Capitolo 15

56 6 4
                                    

1 Gennaio 1914
Futura Chinatown

L'insegna del Lóng yú era stata verniciata di fresco e, nel buio di quella fredda serata, brillava sotto le lampadine a incandescenza di forma rotonda che ne circondavano la cornice scura, rendendola al pari di un collier nella vetrina di un gioielliere.

Erano passate da poco le ventidue quando Vincent si fermò sul marciapiede antistante l'entrata del locale cinese. Dopo essersi accertato di non essere seguito, si asciugò il viso ricoperto di una sottile patina di umidità ed entrò facendo tintinnare la campana in ferro battuto, decorata con un dragone inciso sopra la cupola e un piccolo pesce come pendolo, appesa allo stipite della porta.

Una ragazza cinese, vestita di un usuale cheongsam di colore rosso con ricami dorati, gli prese il cappotto e lo accompagnò nella sala più grande: il tepore soffocante gli fece girare per un attimo la testa e dovette tossicchiare per riuscire a respirare in mezza alla leggera nebbiolina, che odorava di fumo di sigarette scadenti e olio di frittura. Mentre camminavano Vin girò lo sguardo verso le porte cigolanti della cucina, dalla quale proveniva il tonfo metallico di padelle che battevano sui fornelli, il tutto accompagnato da un chiacchiericcio incessante di sottofondo.

Dopo essersi guardato rapidamente attorno, si avvicinò al solito tavolo a passo deciso dove c'era già ad aspettarlo l'uomo con cui aveva parlato al telefono, il quale gli fece subito un accenno di saluto.

Vin gli tese la mano come d'usanza, mantenendo uno sguardo risoluto nonostante sentisse le vene pulsargli sul collo dalla rabbia, nascoste però dal colletto del cappotto infeltrito. «Grazie di essere venuto» Borbottò acido, spostando la sedia con un movimento secco del braccio.

L'uomo, coi capelli castani e luccicanti di olio di Macassar, si sporse lentamente in avanti permettendo alla lampada rossa in carta di illuminargli leggermente il volto paffuto e rugoso. «Zadovoljstvo je videti te, Vin» Lo salutò questi sorridendo, nonostante il suo tono freddo e basso.

«Takođe za mene, Goran» Gli fece eco l'americano, rispondendogli con quelle poche parole che conosceva in serbo. «Perdonami per il poco preavviso, ma tu sei l'unico a cui posso rivolgermi per risolvere questa situazione di merda»

Petroviĉ incrociò le braccia sul tavolo rivestito di una tovaglia bianca ricamata con dei pesci, subito dopo essersi infilato un sigaro in bocca. I suoi occhi brillarono di curiosità prima di parlare. «Quello che mi hai detto al telefono...» Mormorò. «... Sei sicuro?»

Vin non si scompose di un millimetro, mantenendo lo sguardo risoluto. «Mike era ancora vivo quando l'ho trovato e mi ha detto che è stata opera sua... Anche se lo avevo buttato fuori, mi fidavo ancora di lui»

Goran battè delicatamente il sigaro sul posacenere, tenendo gli occhi bassi e facendosi pensieroso. «Hai già deciso cosa fare? Qualcosa mi dice che anche quella testa calda di tuo cognato ti sta facendo pressioni»

Vin sorrise mesto, appoggiandosi di peso all'imbottitura morbida della sedia. «Luca vorrebbe vedere il sangue scorrere sotto i suoi piedi ma la cosa potrebbe ritorcersi contro di me e, questa, è l'ultima cosa che vorrei accadesse» Mormorò a bassa voce per non farsi sentire dai tre energumeni seduti al tavolo accanto. «Però Mike mi ha dato questo...» Tirò fuori dalla tasca il biglietto incriminato: dove il sangue si era asciugato le parole erano quasi illeggibili.

Goran, dopo aver inforcato gli occhiali da vista sul naso, lo distese cercando di eliminare le pieghe e lesse mentalmente il contenuto:

153, Illinois st 12/19
DN x SB 12 lb Colombia
Pagamento 6 ultima riunione + VB
Dettagli da ultimare
Sospetto rap-to VB

Goran ripiegò freneticamente il biglietto e lo schiacciò sul tavolo con la mano prima di spingerlo verso Vin. Si massaggiò la fronte mantenendo lo sguardo corrucciato, come se stesse ripensando a ciò che aveva appena letto.

«Se ho ragione, Sam si è fatto corrompere da Joe per buttarmi fuori. Sapeva che senza la protezione del resto del gruppo sarei stato vulnerabile» Mormorò Vincent scrutandolo nella penombra: nei suoi occhi si poteva vedere chiaramente la rabbia prendere il sopravvento su ogni cosa.

Goran, però, scosse debolmente la testa. «Queste... Sono accuse pesanti. Dubito fortemente che Sam sia corrotto, è un uomo di parola e farebbe mai questi giochetti» Borbottò. «Certo che Mike poteva anche scrivere in modo leggibile»

Vin riprese il foglietto in mano, guardando il sangue dell'amico che lo aveva impregnato. «Ha scritto in modo chiaro, Goran. Sei tu che non vuoi leggere nel modo giusto»
Disse acido. Nella sua mente si stavano già delineando alcuni sospetti a cui non voleva credere ma che, in quel momento, sembravano rafforzarsi. Se Sam si era fatto corrompere... Era possibile che anche tutti gli altri fossero corrotti. «Perché mi hai difeso così intensamente all'ultima riunione?» Chiese a bruciapelo.

Petrovič fece una smorfia strana a quella domanda, sembrò quasi sorridere. «Pensi che voglia ucciderti anche io?»

«Mettiti nei miei panni, Goran. Al mio posto non ti fideresti di nessuno» Sbottò Vincent. «In ogni caso no, non lo penso sul serio... se avessi voluto farmi fuori ne avresti approfittato subito» Aggiunse e in quel momento decise di giocarsi la tua ultima carta per farsi aiutare. «Se mi aiuti ad ammazzare Joe potrai tenerti la sua fetta di torta»

«Možete sve!» Esclamò l'uomo. «Che ne dici di sparargli in fronte?» Chiese ridendo di gusto, sembrava si stesse divertendo parecchio all'idea.

«Ho già un'idea in mente, mi servono solo un paio di casse di esplosivo e un ottima annata di Whisky da godermi durante lo spettacolo» Borbottò Vin. 

Goran annuì portandosi di nuovo il sigaro alle labbra. «Mi piace l'idea... ma a te cosa ne viene in tasca, eh? Davvero vuoi lasciarmi tutta la sua baracca?»

Vin sorrise mesto. «La soddisfazione di vederlo morto mi basta e avanza, vecchio mio»

Petrovič annotò a mente tutto quanto, battendo il sigaro sul bordo del posacenere in vetro. «Come vuoi... Dimmi solo il giorno»

«Joe si ritrova abitualmente con alcuni amici a giocare a poker all'Incanto... ogni mercoledì»

«Ah, il nostro amico se la passa bene! Conosco quel club di pollastrelle, ci andavo spesso quando era Joe ancora nella cricca» Commentò il croato bevendo un bicchiere di vino che un'altra cameriera cinese gli aveva portato poco prima.

«Il club è amministrato da un suo parente...» Disse Vin guardando con bramosia il bicchiere davanti a sé. «Farò saltare tutto in aria come fuochi d'artificio e mi libererò per sempre di quello stronzo»

Petrovič sorrise divertito, schiacciando con forza il mozzicone del sigaro per spegnerlo. Il suo enorme viso tondo e grasso si trasformò in un'espressione agghiacciante. «Ti auguro un inizio anno con il botto, mio caro Vin. Alla tua salute» Disse poi alzando il bicchiere.

Vin fece altrettanto e gli sorrise di rimando. «Zdravlju!» "Alla salute" Pensò facendo tintinnare i bicchieri.

--------

Glossario

Zadovoljstvo je videti te: è un piacere vederti

Takođe za mene: anche per me 

Možete sve: puoi fare qualsiasi cosa

Dawn of BloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora