Il passato è passato solo se non è presente.

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Cosa vuoi che sia?
Passa tutto quanto,
solo un po' di tempo e ci riderai su.
Cosa vuoi che sia?
Ci sei solo dentro...

 


Nicole’s pov.
 
«Che fai qui?» chiede Harry entrando nello sgabuzzino e fissandomi con sguardo interrogativo.
Alzo la testa a raddrizzo le spalle che si scontrano con il muro a cui sono poggiata.
Si piega sulle ginocchia per stare alla mia altezza e allunga una mano sfiorandomi la guancia  e accarezzandomi dolcemente, facendomi venire i brividi.
«Siamo tutti di là, vieni?» domanda poco convinto.
Probabilmente dalla mia espressione ha capito che non ne ho molto voglia.
«Ho mal di testa» gli spiego, sperando che non insista per portarmi in mezzo agli altri.
«Oh, piccola» dice dispiaciuto; si sporge e mi sfiora la bocca con la sua in un bacio delicato.
«Meglio?» chiede ironico, sorridendo.
«Un pochino.»
«Allora vediamo di curare un po’ questo mal di testa, èh?»
Mi bacia ancora, lentamente, gustandosi a pieno questo momento.
Mi tira le gambe verso lui e mi fa scivolare in modo che la mia schiena aderisca al pavimento. Mi stringe i fianchi nelle sue ginocchia e torna a baciarmi con più passione: sento la sua lingua leccarmi le labbra che si schiudono dopo un accenno di resistenza; gli mordo un labbro tirandolo, mentre le sue mani scorrono dolci sul mio corpo.
Si allontana qualche centimetro guardandomi negli occhi: li ha così verdi e lucenti da far invidia agli smeraldi. Stupidamente, penso ad una foto che ho nel cellulare che usavo come sfondo qualche anno fa. Le cose sono cambiate così tanto…
«Non hai idea di quanto io sia contento... Averti qui è molto più di quanto sperassi» confessa arrossendo leggermente.
Gli sorrido imbarazzata, non so davvero cosa dire in proposito. Non so ancora se crederci, a volte ho paura di svegliarmi da un momento all’altro.
Fortunatamente non sembra aspettare una risposta e mi bacia di nuovo. Il contatto del suo corpo contro il mio, mi da la conferma che è tutto vero.
Il suo cellulare squilla, ma non sembra voler rispondere; il fastidioso suono però, rovina l’atmosfera e ci stacchiamo malvolentieri.
Sbuffa prima di rispondere. Lo ascolto borbottare che non è sparito, è solo in bagno.
Ridacchio e lui mi lancia uno sguardo provocatorio che però si spenge appena prima di chiudere la chiamata.
«Devo andare» dice scocciato. «Rimani qui se vuoi, ma fossi in te tornerei in albergo.»
«No, ti aspetto» lo tranquillizzo mentre si risistema.
«Mi sbrigo, allora» dice prima di lasciarmi un bacio sulla fronte.
Sto conoscendo un nuovo Harry e mi piace ancora più di prima, mi chiedo solo quanto tutto questo durerà; non è facile vivere i propri sogni quando sono diversi da come li immaginavi, non c’è niente di perfetto.
Lo guardo uscire e non appena la porta si richiude, tiro fuori il telefono: ho bisogno di parlare con qualcuno.
 
«Ciao» saluto Liz nella fotocamera del mio telefonino.
«Ciao» risponde lei con un sorriso tirato al limite. Capisco subito che qualcosa non va.
«Come stai?» chiedo indagando.
«Bene, tu?» replica immediata.
La sua immagine è leggermente distorta, ma questo non mi impedisce di vedere i suoi occhi contornati dai segni della stanchezza, o il suo gesticolare nervoso.
«Bugiarda» il mio tono l’azzittisce e per qualche secondo rimaniamo a fissarci attraverso lo schermo.
«Tu come stai?» domanda successivamente, come se non avessi detto nulla.
«Ti ho fatto una domanda» insisto rivolgendole uno sguardo severo.
«E io ti ho dato una risposta; se tu non ci credi, la cosa non mi riguarda» dice fredda. Il distacco che c’è nella sua voce mi ferisce.
Non era così che volevo andasse a finire questa conversazione.
«Credevo fossi la mia migliore amica… E’ un po’ di tempo che mi chiedo se lo sei ancora» non vorrei farle vedere quanto ci sto male, ma non posso nascondermi, non sono come lei.
«Dio, Nicole! Come sei tragica… Passare tutto questo tempo con quella gente non ti ha fatto bene. A proposito, com’è il tempo lì in California?» 
Non accetto la provocazione.
«Non sono tragica, Liz. E’ dal tuo compleanno che ti comporti così… Non ti fai sentire mai, quando mi scrivi è solo perché ho iniziato io e a volte non mi rispondi neanche. Non ti importa niente di come sto o di quello che sta succedendo» non vorrei accusarla così, ma non mi lascia scelta.
«Sei in tour con il tuo ragazzo, giri il mondo con i tuoi amici, partecipi alle feste dei VIP e vai continuamente ai loro concerti! Non mi importa niente di ciò che succede lì!» ribatte aggressiva.
«Con Liam però ci parli, quando parli con lui ti interessa cosa succede qui, èh?»
La vedo esitare, poi abbassa lo sguardo. Forse ho esagerato.
«Senti Liz, se stai ancora male per Niall non devi nasconderlo, non a me, capito?» cerco di intuire il problema, ma dal suo sguardo deduco che ci sia qualcos’altro.
«Non sto male per Niall. Non mi importa più, è un capitolo chiuso» risponde decisa e sincera più di quanto non lo sia stata negli ultimi mesi.
«Allora cos’è che non va?»
«Niente» ribadisce con tutta la convinzione che può. «E’ solo un periodo strano» conclude stringendosi nelle spalle.
Decido di crederle, per cui cambio la direzione della nostra chiacchierata.
«Mi sento soffocare» sputo fuori quelle parole come se quelle stesse mi stessero impedendo di respirare.
Liz mi guarda confusa e mi sprona ad andare avanti.
«Harry è un uragano e mi ha travolta. Mi piace stare qui con lui, ma è sempre così pieno di energie e loro ci sballottano da un posto all’altro: interviste, albergo, prove, albergo, interviste, show, after-party, albergo, altra città e ricomincia tutto da capo. Non ho idea di come facciano i ragazzi a sopportare tutto ciò! Poi a me non va di rimanere in albergo da sola, mi annoierei troppo... E molti del loro staff ancora sono restii alla mia presenza qui: mi sento a disagio e non saprei come dirlo ad Harry. Gli lasciano pochissimi giorni liberi, ma non riusciamo a stare tranquilli neanche in quel poco tempo: lui è troppo attivo e mi porta a conoscere gente, a feste e quant’altro»
«Dovresti dirglielo. Tenere segreti non farà che peggiorare le cose…» il suo sguardo triste lascia intendere che è qualcosa che ha provato lei stessa e non posso fare a meno di notare quanto Niall l’abbia cambiata.
«Non voglio smorzare il suo entusiasmo, tutto qui… Però proverò a parlarci» mi arrendo.
Ha ragione lei: è la cosa migliore da fare…
«Vorrei che tu fossi qui, sarebbe tutto più facile» confesso incapace di trattenermi.
La vedo arricciare il naso in una smorfia che non vedevo da un po’.
«Non credo sarebbe una buona idea… Sarebbe imbarazzante vedere Niall tutti i giorni» risponde scettica.
«Io e Marco comunque siamo un po’ preoccupati. Dovresti iniziare ad uscire con qualcuno di nuovo, sai? Non sarebbe per niente male.»
«Voi vi preoccupate troppo! Ne ho uno nuovo… usciamo sempre insieme, mi accompagna ovunque» dice misteriosa, incuriosendomi.
«Liz! Perché non mi ha detto niente?! Quant’è che uscite?» la tartasso di domande e lei non tarda poi molto a fornirmi informazioni.
«Un mesetto circa, non credo di poterne trovare uno meglio, questo è il top» mi concede un sorriso divertito.
«Sei cotta! Siete stati già a letto insieme?» lei continua a sorridere raggiante.
«Viene a letto con me praticamente tutte le sere!» risponde entusiasta, soddisfatta.
«Wow, ci date dentro… Come si chiama?» non vedo l’ora di cercarlo su internet e scoprire qualcosa di lui.
«Elisabetta.. Lo so, lo so… non è molto originale dare il proprio nome ad un ipod» la sua espressione rimane seria mentre lo dice.
Scuoto la testa e mi do una manata in fronte.
«Signore, aiutala tu!» esclamo in una preghiera facendola scoppiare a ridere.
E’ sempre lei, la mia migliore amica: non cambia mai.
«Scusa Nick… Dovevi vederti, eri così elettrizzata!» dice tra le risate.
Alla fine contagia anche me… Se non altro direi che non c’è niente da chiarire, è sempre la solita su certe cose… E’ sempre la mia migliore amica.
 
 
Niall’s pov.
 
«Liz! Perché non mi ha detto niente?! Quant’è che uscite?»
Liz.
Mi arresto immediatamente.
Nicole deve essere al telefono con lei… La curiosità non mi lascia scelta: accosto l’orecchio alla porta e origlio qualche battuta.
«Sei cotta! Siete stati già a letto insieme?»
Ci metto qualche secondo ad elaborare il significato delle frasi che sento e il mio cuore prende a battere incontrollato.
La conclusione è semplice da trarre: sta con un altro.
«Wow, ci date dentro… Come si chiama?»
Questo è decisamente troppo, mi costringo ad allontanarmi.
Scappo via e vado incontro alla prima porta d’emergenza che trovo, aprendola e catapultandomi fuori.
Sta con un altro.
E’ innamorata di un altro.
C’è stata a letto insieme.
Percepisco i miei battiti esageratamente impazziti e sento la rabbia incendiarmi le vene e propagarsi ovunque.
Mi sento così stupido… Come potevo sperare che rimanesse ad aspettare che cambiasse qualcosa tra noi?
La immagino sorridere e ridere per le battute di lui… Mani che non sono le mie scorrere sul corpo, toccarla…
Immagino braccia estranee circondarla… Chissà se lui riesce a calmarla, a starle vicino come facevo io.
Magari lo fa anche meglio... Magari lui riesce ad amarla in un altro modo, magari lei ora sta bene. E non grazie a me.
Cerco di scacciarla, ma l’immagine del suo corpo che si contorce per il piacere è sempre più vivida e dettagliata… I suoi gemiti, il suo ansimare, il suo tocco provocante e fugace…
Non vorrei, eppure la immagino mentre sta a letto con lui, qualcuno che riesce a soddisfarla meglio di me…
Dio.
Pensarla con un altro mi manda il sangue al cervello, vorrei andare lì e spaccare la faccia di questo ragazzo… Prenderlo a pungi fino a sanguinare, fino a perderci i sensi…
Ma no, lui la fa stare bene, mi dico. Sì, lui la sta aiutando. Devo esserne felice.
No, è inutile cercare di mentire a me stesso, non ci riesco ad essere felice. Non posso quando so che non mi appartiene più… E questa ne è la conferma definitiva.
E’ stata con lui, chissà quante volte.
Mi sento tradito e ferito anche se non ne ho il diritto.
Sono stato così stupido... tutti questi mesi ho rimandato l’inevitabile, ma è ora di fare qualche passo avanti. Non posso continuare così.
Io non posso più provare qualcosa per lei.
E’ solo gelosia. 
Siamo stati insieme, è normale restarci male, no?
Ero io ad addormentarmi con lei una volta e ora qualcuno ha preso il mio posto.
E’ solo un po’ di innocente gelosia. 
Io non ci sto più così dentro, io non sono più innamorato di lei. Io sono andato avanti, come ha fatto lei.
Chiamo Barbara e mi dice di raggiungerla al suo albergo.
Ultimamente passiamo tantissimo tempo insieme, lei mi fa stare bene.
Mentre sono sul taxi non riesco a fermare il tremolio alla gamba sinistra: sono troppo nervoso. L’autista mi lancia un’occhiataccia ma lo ignoro; l’unica cosa che mi importa è arrivare a destinazione.
Corro dentro le porte automatiche, consapevole che qualche paparazzo mi abbia visto e probabilmente immortalato ma me ne frego, ormai ci sono foto di me e lei ovunque.
Corro su per le scale per scaricare l’adrenalina e poco dopo trovo due occhioni blu accogliermi nella solita stanza che ormai da quattro giorni ci fa da casa.
E’ bellissima, come sempre; ha il sorriso stampato in viso come ogni volta che ci vediamo.
Non le lascio neanche il tempo di parlare e mi avvento sulle sue labbra, spingendo il suo corpo indietro.
Sembra sorpresa quando le mie labbra si muovono veloci e desiderose sulle sue.
Mentre la mia lingua cerca la sua e ci si avvinghia, le sue mani finiscono per aggrapparsi ai miei capelli, facendomi rabbrividire.
E’ questo che voglio. E’ lei che voglio.
Riprendiamo un momento fiato e ne approfitto.
«Non hai idea di quanta voglia avessi di vederti» dico respirando sulle sue labbra, pronto ad un secondo attacco.
«Ho notato» risponde sorridendomi complice.
Sento una voglia irrefrenabile bruciarmi dentro e mi dedico al suo collo: prendo di mira un punto sensibile e comincio a torturare quella porzione di pelle con la mia bocca, leccandola e soffiandoci sopra; le viene la pelle d’oca. Quando poi inizio a succhiarla piano, geme il mio nome.
 
«Dio, Niall… Così, ah… Mi lasci i segni…»
Rido sulla sua pelle candida e morbida e il suo odore così assuefacente mi inebria completamente.
«Non è colpa mia se sei così irresistibile» dico prima di tornare a succhiarle quel lembo di pelle e, non appena lo faccio, ricomincia ad ansimare.
 
Scaccio bruscamente la voce di Liz dalla mia testa e porto la mano al bottone dei suoi jeans e lo slaccio, poi tiro giù la zip. La mia mano le accarezza un fianco, per poi introdursi sotto l’orlo dei suoi slip.
E’ con lei che voglio stare, non con un fantasma del passato.
 
«Non possiamo, ci aspet.. ah, cazzo» ansima al mio orecchio mentre la mia mano massaggia le sue parti più sensibili. La torturo per un po’, e a lei sembra piacere.
«Okay, allora andiamo, se ci aspettano…» dico ritirandomi. 
«Sai cosa? Possono anche aspettare.» mi riferisce con gli occhi lucidi e le guance arrossate. 
Le sorrido, consapevole di avere tutta la colpa.
La sollevo e la faccio sedere sul mobiletto del bagno e mi insinuo tra le sue gambe mentre lei mi slaccia i jeans.
«Dovresti smetterla di provocarmi così, ogni volta» il suo tono contrariato è solo una finta, infatti poi mi ride sulle labbra.
«Che posso farci se non ne ho mai abbastanza?» Mi sfila la maglietta azzittendomi e passa le sue unghie sulla mia pelle, poi i polpastrelli si chiudono attorno alle mie spalle prima di arrivare al collo e risalire su, perdendosi tra i miei capelli.
 
