«Sono tornata!» Avvisò nessuno in particolare rientrando a casa.
Fuori la pioggia continuava a cadere sotto forma di violenti scrosci ed il vento forte rendeva davvero difficile uscire di casa.
Tuttavia Il dolore persistente alla pancia da giorni, l'aveva costretta a munirsi di tutta la forza di volontà possibile e perciò, senza delegare nessuno era riuscita, non senza difficoltà, ad arrivare alla prima farmacia libera per prendere ciò di cui aveva bisogno.
Ormai conosceva i farmaci che le servivano, nonostante da molto tempo quei dolori persistenti non si facessero più sentire.
Proprio mentre si tranquillizzava con quei pensieri, una violenta fitta la fece contorcere su se stessa rendendole impossibile muoversi. Respirò a pieni polmoni cercando di tranquillizzarsi e riuscì, con non poca difficoltà, a raggiungere il divano poco distante.
Finse per alcuni minuti di essere interessata ad una trasmissione di cucina, poi ad una partita di pallavolo e poi, quando quel dolore fortissimo ricomparve, spense la TV e lanciò il telecomando da qualche parte, sperando di romperlo in mille pezzi.
Il telecomando non si ruppe, ma qualcosa dentro di lei sì e così scoppiò a piangere.
«Papà! Vieni di sotto per favore!» Urlò con tutta la voce presente in corpo, facendo cadere la busta dei medicinali da qualche parte nella stanza. I passi veloci di sua madre giù per le scale furono l'ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi.
La clinica Humanitas di Carrara era quanto di più spoglio e triste potesse esistere.
A Gaia sarebbe tanto piaciuto un giorno poterne progettare una nuova, magari colorata. Magari piena di disegni di bambini. Magari piena di un po' più di vita.
«Mamma ho paura» Aveva sussurrato alla sua mamma una bambina bionda, seduta accanto a lei. Doveva avere più o meno la stessa età del suo nipotino e la cosa le fece stringere il cuore.
La madre non la degnò di particolari attenzioni e così la piccola si voltò verso di lei squadrandola con i suoi occhietti azzurri.
«Tu hai paura?» Le chiese. Diretta. Sincera. Senza tanti giri di parole, come solo i bambini sanno fare.
«Si un po', però vedrai che prendendo il tuo orsacchiotto e stringendolo forte passerà tutto.» Le aveva risposto.
Gaia non ricordava di aver mai avuto particolarmente paura di qualcosa.
Non era presunzione o egoismo ma semplice sensazione nata e cresciuta con lei.
Ora invece quell'emozione quasi del tutto nuova cominciava a farsi sentire prepotentemente all'altezza dello stomaco e le rendeva troppo difficile ricambiare il sorriso che la piccola le stava rivolgendo grata.
«Signorina de Rossi giusto?» Le chiese professionalmente la giovane dottoressa, forse solo pochi anni più grande di lei, guardandola da dietro i suoi grossi occhiali scuri.
Ed ecco quel dolore lancinante all'altezza della pancia riprendere forte ed intenso. Gaia strinse gli occhi ed istintivamente massaggiò il ventre dolorante mentre con l'altra mano si aggrappò alla scrivania in vetro.
«Sono io.»Gracchiò tentando di mantenere la voce controllata. Avrebbe soltanto voluto urlare.
«Sono arrivati i risultati dell'ecografia e degli esami del sangue. Ora abbiamo un'idea più chiara del suo problema.» Le annunciò, facendole segno di accomodarsi ma senza alzare gli occhi dalle mille scartoffie sulla scrivania.
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Light - Federico Bernardeschi
FanficGli opposti si attraggono? Sarà vero? Gaia e Federico hanno più cose in comune di quante ne possano immaginare. Si troveranno, si perderanno e si cercheranno senza lasciarsi scampo. Storia recensita da @quodvislibris