IX

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Le parole scorrono veloci
dalla testa alla penna,
non riesci a coglierli tutti.
Perdi concetti,
idee,
pezzi di sfoghi,
e non li ritrovi più.
Si ripetono e si ripetono finché non li scrivi,
una tortura.
Dicono che scrivo
bene,
mi danno della
scrittrice,
"i brividi",
"andrai lontano".
Sì,
vorrei andare lontano.
Lontano
dalle voci
che guidano la penna
tremolante.
Le voci,
però,
mi raggiungono
ovunque.
Se non li scrivo,
i pensieri torneranno
a tormentarmi
la notte,
non mi daranno pace
finché non saranno
nero su bianco.
Sotto la doccia,
al mare,
per strada.
Mi fermo,
li scrivo.
So di cosa sono
capaci.
I pensieri liberi
sono cattivi.
Ti distruggono
dall'interno.
"Vorrei essere come te"
mi dicono.
Sorrido.
Un casino?
Cosa vogliono essere,
con esattezza?
"Bella come te"
i pensieri che non ho
scritto
mi ronzano ancora in
testa, e
bella
per colpa
loro,
non mi sento.
"Vorrei saper scrivere come
te"
no,
non vorresti.
Ringrazio,
sorrido.
A volte
arrossisco
persino.
"Vorrei essere come te"
Nessuno reggerebbe.
Nessuno
durerebbe.
E mi chiedo:
"fingo così bene?"
e
ancora
"non sarò mica matta?"

Vecchi pensieri di una mente incasinata: la mia.

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