Le sue mani sotto la mia maglietta sono troppo caute, troppo insicure.
Ci divoriamo le labbra e c’è un continuo scontro tra le nostre lingue: lottano per il dominio, ma inutilmente. Questa partita è già persa...
Quando sto per portare la mia mano ancora più giù, mi ferma.
Si blocca tutto, in un istante.
Mi perfora gli occhi con il suo sguardo dolce e deluso.
«Niall… fermo, per favore» mormora riprendendo fiato.
«Che c’è? Credevo lo volessi anche tu» dico tentando di baciarla nuovamente con l’unico risultato di essere respinto, ancora.
Ogni volta che ci avviciniamo a fare qualcosa, puntualmente veniamo interrotti da qualcuno o da qualcosa.
«Io vorrei fare sesso con te, tantissimo Niall. Così tanto che anche la notte sogno di poterti avere…» le sue guance prendono il colore del fuoco mentre parla, ma non si trattiene.
«Allora qual è il problema?» chiedo, quasi arrabbiato.
«Tu» risponde prendendomi alla sprovvista. Mi spiazza, con il suo sguardo innocente.
«Niall… Tu mi piaci da impazzire…» chiude un attimo gli occhi e capisco che sta scegliendo le parole da usare. Qualche istante dopo continua determinata.
«Ma tu non sei bravo a mentire, tantomeno a nascondere ciò che provi. E lo so che sei innamorato di un’altra, l’ho capito la sera stessa che ci siamo conosciuti» la fermezza delle sue parole mi spaventa.
Non può esserne così sicura.
«Questo non è vero» mi difendo senza però riuscire a dire di più.
«Andiamo Niall, è così evidente… Quando parlo non mi ascolti mai per intero; spesso hai lo sguardo perso nel vuoto e l’altra mattina, quando siamo andati fare colazione, ti avevo chiesto di ordinare del bacon e tu mi hai portato pancakes. Io non sono lei, Niall. Devi chiarirti le idee, anche se secondo me stai solo facendo finta che non ti importi più, stai solo provando a dimenticarla. Non lo so cosa ti passa per la testa, so solo che io non voglio essere un ripiego, non sono la seconda scelta di nessuno.»
Mi sento messo all’angolino: questa è solo l’ennesima botta e mi sa che sarà quella letale, perché non mi sono mai sentito peggio.
«Non è vero, io non sono innamorato di lei, non più..» cerco di convincere me stesso più che lei. Mi passa la mano nei capelli, con fare dolce, è così bella..
«Non sai quanto vorrei che fosse vero.»
 
 
Liz’s pov.
«Ragazzi! Ho una sorpresa per voi! Però promettetemi che farete i bravi» non riesco a non sorridere vedendo i loro visini pieni di eccitazione.
Liam entra e vedo scatenarsi il pandemonio.
Due bambine gli corrono incontro e gli si attaccano addosso, qualcuno più timido rimane indietro ma si avvicina, piano piano. Poi c’è Clelia che rimane a fissarlo paralizzata con gli occhi che luccicano; è una ragazza magrolina, dai capelli castani e ricci. I suoi occhioni verdi non riescono a staccarsi dalla figura che è a qualche metro da lei. Ha 16 anni, è la più grande, e credo che abbia una bella cotta per il ragazzo che è qui.
Liam ride mentre viene strattonato e assalito dai bimbi. Oltre le labbra incurvate, gli si formano le rughe d’espressione ai lati degli occhi; è un’immagine che probabilmente non riuscirò mai a levarmi dalla testa.
«Non dovevate fare i bravi?!» chiedo cercando di staccarglieli da dosso.
Liam mormora dei “ciao” e “bellissima” alle bimbe che non ne vogliono sapere di andarsene.
Quando finalmente riusciamo a fare mettere tutti seduti a terra in semicerchio, mi sento più tranquilla; so che la suora ci sta osservando da lontano, ma l’unica cosa che mi interessa davvero è far sorridere un po’ questi ragazzi. 
Tutti fanno un sacco di domande, e io faccio da mediatrice e da traduttrice; Liam dice qualche parola in italiano e le bambine -soprattutto- si emozionano. Vedo però che anche i ragazzi non sono indifferenti: Adriano lo guarda con ammirazione, Michele sembra geloso di come Ludovica guarda Liam. 
Dopo 10 minuti buoni, vedo Adelaide che reclama la mia attenzione: gattona verso di me, un po’ spaventata da tutto il frastuono. Ha 11 mesi ed è la mia preferita… Ha pochi capelli, chiari e rilucenti e due occhioni blu che sono come calamite per i miei. Ne approfitto e colgo la palla al balzo.
«Clelia, vieni tu a fare da traduttrice, io mi occupo di Adelaide» dico disinvolta. 
Clelia mi guarda spaventata; mi fa cenno di no con la testa, ma non demordo. 
«Dai tu conosci bene l’inglese, forza, vieni» dico alzandomi e cedendole il posto.
Lei si alza e la vedo tremare un po’, poi si siede accanto a Liam ed è rossa come un peperone; mi fa tenerezza, si vede che il castano le piace tantissimo. 
Senza farmi vedere da Liam, le faccio un occhiolino e lei mi lancia uno sguardo truce.
Mentre ascolto le parole impacciate di Clelia, gioco con Adelaide; è troppo piccola per sapere chi c’è oggi... E’ la più piccola del gruppo, è stata lasciata qui qualche mese fa, la madre è sparita. E’ così piccola e pura… Come hanno potuto abbandonarla? Non riesco proprio a capire! 
Inutile negarlo: sono pazza di lei. Con le mani paffute cerca di acchiapparmi i capelli e, quando ci riesce, ride. Mi piace questo di lei, ride sempre. 
Sono così assorta da lei da non accorgermi degli altri. 
«Liz, dove l’hai lasciata la chitarra?» domanda Liam riportandomi alla realtà.
«Oh, è all’entrata. La prendo» mi affretto ad alzarmi e mi porto Adelaide in braccio. Con la mano libera afferro la custodia e la porgo a Liam.
La suora è in un angolino e mi mette un po’ d’ansia, però si gusta la scena: la vedo sorridere... è evidente che oggi qui si respira un’aria diversa.
Liam tira fuori la mia vecchia chitarra dal fodero e la accorda, poi inizia a suonare e cantare What makes you beautiful, chiedendomi di aiutarlo.
Canticchio anche io, anche se sono stonata. Rimango stupita dal fatto che sappia suonare così bene la chitarra.
Suoniamo qualche altra canzone, poi dico a Liam che è meglio se andiamo, o non ci mollano più. Prima di andare via gli chiedo di salutare Clelia e gli spiego che lei è praticamente cotta; lui ridacchia e mi dice che ci pensa lui.
Lo vedo avvicinarsi a lei, che non è mai stata tanto imbarazzata in vita sua; scambiano qualche parola, poi si abbracciano. 
La suora mi si avvicina e «Quello che hai fatto oggi per loro è stato impagabile. Ringrazia il ragazzo anche per me» mi dice con voce d’approvazione.
«Volevo solo vederli sorridere» dico, anche io in imbarazzo. 
 
Mi sento troppo in colpa.
Nicole ha ragione, ormai parlo più con Liam che con lei… Non so neanche il perché, è solo che con lui mi viene così spontaneo parlare… e invece con Nicole non ci riesco più.
Non voglio perderla, è pur sempre la mia migliore amica. Devo solo capire cosa mi stia succedendo… magari lo sapessi!
Il mio telefono squilla, e sono consapevole che Niall ha appena scritto qualcosa; ho attivato le notifiche per i suoi tweet: appena ne scrive uno, mi arriva un messaggio.
E’ che mi piace leggere cosa scrive… Ma forse è arrivata l’ora di disattivarle le notifiche.
Apro il messaggio e le parole che leggo mi spiazzano.
“Ricorderò comunque, e so che non vorrai”
Le rotelle nella mi testa iniziano a girare… E’ il primo verso di ‘Ti satterò una foto’, la canzone che ho suonato all’albergo quando ci siamo incontrati a Milano.
Sento il cuore impazzire nel petto, ma mi dico che è solo una canzone che gli piace e non vuol dire niente che è italiana, o che lui l’abbia scritto in italiano.
Non deve per forza essere riferito a me, anzi, di sicuro non lo è... E’ solo una stupida canzone, che tra l’altro ha sul suo iPod visto che gliel’ho passata io.
E poi ho visto le varie foto con la sua nuova fiamma, la modella Barbara Palvin. Sono carini insieme, sembrano davvero fatti l’uno per l’altra.
Immagino che ora che sta con lei il mio pensiero non lo sfiori nemmeno…
Poi, però, mi tornano in mente le mie stesse parole: «Vorrei che tu dimenticassi tutto ciò che c’è stato tra di noi» e allora mi chiedo: perché?
Perché Niall, continui a tormentarmi?
 

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