Liz’s pov.
La mattinata a scuola era stata intensa, e quell’ultima ora sembrava non avere fine, odiavo andare a scuola di sabato anche se ormai ci ero abituata.
Il professore di storia parlava senza accorgersi che non c’era neanche una sola persona in classe attenta alla lezione. Avevo detto al mio compagno di banco che non ci sarei stata tutta la settimana, lui come al solito era indifferente anche se si era proposto di mandarmi i messaggi con i compiti da fare in modo che non rimanessi indietro.
Quando finalmente suonò la campanella afferrai lo zaino, mi lasciai la classe alle spalle e scesi velocemente le scale facendo lo slalom tra i vari studenti che camminavano con una lentezza estenuante.
Appena arrivai nel parcheggio individuai la Mazda argento del mio migliore amico e ci salii sopra.
«Ciao Liz tutto bene?» chiese Marco uscendo dal parcheggio e dirigendosi sulla strada di casa mia.
«Si tu?» chiesi rivolgendogli uno dei miei sorrisi migliori.
«Tutto come ieri.. sei euforica èh?» constatò con un sorriso divertito.
«Non vedo l’ora di rivedere Nicole» dissi cercando di non pensare alla nostalgia che avevo provato in quei mesi standole lontana.
Arrivati a casa mangiammo un piatto di pasta per poi caricare velocemente la valigia in macchina e avviarci a Fiummicino.
Dopo aver infilato il cd dei Green Day nello stereo cominciammo a cantare come due matti.
Marco era sempre di ottima compagnia, il tempo volava quando stavamo insieme e non mi accorsi nemmeno di essere arrivati finché lui non posteggiò la macchina aiutandomi a tirare fuori la valigia.
«Grazie» dissi afferrando il trolley.
«Ci vediamo domenica, ok?» potevo leggere un velo di malinconia nei suoi occhi mentre mi salutava, come ogni volta che partivo.
«Certo» risposi schioccandogli un bacio sulla guancia.
Entrai nell’edificio e dopo il check-in mi affrettai a cercare il gate.
Mi infilai le cuffiette e alzai il cappuccio della felpa e mi sedetti su una sedia libera.
Avevo le gambe rannicchiate al petto e la testa poggiata sulle ginocchia, ero stanchissima.
Quando finalmente ci fecero imbarcare notai con sollievo che il mio era un posto finestrino.
Cominciai a leggere un libro e mi addormentai. Qualche ora dopo venni svegliata da una voce assordante che risuonava negli alto-parlanti. Mi allacciai la cintura di sicurezza e poco dopo stavamo perdendo quota, scendendo su Londra.
Dopo aver recuperato la valigia andai verso l’uscita. Cercavo un volto famigliare fra le tante persone e la vidi: capelli biondi, occhi azzurri, media altezza, filiforme.
Non appena mi individuò cominciò a correre nella mia direzione e prima che me ne rendessi conto me la ritrovai aggrappata al collo.
«Mi sei mancata tantissimo» disse stringendomi forte.
Era meraviglioso risentire quell’accento tipicamente londinese dal vivo.
«Anche tu, ma così mi strozzi» lei ridacchiò per poi lasciarmi.
«Andiamo c’è Fred» disse indicando un suv nero. Fred lavorava per la famiglia di Nicole da anni, non avrei saputo definire esattamente il suo ruolo. Faceva qualunque cosa servisse ai genitori della mia amica: babysitter, accompagnatore, maggiordomo, domestico…
«Miss Owen» disse salutando Nicole. Mi guardò attentamente per un attimo «Miss Corsi bentornata» disse rivolgendomi un sorriso che ricambiai.
Arrivammo a casa in venti minuti. Il suv entrò nel cancello di ferro battuto e attraverò il viale ben curato per poi posteggiare accanto alle altre auto.
Lily, la madre di Nicole, venne ad accoglierci sulla porta e mi salutò calorosamente.
«Liz quanto tempo! Sono contenta che tu sia qui» disse abbracciandomi stretta.
«Grazie, davvero, sono molto contenta anche io, spero di non disturbare» risposi sorridente.
«Liz non dire queste cose, sai benissimo che questa è anche casa tua»
Fred portò la valigia in camera di Nicole e noi lo seguimmo.
La stanza era enorme su un lato c’erano un armadio a otto ante e un comò, su un altro c’era il letto matrimoniale con i comodini ai lati, e sul lato della porta c’erano la libreria, la scrivania e la finestra. Le pareti erano dipinte di rigorosamente di rosa così come le ante dell’armadio.
Ovunque girassi la testa vedevo le facce dei One direction, di Justin Bieber, altri cantanti e attori vari. Non potei non pensare a Niall e un po’ mi sentii in colpa perché non le avevo detto che io e lui ci stavamo sentendo ogni giorno.
«E’ peggiorata la situazione dall’ultima volta!» le dissi indicando un megaposter sul muro
«Non credi che siano meravigliosi? Poi tu Niall l’hai conosciuto di persona» disse sbattendomi uno dei tanti cuscini in faccia.
«Voi la guerra? E guerra sia!» dissi l’ultima frase e cominciando a prenderla a cuscinate.
Cominciammo a colpirci a vicenda e rincorrerci per tutta la camera.
Dopo essere esauste smettemmo e ci ritrovammo tutte spettinate con un casino epico in stanza
«Com’è finita con Dean?» chiesi buttandomi sul letto.
«Non abbiamo ancora chiarito..» disse rattristandosi un po’.
«Hai intenzione di parlargli?» chiesi incrociando il suo sguardo.
«Credo che lo lascerò… non stiamo poi così bene insieme» mi spiegò riposando il cuscino al suo posto.
«Oh bene, Nicole che sclera. Non voglio perdermi la scena» ironizzai. Vederla così mi stringeva il cuore
«Stronzetta che non sei altro» disse Nick ridendo io scoppiai a ridere a mia volta.
Passammo tutto il pomeriggio a svuotare la mia valigia e ad aggiornarci sulle ultime novità.
«Stasera c’è una festa» mi avvertì.
«Strano» dissi divertita. Nicole era invitata ad almeno tre feste a settimana.
«No, seriamente, dobbiamo uscire per le nove e mezza .. tu che ti metti?» disse scrutando i vestiti che avevamo riposto nell’armadio.
«Mm un jeans e una felpa?» le risposi stringendomi nelle spalle.
«Scherzi? Ti prego dimmi che hai portato qualche vestito» disse con tono esasperato.
«Lo sai che non mi interes..» iniziai, ma lei non mi fece finire.
«Bene andiamo a fare shopping! Prendo la carta di credito!» disse esaltata. Fare shopping era un divertimento e una medicina insieme, almeno si sarebbe distratta da quel disastro di fidanzato che aveva.
«Ma che ho fatto di male? » domandai retorica e con aria afflitta.
«Prima però devo sistemarmi.. guarda i miei capelli!» disse sconvolta e indicando la sua figura nello specchio.
«Oh sì, un vero disastro! E ora come farai?» dissi mettendomi una mano sulla bocca spalancata. Amavo prenderla in giro su queste cose. Nicole teneva all’estetica troppo e io troppo poco. Ma, pur essendo due poli opposti riguardo a certe cose, il nostro rapporto era strettissimo, Nicole per me era davvero come una sorella.
In dieci minuti fummo fuori casa, prendemmo un taxi e raggiungemmo il centro. Girammo non so quanti negozi in due ore. Alla fine Nicole aveva comprato per se tre vestiti, un paio nuovo di jeans e un maglioncino verde acqua.
«Nicole non li voglio, sai che non sopporto quando fai così» protestai.
Mi voleva comprare per forza duevestiti, di cui uno decisamente troppo corto.
Io non avevo molti soldi da spendere e d certo non lo avrei fatto per quei pezzi di stoffa che ritenevo abbastanza inutili. Mi sentivo a disagio sul lato economico quando venivo a Londra.
Certo, la famiglia di Nicole era ricca, ma già mi pagavano davvero tutto quando ero lì, le cene fuori, i soldi per prendere i taxi e altro, ma lo shopping proprio non potevo accettarlo.
«Ma dai Liz lo sai che a casa mia i soldi si sprecano» disse lei decisa ad andare alla cassa con la sua carta di credito ben caricata.
«Nicole, no. Non se ne parla» feci per riportare i vestiti apposto ma lei me li strappò da le mani.
«Sei impossibile cavolo! Allora facciamo così: li compro per me e te ne presto uno per questa sera.» disse lei tendendomi la mano.
«Ci sto» dissi sbuffando e incrociando le braccia, comunque contrariata.
Pagammo e ritornammo finalmente a casa, ma mi aspettava ancora una tortura.
Ceretta, capelli, trucco, scarpe, Nicole era fissata e voleva essere perfetta e voleva che anche io lo fossi. Non volevo discutere quindi la lasciai fare quello che voleva.
Il locale non era grande come l’ultimo in cui ero stata, ma era molto spazioso con tanto di privé.
Sicuramente era colmo di teenager con gli ormoni in subbuglio.
Sentii il telefono vibrare nella pochette che la mia migliore amica mi aveva prestato.
“Buonasera! Allora, sei a Londra? :)”
Sorrisi istintivamente e mi affrettai a rispondere.
“Si, sono qui da qualche ora e la mia amica mi ha già trascinato in discoteca!” inviai e presi un bicchiere d’acqua, non potevo bere alcol, specialmente con Nicole nei paragi, mi avrebbe riportata subito a casa.
Come al solito il biondo non tardò a rispondere.
“La tua amica directioner? Non sei contenta di stare in discoteca? Ti starai divertendo! :)”
“Veramente non molto..” inviai sedendomi su una sedia vuota accanto al muro.
“Tu che ti annoi in discoteca?! Ahaha mi è difficile da crede visto che quando ci siamo conosciuti eri al centro della pista a scatenarti!”
Colpita e affondata.
“Avevo bevuto… ed era una situazione diversa! Tu che fai?”
Scrissi velocemente cambiando argomento.
“Sono con Justin..”
Strano messaggio, di solito mi riempiva di dettagli.
“Justin chi? Timberlake, Bieber?” chiesi incuriosita.
Lanciai uno sguardo alla mia amica che stava flirtando con un moro..
“Bieber.. ti piace?“
Pensai bene a soppesare le parole per poi mandargli la risposta.
“Mentirei se dicessi che non è un gran bel pezzo di ragazzo… ;) Che combinate di bello?”
Dopo poco arrivò la risposta.
“Capisco.. niente stiamo cercando di scrivere qualcosa”
Fantastico, lui era con il ragazzo più famoso del momento a fare musica e io in una discoteca seduta in angolo a messaggiare come un asociale.
Arrivò Nicole cogliendomi di sorpresa e facendomi prendere un colpo. Mi chiese che ci facevo in disparte e mi trascinò al centro della pista a ballare con lei e altri due ragazzi. La serata trascorse abbastanza velocemente. Nicole si dava da fare con quel bel moro, tanto per dimenticarsi di Dean. Io e l’altro ragazzo invece chiacchieravamo seduti su un divanetto appartato poi lui mi chiese di accompagnarlo fuori a fumare. Si alzò, mi prese per mano e uscimmo fuori. Appena si chiuse la porta alle mie spalle non sentii più la musica. C’era un completo silenzio, la strada era abbastanza deserta. Guardai meglio il ragazzo, aveva dei bellissimi occhi verdi, capelli corti e neri ed era un po’ più alto di me. Finita la sigaretta si fermò di fronte a me facendomi indietreggiare contro il muro. Fece scorrere le mani sui miei fianchi e mi baciò. Sentii il sapore misto di fumo e alcol, la sua lingua si muoveva frenetica contro la mia. Un bacio molto passionale, eppure c’era qualcosa di totalmente sbagliato. Era un bel ragazzo ma, stranamente, non mi sentii per nulla a mio agio. Appoggiai le mani sul suo petto e lo costrinsi a staccarsi da me.
«Che c’è bambola?» mi disse con tono malizioso.
«Torniamo dentro, qui fa freddo» gli dissi facendo un finto sorriso. Lui fece una smorfia ma mi prese per mano e rientrammo. Cercai con lo sguardo Nicole ma lei era molto impegnata a fare altro, non sapevo che scusa inventarmi per liberarmene. Stavo per andare in panico, specialmente perché mi stava riportando ai divanetti privati, ormai mi erano chiare le sue intenzioni.
Di solito non mi facevo problemi a pomiciare con degli sconosciuti, proprio perché erano sconosciuti. Decisi di prendere la situazione in mano e lo trascinai in pista.
Mi stava attaccato come una cozza e sentivo la sua erezione sbattere con la mia coscia mentre mi si strusciava addosso. Irrazionalmente il mio pensiero tornò ad una sera di un mese prima quando al posto di quel moro ubriaco c’era un biondo tinto con la maschera. Erano così diversi, in tutto e per tutto. Io e Niall eravamo entrati subito in sintonia ballando insieme e seguivamo uno i movimenti dell’altra senza alcuna fatica. E poi era molto più delicato e contenuto di quel pazzo che mi ritrovavo di fronte.
Per mia grande fortuna il telefono iniziò a squillare.
«Scusa.. torno fra poco» dissi allontanandomi e rispondendo al telefono, non avevo neanche controllato chi fosse. Cercai un punto dove lamusica fosse meno assordante, allontanandomi dalle casse, ma era comunque inutile. Lamusica era troppo alta e rimbombava senza sosta nella sala.
«Pronto» dissi tappandomi un orecchio e cercando di sentire la voce dall’altra parte.
«Liz? Dove sei?» La voce familiare di Marco mi giunse all’orecchio.
«Oh Dio marco mi hai salvato, ricordami di farti una statua quando torno!» urlai nel microfono del telefono per far si che misentisse.
«Cos’è successo?» chiese preoccupato
«Sono ad una festa in discoteca e c’è un tipo che mi ha già baciata e quando mi hai chiamata mi stava portando ai divanetti privati, poi mi si struscia continuamente addosso.. » dissi quasi disgustata.
«E da quando tu ti fai questi problemi?» chiese scherzando e conoscendomi fin troppo bene.
Più di una volta era venuto aprendermi da una serata sconvolgente e sapeva quello che combinavo di solito..
«Boh, è solo che mi sento.. strana. Non avevo voglia di baciarlo, né tanto meno di andare oltre.» risposi seria e confusa.
«Ok, allora cerca Nicole e tornate a casa anche perché è l’una» disse lui con tono autoritario. Anche a 1792 km di distanza cercava di prendere il controllo della situazione!
«Qui è mezzanotte… Comunque ora la cerco prima stava con uno non mi sembrava il caso di distur.. ah eccola » dissi avvicinandomi e tirandola per un braccio «Grazie Marco ti chiamo dopo anche perché qui c’è confusione e non riesco a sentirti bene» dissi attaccando.
Nicole mi lanciò uno sguardo annoiato.
«Che c’è?» chiese poggiando le mani sui fianchi.
«Niente, a che ora andiamo a casa?» chiesi sentendo le gambe chiedere pietà.
«Quando vuoi» rispose lei accennando un sorriso.
«E con il tipo?» chiesi indicando il ragazzo che era andato a prendere da bere. Non volevo farla tornare per colpa mia se aveva trovato qualcuno di interessante.
«Non credo che tra noi potrebbe mai funzionare» disse lei storcendo la bocca.
«Fantastico! Io non ce la faccio più, andiamo per favore? Sai il viaggio e il resto..» dissi esausta da quella giornata piena.
«Ok, andiamo a salutare Ellen» disse indicandomi una ragazza con un vestito blu.
«Chi è?» chiesi essendo la prima volta che la vedevo.
«Quella che ha dato la festa» disse afferrandomi la mano e portandomi a fare i saluti.
Era l’una quando mi infilai sotto le coperte al calduccio. Mi ricordai che non avevo più risposto a Niall e non avevo chiamato Marco ma ero troppo stanca per parlare quindi presi il telefono e invia un messaggio a Marco chiedendogli scusa e dicendogli che ci saremmo sentiti il giorno dopo.
Poi scrissi anche un messaggio per Niall.
“Biondo! Scusa se non ho più risposto, sono stata una po’ impegnata.. comunque ora vado buonanotte! x”
Poco dopo Nicole mi raggiunse sotto le coperte di quell’enorme letto, in cui sarebbero entrate comodamente quattro persone, e ci addormentammo
«Ragazze! Ci sono I cornetti caldi se vi sbrigate» ci chiamò Lily bussando alla porta.
Aprii faticosamente gli occhi e mi girai a guardare Nicole che non dava segni di vita.
La strattonai per un braccio e cercai di svegliarla.
«Cinque minuti» farfugliò lei con gli occhi ancora ben chiusi.
«Oh Dio sei peggio di me» dissi ridendo e dandogli un cuscino in faccia. Lei mugugnò contrariata.
«Non posso farcela» balbettò stringendosi più forte al piumone.
«Nicole, alza quel tuo bel culetto.. ORA!» dissi urlandole all’orecchio. Era l’unico modo per farla alzare.
«Ok, ok! Basta che non urli» biascicò con la voce impastata dal sonno e strofinandosi gli occhi.
«Dai andiamo giù a fare la colazione!» la spronai infilandomi una vecchia felpa di mio fratello visto che avevo dormito in canottiera.
Scendemmo le scale e trovai la sua famiglia seduta a tavola a mangiare.
«Buongiorno Brian» salutai il padre di Nicole che il giorno prima non avevo avuto occasione di vedere.
«‘Giorno Liz, e bentornata! » disse sorridendo. Ci sedemmo e facemmo colazione insieme, erano circa le undici.
Mi mancava sedermi a tavola e fare colazione con la mia famiglia.
Ogni tanto provavo un po’ di invidia per Nicole. Non per i soldi, ma perché lei poteva ancora fare una cosa semplice come sedersi a tavola con i propri genitori.
La triste verità era che a Londra mi sentivo molto più a casa di quanto non mi ci sentissi a Roma con i miei nonni.
Loro erano fantastici e, senza dubbio, mi volevano bene. Purtroppo questo a volte non batava a far si che fossimo una vera famiglia.
«Oggi pomeriggio esco con Josh..» mi disse Nick mentre tornavamo in camera.
«Mmm ok, ma dopo ieri sera.. hai intenzione di lasciarlo vero?» le chiesi ripensando a lei che baciava quel moretto.
«Sì, lo lascerò» disse decisa e scegliendo i vestiti da mettersi.
«Ok, io allora andrò a fare un giro per Londra» dissi sperando di trovare il negozio di cd sulla Rosen street aperto.
«Tanto torno presto, stasera pizza, che ne dici?» chiese sorridente.
«Per me è perfetto!» risposi d’accordo. La pizza andava sempre bene.
Ci lavammo e ci vestimmo intanto presi il telefono e mi accorsi che Niall mi aveva risposto la sera precedente.
“Ok non ti preoccupare! :) Ci sentiamo domani! ‘notte xx“
Decisi di scrivergli un messaggio di risposta.
“Buongiorno biondino! Tutto ok? Ieri sera mi sono addormentata, ero troppo distrutta! Com’è finita la canzone che stavate scrivendo tu e Bieber?” dopo aver inviato mi ricordai anche di Marco così lo chiamai. Dopo mezz’ora Niall ancora non mi aveva risposto probabilmente stava ancora dormendo dato che era domenica.
Intanto io e Nicole ci eravamo preparate per andare a pranzo da sua nonna.
Mi trattavano come sefossi davvero una di loro, come se fossi una figlia e una nipote.
Io non potevo che amarli, perché loro mi erano stati accanto nei momenti più difficili.
Dopo pranzo tornammo a casa e finalmente Niall mi rispose
“Non l’abbiamo finita! Mi mancava l’ispirazione! Che fate oggi tu e la tua amica?“
Come al solito curiosava nella mia vita.
“Niente, lei esce con il ragazzo e io probabilmente farò un giretto per Londra! Tu invece con quale popstar passerai la giornata?” scrissi ironica. Inviai e posai la borsa sul letto, infilai nel lettore cd Ed Sheeran e alzai leggermente il volume dello stereo. In quel momento il telefono vibrò.
“Ahahah! No, oggi con nessuna popstar! I ragazzi escono con le fidanzate e mi hanno lasciato da solo! Magari esco anche io a farmi un giro!”
Fantastico, entrambi eravamo stati lasciati da soli dai nostri amici per stare con i fidanzati/e..
“Forte… e poi ci incontreremo per strada, tipo come succede nei film! Ahahah“
In quel momento mi fermai a guardare un poster di Niall. Stavo parlando con un ragazzo di cui la mia migliore amica aveva un poster a grandezza naturale. La situazione era piuttosto bizzarra.
“E se invece andiamo insieme? In fondo ti avevo detto che saremmo usciti un giorno di questi! Perché non oggi? A quanto pare non abbiamo nulla di meglio da fare” Il mio battito cardiaco accelerò, non sapevo perché ma ero un po’ nervosa.
“Sarebbe bello.. ma tu non puoi girare per Londra come una persona normale.. le fan ti assalirebbero , no?”
Chiesi quasi sperando che ritirasse la proposta.
“Solo se mi trovano! Magari possiamo andare da qualche parte dove non c’è tanta gente! ;)”
Ecco,le cose andavano peggiorando. Io e lui in un posto isolato. Potevo rifiutare?
Pensai davvero di inventarmi qualche scusa, ma alla fine accettai.
Un posto isolato poteva essere il parchetto. Nicole uscì dal bagno così ne approfittai.
«Hey Nick ma il parchetto quello a cinque minuti da qui è ancora abbandonato?» chiesi cercandodi essere disinvolta.
«La sera è pieno di drogati ma a quest’ora c’è il deserto, perché?» chiese lei stranita dalla domanda.
«Così» dissi facendo spallucce.
«Va bene ne riparliamo stasera» disse alzando un sopracciglio poco convinta dalla mia risposta.
«Ci vediamo stasera per cena» la salutai dandole un bacio sulla guancia per poi tornare al telefono.
Scrissi la via a Niall e lui non si attardò a rispondere.
“Ok! Ci vediamo lì tra mezz’ora? :)”
Stavo davvero per uscire con Niall Horan di nuovo?
“Va bene.. a dopo!”
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Condividiamo le ali.
FanfictionLiz è una ragazza qualunque che vive nella grande città di Roma, ma lei non riesce a definirsi "normale". Quell'aggettivo non lo trova appropriato per descrivere se stessa. Niall è un ragazzo famoso, legato alla famiglia e alla sua città natale. Nea...