Ritorno In Inghilterra ~ 2

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COMEBACK! Ho già scritto questa scena, ma volevo proporla in una maniera diversa, un punto di vista differente.
Spero vi piaccia.
Buona lettura!

Newt stava per ripartendo da New York. La sua breve ed inattesa avventura si era conclusa ed era tempo per lui di tornare a casa.
Tuttavia non si sentiva bene, non del tutto, come se ci fosse qualcosa di incompiuto che doveva completare, finire. E con questo senso di inadeguatezza e nervosismo, Newt camminava fra la folla.

Il cappotto in mano, la confortevole sciarpa di Tassorosso al collo e la valigia attentamente legata con una fune. Accanto a lui, e altrettanto agitata, stava Tina. I capelli corti le svolazzavano appena sulle orecchie, piegati in quelle morbide onde, mentre gli occhi volavano leggeri tra la folla e lui, scattanti.

Arrivarono presto al cancello d'imbarco. Il tempo si fermò per un attimo, mentre con la mente entrambi ripercorrevano i momenti passati, le peripezie e problemi che avevano affrontato. E sentivano il rumore della gente, delle persone, diversi odori e profumi mescolati a quello delle navi, ma non li percepivano. Erano come attutiti. I suoni, i colori, gli aromi erano come in un barattolo. Nell'ovatta, sfocati, a malapena percepibili. Le uniche cose importanti, a fuoco, erano loro due.

Si fermarono a malincuore. Newt si girò piano verso la donna.
I capelli spettinati, gli occhi brillanti, il lieve sorriso storto sulle labbra, le chiare lentiggini sulla pelle ancora più chiara. Sembrava un ragazzino.

"Be', è stato..."
"Eh sì!"
Un momento di silenzio. Tina rimase a guardarlo in attesa, e lui alzò il capo.
"Senti, Newt, ti voglio ringraziare." cominciò.
"E per cosa? Io..."

Tina gli sorrise. Lui non pensava mai di essere abbastanza, di poter fare qualcosa di buono per gli altri, di non riuscire. Ma faceva sempre più del necessario.

"Be', insomma, se non avessi detto quelle cose carine a Madama Picquery su di me, non mi avrebbero ripresa nella squadra investigativa."
"Be', io non so chi meglio di te potrebbe investigare su di me."

Non aveva in mente di dirlo, ma oramai era troppo tardi per mordersi la lingua. Tina però apprezzò molto quelle parole, timidamente grata.

"E tu cerca di non farti investigare per un po'." scherzò lei con una breve risata.
"Lo farò. Sì, vita tranquilla, da ora in poi, torno al Ministero. Consegno il mio manoscritto." disse Newt.
"Attenderò l'uscita." assicurò. "Animali Fantastici e dove trovarli."

Si scambiarono deboli sorrisi. Poi Tina si armò di coraggio.
"A Leta Lestrange piace leggere?"

Si chiedeva da giorni chi fosse quella ragazza nella foto di lui. E sua sorella, cogliendo le sue preoccupazioni, le aveva potuto rispondere.

Newt non se lo aspettava.
"Chi?" rispose di riflesso. Come conosceva Leta?
"Quella nella foto, la ragazza." riuscì a dire, con voce tremante.

Tina si sentiva in bilico, come se il suo fragile cuore di vetro fosse sull'orlo di un precipizio. Solo il vento poteva scegliere se salvarlo.
"Ti dirò che oggi come oggi non so cosa piaccia a Leta. Sì. Perché si cambia." rispose pensieroso.

Il vento era stato clemente con lei.

"Sì." replicò, gli occhi luccicanti di lacrime.
Poi Newt cominciò a rendersi conto di qualcosa.
"Io sono cambiato. Credo. Almeno un pochino." mormorò.

Tina era felice, ma non sapeva come esprimerlo. Cercò solamente di non piangere. Si morse debolmente il labbro inferiore quando sentì la sirena della nave: quasi tutti i passeggeri erano già saliti a bordo.

E toccò a Newt raccogliere il coraggio.
"Ti invio una copia del mio libro, se permetti."
"Mi piacerebbe!"

Newt guardò fisso Tina, con impacciata tenerezza. Dopo qualche istante, allungò delicatamente la mano e le toccò i capelli, sistemandoglieli dietro le orecchie.

Nessuno dei due sapeva cosa stava provando. Il cuore e la mente erano un subbuglio di pensieri e parole e ricordi e paure e speranze che si rincorrevano intrecciandosi nelle loro menti e nei loro cuori.

Si scambiarono un ultimo sguardo e, di colpo, Newt si allontanò, lasciando Tina in piedi dov'è, a sfiorarsi il punto in cui Newt le ha accarezzato i capelli, le lacrime sul punto di scendere.

Ma poi lui tornò.

Quella sensazione di incompletezza non lo aveva ancora abbandonato. E decise di fare un salto nel vuoto.

"Scusa tanto. Che ne diresti se ti portassi la tua copia di persona?"

Le parole gli rotolarono fuori veloci, timide e desiderose, mentre la guardava con occhi aperti e del tutto incerti sulla risposta che Tina gli avrebbe fornito.

Il viso di lei si illuminò di un bel sorriso. Il più bello che lui avesse mai visto.

"Mi piacerebbe. Moltissimo."

Quel sorriso le donava. La pelle candida, le labbra rosee, gli occhi scuri e così brillanti, galassie piene di milioni e miliardi di piccoli scintillii e brillii e i capelli morbidi e le mani sottili e fragili e...

Le sue labbra si incurvarono involontariamente alla vista di lei.
E poi dovette girarsi, e quella brutta emozione era andata via, come spazzata dalla brezza mattutina.

Non era del tutto sicuro di quel che stava facendo, ma era sicuro al 100% di voler provare.

***

BENTORNATI IN SCENE ANIMALI FANTASTICI! Non sarò mancata a nessuno. Ma a me mancava scrivere, mancavate voi.
*awwwww*
Si, lo so, lo so, sono sdolcinata. E vabe. C'è di peggio.
Anyway, questa è l'unica idea che mi è venuta in mente per tornare a scrivere. Come ho già detto, le scene a disposizione sono limitate e preferivo non scrivere tutte le scene, ma solo le più significative. Comunque, se avete suggerimenti, idee, qualsiasi cosa, ditemelo.
Baci e abbracci teste di mezzo
~Kate

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