Capitolo 1

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Era partito tutto come un lunedì normale ed era finito con lei in lacrime sul pavimento freddo della sua casa mentre versava lacrime per un uomo che pensava di essersi lasciata alle spalle.
Erano passati ormai 5 anni dal loro ultimo bacio, ricordava ancora il sapore delle sue labbra, la morbidezza delle mani sui suoi fianchi e i suoi occhi che la guardavano fissa come se fosse l'unica al mondo.
Quei ricordi che un tempo erano tanto piacevoli adesso le facevano improvvisamente male e li sentiva comprimere il suo cuore come delle macine invisibili.
Lesse di nuovo il biglietto che aveva tra le mani sperando che il risultato potesse cambiare ma ogni volta c'erano scritte sempre le stesse parole
"Alberto & Valentina sono lieti di annunciare il loro matrimonio"
Non riusciva ad andare oltre perché ogni volta che i suoi occhi si fermavano sulla parola matrimonio s'inondavano di lacrime impedendole di mettere a fuoco altro.
Si alzò con le ultime forze rimaste solamente per prendere una birra, erano le undici di mattina, non di certo l'orario ideale per bere, ma in quel momento l'alcool era l'unica cosa che poteva salvarla dalle ferite sanguinanti che i suoi sentimenti le stavano provocando.
Man mano che mandava giù,un sorso dopo l'altro, sentiva il suo cuore alleggerirsi e il cervello cadere in quel dolce tepore del nulla ma, l'effetto fu solo momentaneo perchè dopo poco una valanga di ricordi emerse limpida nella sua memoria.

*Flashback*
-Davvero Alberto? Davvero?!

Si scostò una ciocca di capelli rossi dagli occhi per far risaltare il piú possibile il suo sguardo arrabbiato.

-Non puoi lamentarti sempre di quello
che faccio! Ti ho giá detto che sono cosí con tutte, tu hai il tuo carattere, io ho il mio!

Il tono del ragazzo si alzò di qualche decimo mentre le sue guance si colorarono di un rosso quasi uguale ai capelli di lei.

-Quindi io sono come le altre per te?!

Entrambi erano furiosi, entrambi stavano urlando incuranti delle altre persone che li potevano ascoltare.
In quella stanza, in quel mondo, anche quando litigavano, c'erano solamente loro due e il resto spariva totalmente.
Invece di controbattere, il ragazzo si avvicinò cautamente a lei mantenendo il contatto visivo.
Azzurro contro verde, zaffiro contro smeraldo.
Solo con i loro sguardi potevano dirsi tante cose ed era uno scambio silenzioso talmente forte da poter bruciare intere foreste.

-Bedda, ascoltami

Iniziò lui accarezzandole la guancia quel tanto che bastava per trasmetterle l'amore che provava

-Tu sei unica e lo sai, il fatto che io sia dolce con altre persone non vuol dire che tu sia come loro: é vero con Arianna sono dolce ma con te non sono dolce, sono innamorato.

E prima che la ragazza potesse controbattere in qualsiasi modo la zittì con un bacio.
Inizialmente era molto impacciato, semplice, ma dopo pochi secondi divenne più profondo.
Premette le mani dietro la sua schiena per farla avvicinare a sè in modo che i loro corpi aderissero perfettamente come se fossero una sola cosa e lei contribuì premendo delicatamente le mani sul suo collo per avvicinare ancora di piú i loro visi.
Non sapeva bene da quanto durava quel bacio ma quello che sapeva era che avrebbe potuto continuare per sempre, si sentiva a casa tra le sue braccia come non lo era mai stata in nessun altro posto.

*FINE FLASHBACK*

Scosse violentemente la testa per scacciare quel ricordo e si sentì come immersa in una vasca gelata, incapace di respirare per qualche secondo, mentre i suoi occhi fissavano la superficie di marmo del piano da cucina.
'Come puoi farmi ancora questo effetto dopo tutti questi anni'
mormorò tra sè e sè mentre si asciugava le ultime lacrime rimase con un tovagliolo.
Si strofinò forte le guance come per cancellare ogni segno di debolezza da lei e nel mentre continuava a ripetersi nella sua testa di farsi forza.
'Tu sei Tish, sei forte, non sei di certo una stupida ragazzina che piange per un ragazzo' continuava a ripetersi e sembrava funzionare ma dentro di sè sapeva che Alberto non era, e non sarebbe mai stato, solo "un ragazzo".
Nel tempo trascorso insieme era diventato il suo migliore amico, l'amore della sua vita, la sua roccia e anche il suo peggior nemico e per quanto in questi anni aveva sempre dato a lui la colpa della loro rottura, mai come ora, sentiva la necessità di scusarsi per tutto quello che aveva e non aveva fatto nella loro relazione.
Magari le cose sarebbero potute andare in modo diverso, magari sarebbe potuto essere il loro matrimonio, non che lei fosse tipo da matrimonio ma per lui poteva diventarlo.
Infondo le cose erano ormai andate come dovevano andare e non c'era niente che lei potesse fare se non sorridere e andare avanti e così prese di corsa il cappotto e s'immerse nel freddo pungente di Milano.

*FLASHBACK*

-Cosa pensi succederá dopo amici?

Alberto le scoccò un bacio dolce sulla testa mentre si girava di lato per guardarla stando attento a non far staccare le mani intrecciate indissolubilmente tra loro

-Tu diventerai una cantante di fama mondiale e vincerai tanti dischi di platino

Prima di rispondere la rossa cercò di capire se fosse serio o meno e,nonostante stesse sorridendo, guardandolo negli occhi riuscì a vedere tutto l'orgoglio che provava nei suoi confronti e ricacciò tutte le battute che le erano venute in mente sostituendole con un abbraccio.

-E tra di noi?

Disse quelle parole a voce talmente bassa che non pensava davvero l'avesse sentita.

-Resteremo insieme per sempre e sarò costretto a seguirti nei tuoi tour in giro per il mondo

Staccò il volto dal suo incavo solamente per guardare meglio il suo viso e non riuscì a non scoppiare in una risata

-Che c'è? Che ho detto?

Il moro pronunciò quelle parole con falsa indignazione marcando notevolmente l'accento siciliano e mettendo su un falso broncio che ebbero solo l'effetto di farla ridere di più.

-Ti ci vedo come portaborse

*FINE FLASHBACK*

Si era accorta solo in quel momento che non sapeva dove stesse andando, si era lasciata trasportare dai suoi sentimenti ritrovandosi in una strada anonima di Milano e girandosi per guardarsi intorno si perse a fissare la sua immagine in una vetrina opaca di una lavanderia.
I capelli erano arruffati, il volto arrossato, le labbra viola e gli occhi gonfi per tutte le lacrime versate.
'Come ho fatto a ridurmi cosí?'
Disse ad alta voce conscia del fatto che nessuno potesse sentirla.
Prese a correre, senza una ragione precisa, verso la fine della strada, e più correva più sentiva i suoi pensieri scivolarle via.
Non le importava dell'aria che le entrava prepotentemente nei polmoni, non le importava di nulla, voleva solo fuggire da se stessa ma più correva, più si guardava intorno, più i suoi pensieri la perseguitavano senza lasciarle spazio di fare nulla.
Entrò nel primo edificio che le si era parato davanti e quando riuscì finalmente a riprendere fiato si guardò attorno vedendo dove si trovava: in un bar.

'tutto bene signorina'

Sbatté più volte le palpebre prima di mettere a fuoco quello che la circondava e istintivamente fece un cenno con la testa piú velocemente di quanto volesse.

'Tutto... Bene, potrei avere una bottiglietta d'acqua?'

Si appoggiò al bancone facendo vagare lo sguardo su tutto il piano di lavoro senza prestare troppa attenzione a quello che stava vedendo finchè una macchia di colore non colpì la sua attenzione facendole gelare il sangue nelle vene.

Granita al caffè

Man mano che la macchina della granita girava sentiva tutte le sue emozioni scivolarle via e scoppiò in una rumorosa risata che sprigionava tutto quello che a parole non poteva esprimere.

E poi ti pentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora