Capitolo 6

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D'accordo, Winter sembrava essere tornato in parte il suo amico d'infanzia, ma era ancora uno stacanovista di proporzioni ciclopiche, e cercare di tenergli testa era praticamente impossibile.

Naturalmente, il fatto che si fosse lasciato andare con Kim non voleva necessariamente dire che l'avrebbe fatto anche con gli altri membri del gruppo.

Quando Malick, Rowena e Tim tornarono dal loro turno alla trivella, infatti, Winter si comportò come al solito, forse in maniera un po' meno formale, ma di certo non si aprì in grasse risate, o se ne uscì con battute sguaiate.

Kim lo trovò un po' assurdo, ma ormai aveva compreso che Win aveva un autocontrollo davvero formidabile e, per qualche motivo a lei ancora oscuro, non intendeva concedersi più svaghi di quanti non ritenesse strettamente necessari.

Forse, un giorno, Winter gliene avrebbe parlato, ora che aveva scoperto di poterlo fare senza incorrere nel biasimo del figlio.

Per il momento, però, i motivi del suo stretto riserbo con tutti – maschi compresi – sarebbero rimasti un segreto.

Le dava l'impressione che si impedisse di gioire della vita stessa, o che ne prendesse a spizzichi e bocconi, quasi fosse un sacrilegio approfittare della sua buona salute e della vita relativamente tranquilla che stava vivendo.

Aveva un ottimo lavoro, ben remunerato, viveva in una villetta con la sorella in una zona residenziale della Capitale e suo figlio era in ottima salute.

Pur se Kim era quasi certa che Winter mantenesse un pessimo rapporto con il fratello, con le due sorelle sembrava andare d'amore e d'accordo, e così pure con la zia.

Praticamente nulla guastava quel quadro di perfezione famigliare, e molti avrebbero fatto carte false per una simile vita, eppure lui sembrava non sentirsene degno. Che il peso per la morte della moglie lo frenasse ancora così tanto?

Quel pensiero continuo si incuneò nel cervello di Kim per diversi giorni finché una mattina, già pronta a scendere in campo per il suo turno in compagnia di Winter, si fece finalmente un'idea di ciò che, secondo lei, poteva essere la verità.

Indossata la pesante tuta imbottita color giallo paglia della North Face, il passamontagna, gli occhiali, i guanti termici e gli scarponi, uscì per raggiungere la motoslitta che avrebbe diviso con Winter. E, per tutto il tempo, rimuginò sulla sua scoperta stupefacente quanto mostruosa.

Non poteva essere come lei pensava! Eppure, tutto lo faceva supporre.

Levando il capo a scrutare Win che, armato di zaino, stava uscendo dal campo base per raggiungerla, Kim pregò silenziosamente che i motivi del condizionamento forzato dell'amico non fossero quelli che lei aveva immaginato.

Elegante nel portamento come se avesse indossato un gessato di Armani, mentre invece era abbigliato con una pesante quanto goffa tenuta da neve, l'amico la salutò con un sorriso prima di allacciare lo zaino alla motoslitta.

Dopo averlo assicurato per bene coi ganci in metallo, salì a bordo e le chiese: «Non sali, Kimmy?»

«Oh, ma certo. Chi se lo vuole perdere un giro in motoslitta a meno cinquanta gradi Fahrenheit! Non vedevo l'ora!» ironizzò lei.

Sollevando il cappuccio della sua giacca termica, fece una smorfia e la linguaccia a nessuno in particolare.

Winter rise spensierato e, avviata la motoslitta, replicò: «Non avresti dovuto prendere la specializzazione il paleoclimatologia.»

Broken Ice - Volume 1 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora