capitolo 1

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Sono a casa da solo. Non ne posso più.

Tutto questo silenzio mi uccide. I minuti passano, lunghi, eterni. Sento il tempo scivolarmi addosso. I secondi aumentano. L'oscurità mi sta mangiando vivo.

Non so perché, ma tutto mi guarda. I mobili puntano i loro occhi stanchi su di me. Mi sento osservato.

Un messaggio: mamma

'Scusa, arrivo tardi. Tu vai a letto.'

-Certo mamma. Buona notte.

Mi ritiro sotto le coperte, fredde, come carta vetrata. La mia casa ha cambiato forma. O forse sono i miei occhi che sono cambiati.

Io si, io sono cambiato. Non saprei dire se in bene o in male.

Sono cresciuto. Chiunque lo avrebbe fatto dopo quello che mi è successo.

Non riesco a dormire.

Sono in un campo, vuoto. C'è solo un albero, pendente, su un burrone. Sotto l'albero c'è una bellissima ragazza, mora, riccia. È bella. Si avvicina a me.

-Matteo, sveglia.

-Cosa?

-Matteo, sveglia.

Apro gli occhi ed è già mattina. La mano che mi aveva sfiorato la guancia era la mano di mia mamma.

-Tesoro, devi andare a scuola.

-Si, ora mi alzo.

Mi infiolo un paio di jeans ed esco.

-Ciao, scusa, mi sapresti dire a che ora passa l'autobus?

-Eh?

-L'autobus.

-Ah, si. Ai 20.

-Grazie.

Era la ragazza più bella del mondo. E aveva un sorriso così bello, così allegro, così splendente, che si passerebbe delle ore a guardarlo.

L'aveva già vista, quella ragazza. No, era impossibile. Non poteva essere lei. Assomigliava alla ragazza del suo sogno. Aveva gli stessi capelli ricci scuri. Aveva due occhioni chiari splendenti.

Era perfetta.

il futuro nei nostri passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora