Capitolo 5

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«Non osare dirmi come devo sentirmi, Win... sono felice della vita che ho avuto, punto. Non togliermi questa sensazione, te ne prego.»

«Erin, a stórin(1), non voglio toglierti nulla... ma dubito tu possa realmente pensarlo.»

La voce di Winter era strascicata, stanca, scoraggiata.

Il viso emaciato di Erin stava dinanzi a lui come il simbolo primo della sua sconfitta come uomo e marito, pur se lei era convinta del contrario.

Un lento, debole sorriso screziò il volto teso e pallido della donna mentre, dalle sue labbra secche, la voce flebile sgorgava con sorprendente forza. «Mi hai amata di amore sincero e puro.»

«Sai che...» iniziò col dire lui, subito bloccato da un'occhiata glaciale della moglie.

«Win, mi hai dato tutto l'amore che potevi darmi. Pensi che non mi sia bastato? Beh, ti sbagli. Siamo stati messi nel bel mezzo di un'arena e abbiamo combattuto bene, direi. Nostro figlio è perfetto, è esattamente ciò che avrebbe dovuto essere, e io ne sono orgogliosa come ne sei orgoglioso tu. Il resto non conta. Dopotutto, chi potrebbe essere infelice con il proprio migliore amico?»

Nel dirlo, tossì un paio di volte e subito Winter, con mano delicata, le passò un pannetto umido sul viso per rinfrescarla mentre, assiso sulla poltrona della camera d'ospedale, Malcolm continuava a dormire pacificamente.

Il padre lo fissò per un attimo; il suo ometto, il suo primato, il suo campione. Non avrebbe potuto essere più orgoglioso di lui. Ma di se stesso? Davvero non lo sapeva.

«Áthas ar mo chroí go deo(2)...» sussurrò Erin, richiamando la sua attenzione.

Winter allora le sorrise amorevole e, piegatosi su di lei, le sfiorò le labbra con un bacio delicato, mormorandole: «Móraim thú, ó lá go lá, móraim thú, ó oíche go hoíche(3)...»

«Winter...»

«Erin...»

«Come?» esalò una voce, spezzando l'incanto del momento.

Risvegliandosi di colpo dal sonno che l'aveva preso di fronte al microscopio elettronico, Win si riscosse al suono flebile della voce di donna che aveva sussurrato il suo nome.

Aprendo gli occhi su un volto a lui noto, esalò confuso: «Kimberly?»

La donna si aprì in un sorriso comprensivo e, nello spegnere la abat-jour della scrivania, ove il collega aveva lavorato fino a tarda notte, Kim sussurrò: «Sono le due di notte. Hai intenzione di morirci, su quel vetrino?»

Muovendo lentamente il collo e le spalle per sgranchirsi le ossa, Winter tornò col pensiero agli ultimi stralci di sogno che aveva appena abbandonato e, come sempre, un dolore sordo si incuneò tra le costole, tramortendogli il cuore.

Era sempre così, quando ricordava gli ultimi giorni di Erin. Mai una volta che il suo sonno gli desse pace, quando rammentava sua moglie.

Ogni volta, il biasimo verso se stesso era così forte da porgli innanzi agli occhi solo i suoi fallimenti.

E forse, era giusto così. Dopotutto, Erin non c'era più. Era giusto che lui pagasse.

Passandosi una mano sulla nuca indolenzita per massaggiarla, Win le domandò pensoso: «Io non dovrei essermi addormentato qui, ma tu perché sei sveglia?»

Broken Ice - Volume 1 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora