di lui, del nostro rapporto, potrei descriverlo completamente ma non renderò mai l'idea. Mi manca terribilmente, Nic-. Sputai tutto in una volta. Come se qualcuno mi avesse puntato una pistola contro. Il bello era che nessuno lo aveva fatto, semplicemente per una volta mi sentivo ascoltata. Giuro, giuro che quando mi stava vicino mi sentivo bene, ma bene è poco, più che bene mi sentivo viva.
-Si sveglierà e queste cose potrete farle di nuovo-. Mi disse lui sorridendo.
-Ci spero Nic- lo guardai sollevata, come se qualcuno mi avesse tolto un enorme peso.
Continuammo a parlare, per ore. Ed io scoprii tante cose di lui. Che era maledettamente ipocondriaco e questo lo avevo già capito, che aveva un cane di nome Spugna, che gli piace mangiare, che gli piace stare a casa e adora le cose semplici. Non gli piacciono i luoghi affollati, non gli piace stare al centro dell'attenzione. Mi raccontò dei suoi amici, delle sue abitudini.
-Poi vabbè me so fidanzato, ma storia abbastanza lunga- rise scombinandosi i capelli che fino a prima erano perfettamente in ordine.
-Perchè vi siete lasciati?-. Mi appoggiai alla macchina, accanto a lui.
-Tra poco parto per il tour, non ho testa-. Disse lui guardandomi.
Aveva le braccia nude.
-Quanto starai via?- chiesi guardando i tatuaggi.
-Non ne ho ancora idea, Flo. Si vedrà- alzò le spalle.
Continuavo a guardare i tatuaggi e all'idea di poterglieli toccare mi venne un brivido.
-Non ti mangio se vuoi vederli meglio- sorrise lui prendendo la giacca dalla mie mani, in modo tale che potessi toccarlo. Posò la giacca sulla macchina e mi prese la mano. La mise sul suo braccio spiegando ad uno ad uno i suoi tatuaggi.
-In realtà ne avrei degli altri, ma sono sul petto. Non mi sembra il caso di denudarci qui-. Rise.
-Quanto sei deficiente, Nic?- risi scombinandogli i capelli per nascondere l'imbarazzo.
-Ti va di mangiare qualcosa?- mi chiese lui mentre ancora rideva per la battuta di prima.
-Come vuoi, Nic- gli diedi un pizzicotto sul braccio.
-Ahia! E questo per cos'era?- esclamò lui.
-Per tutto-.
-Cioè? Scema che ho fatto?- rise.
-Solo..mi scombussoli la vita- risi io imitandolo.
Per quanto potessi scherzare su quella frase, traspariva un po' di verità. Ed io e lui lo sapevamo bene.

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Cosa significa per me: l'eleganza delle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora