Rischiare.

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 Liz’s pov.
 
«Marco, ho bisogno di te. Avevi ragione.» singhiozzo disperatamente nel microfono del telefono.
«Piccola, cos’è successo?» chiede preoccupato.
«Niall. Avevi ragione, avevi ragione su tutto.» riesco a dire prima che un singhiozzo mi interrompa.
«Cos’è successo?»
«Non funzionerà mai! Voglio tornare a casa, ti prego.» lo supplico mentre le lacrime continuano a scuotermi.
Le mani mi tremano violentemente e questo è un brutto segno.
«Dove sei?»
«Non lo so.» piango ancora e sento io stessa la disperazione nella mia voce.
Vorrei solo essere in camera mia e avere il mio migliore amico vicino.
«Ascoltami. Liz, ascoltami.» scandisce bene le parole, cerca di attirare la mia attenzione.
«Okay» riesco a pronunciare tentando di asciugarmi le lacrime che però continuano a scendere.
«Calmati. Respira profondamente.» eseguo gli ordini ma il cuore sembra comunque voler uscire fuori dal petto e magari scappare. Marco comincia a contare e io cerco di seguirlo, ma sono ancora agitata e scoppio a piangere di nuovo.
«Liz» sento una voce chiamarmi, ma non è Marco.
Mi alzo in piedi di scatto e mi volto.
Niall è incappucciato e porta la sciarpa fin sopra il naso: l’unica cosa che posso vedere sono i suoi occhi, ma mi sono più che sufficienti per riconoscerlo.
Indietreggio di qualche passo.
Non voglio vederlo, non voglio che mi parli: ho bisogno di capire cosa stia succedendo. Ho bisogno di capire cosa mi stia succedendo.
Lui avanza a passo deciso verso di me.
Faccio altri passi indietro e lui capisce che non voglio si avvicini, così si ferma.
Rimaniamo a fissarci scrutandoci a vicenda, senza sapere cosa fare o cosa dire finché sento il mio migliore amico chiamare il mio nome dal telefono.
Niall punta gli occhi sull’iPhone che lui stesso mi ha regalato e scuote la testa.
Si abbassa la sciarpa per parlare.
«Non posso crederci.»
Avanza veloce senza darmi il tempo di realizzare e mi prende il telefono, attaccando.
Vedo il fuoco nei suoi occhi e questa cosa non mi piace per nulla.
«Litighiamo e tu ovviamente non perdi tempo per avvertirlo, vero?» il suo tono è aggressivo.
Le lacrime scendono ancora sul mio volto e sento il corpo tremare. Cammino indietro finché non  sento il muro che mi blocca. Lui mi raggiunge e mi costringe tra il suo corpo, le sue braccia e il muro.
Chiude gli occhi e respira profondamente, poi li apre e li punta nei miei.
Lo guardo e non riesco a capire se è la stessa persona che avevo di fronte quella sera in discoteca a Milano.
«Non puoi scappare ogni volta che vieni ferita. Non è così che funziona, Liz.»
Distolgo lo sguardo tentando di asciugarmi le lacrime; il suo rimprovero mi fa sentire infantile, molto più di quanto non vorrei.
«Lasciami» la mia voce è un sussurro, ma sono sicura che lui mi abbia sentita.
«No.» mi nega categorico.
Il suo corpo si fa ancora più vicino al mio.
«Lasciami andare» ringhio a denti stretti.
«No. Sfogati con me, prendimi a pungi, a parolacce, aggrediscimi, piangi, ma non chiamare gli altri. Non scappare, cazzo!»
«Vuoi che mi sfoghi?» gli urlo in faccia, spingendolo forte con le mani tentando di allontanarlo inutilmente.
«Non hai capito niente di me Niall, niente! Ti odio per aver anche solo pensato che io mi comporto da vittima, e sai una cosa Niall? Io sono una vittima! E’ come se quell’incidente l’avessi fatto io, la mia vita quel giorno è finita: ho perso ogni cosa che avevo, e se sono instabile adesso, non puoi biasimarmi perché io ci sto provando, dannazione! Ci provo ogni santo giorno a far finta che vada sempre tutto bene, anche quando il dolore continua a crescere e lo sento divorarmi. Ci combatto ogni giorno, ogni giorno! E tu mi dici che sono melodrammatica?! Se non te ne sei accorto la mia vita è un dramma! Ma io te l’ho detto dall’inizio, te l’ho detto subito; sei tu che l’hai ignorato quindi adesso non lamentarti se sono quella che sono!» urlo con la voce che si rompe per le lacrime.
«Ora lasciami andare» lo prego ma lui rimane fermo.
«No. Voglio sapere perché sei scoppiata all’improvviso.» i suoi occhi continuano a scrutarmi.
«Oh, andiamo Niall! Davvero non capisci? Vedere la tua famiglia, tutto questo amore... tutto quello che io desidero avere e poterlo solo sfiorare...
Tua madre che mi odia e tu che mi tieni segreta una migliore amica con cui hai condiviso chissà cosa... Mi sento implodere! Hai idea di quanto io mi stia fidando di te? Non è da me prendere e partire all’improvviso, ma l’ho fatto. Ho superato il limite Niall, e se pensavo di potercela fare mi sbagliavo. Non ci riesco... Questa cosa non fa per me, non sono pronta. Non riusciremo mai a stare insieme, e tu poi vorresti che fossimo una coppia normale quando non lo saremo mai... Voglio solo tornare a casa e restarci!»
«Vuoi lasciarmi?» chiede incredulo.
«Voglio solo andare a casa.» una lacrima scende prepotente bagnandomi il viso.
«Liz guardami, ti prego.» mette una mano sotto il mio mento e mi obbliga a guardarlo, ma non c’è traccia di tutta l’insicurezza che è caratteristica del suo essere.
«Non ti lascerò rovinare tutto, capito? Perché lo so che mi ami, e anche io ti amo, Liz. Non lascerò che la paura ti controlli di nuovo.»
Rimango impietrita dalle sue parole, come sempre.
«Niall...» cerco di oppormi, ma lui mi blocca.
«No Liz, ti ho lasciato parlare, ora ascoltami tu! Ero arrabbiato, non volevo dire davvero quelle cose, okay? So che non ti piace essere considerata una vittima, me lo ricordo sai? Me l’hai detto la prima volta che siamo usciti a Londra, al parco. E sono nervoso perché mi sento in colpa, hai ragione: tu mi hai parlato di Marco e io avrei dovuto parlarti di Olly.
Ma pensa a tutto quello che abbiamo passato da quando ci conosciamo ad ora: pensa ad ogni cosa, ad ogni passo avanti che abbiamo fatto; pensaci Liz, pensa a come ti sentivi quando abbiamo dormito insieme la prima sera, a come ti sentivi quando siamo andati a vedere le stelle, a quando mi sono presentato sotto casa tua e quando mi hai trascinato in giro per Roma, a quando abbiamo fatto l’amore per la prima volta.
Pensaci e dimmi che non è ne è valsa la pena, che non è vero che mi ami, che era solo una bugia.»
Nella mente mi passano flash di quelle scene e l’unica sensazione che riesco a ricordare è la felicità.
Come faccio a dirgli che non ne vale la pena? Come faccio a dirgli non è vero che lo amo?
Non posso, perché mentirei.
«Non so se posso continuare così, Niall»  vorrei solo potermi rassegnare e tornare alla vita di sempre.
«Non è vero, sei più forte di così, Liz. Ti conosco e sono qui per te, quando lo capirai?»
Scuoto la testa, sono troppo confusa.
«Liz, sai cosa? Sono arrabbiato. Sono incazzato perché invece di dirmi che c’era qualcosa che non andava, hai lasciato che tutto questo ti corrodesse dentro. Lo fai sempre! E’ da quando ci conosciamo che ogni volta che qualcosa non va ti tieni tutto per te e non mi dici niente; perché non lasci che io ti aiuti? E sono arrabbiato perché dobbiamo arrivare a litigare per riuscire a parlare di queste cose!
Sono arrabbiato perché scappi sempre via... E sono fottutamente geloso, okay? Vorrei che tu ti fidassi di me, vorrei che tu non avessi bisogno di chiamare lui ogni volta; vorrei che tu chiamassi me.
Ma sai una cosa? Io non mi arrendo: bisogna lottare per le cose in cui crediamo e se c’è una cosa in cui credo senza riserve siamo noi due.»
Sento le lacrime bollenti rigare il mio viso e mi chiedo se non abbia sbagliato lavoro: forse avrebbe dovuto fare l’avvocato o il politico... potrebbe convincere chiunque di qualunque cosa con quegli occhi blu! Perfino convincere me a non mollare, e questo la dice lunga...
Poggio la testa al suo petto e mi abbandono nella sua stretta rassicurante che si fa più forte intorno al mio corpo che ora aderisce al suo perfettamente.
E’ come se mi stesse chiedendo di lasciarmi cadere da un burrone senza avere la minima idea di quanto sia profondo o di cosa ci sia sotto. L’unica cosa che so è che lì in fondo c’è lui e, forse, questo mi basta a decidere che per una volta rischiare non è la scelta peggiore.
«Ti amo anche io.» singhiozzo arrabbiata con me se stessa più che con lui.
Vorrei essere di più, vorrei potergli dare almeno la metà di quanto lui continua a darmi.
Inspiro il suo odore che ormai conosco a memoria per un po’ prima di riuscire a parlare di nuovo.
«Ti stuferai di me prima o poi.» ne sono abbastanza certa, non riuscirà a starmi dietro per sempre e io sono piuttosto sicura che non cambierò facilmente.
«Non mi stuferò mai di essere felice.» lo sento sussurrare al mio orecchio mentre mi accarezza i capelli.
La sua indiretta ammissione mi conferma che è questo quello che voglio davvero, devo solo trovare il coraggio di non arrendermi e forse lo posso trovare in un pezzettino dei suoi occhi.
«Però sei arrabbiato, vero?» chiedo sentendomi in colpa, sperando quasi che mi smentisca.
«Sì.» risponde deciso. Il suo tono è fermo mentre le sue mani continuano a muoversi dolcemente: il suo autocontrollo è ammirevole, vorrei possederlo anche io.
«Scusa.» mormoro imbarazzata.
Non  mi è mai piaciuto chiedere scusa, sono troppo orgogliosa. Ma come sempre Niall mi trascina oltre i miei limiti.
«Torniamo a casa.» mi esorta, ma vedendo poi che non sono entusiasta aggiunge: «A casa nostra, a Londra. Ci penso io a te.» specifica mentre io mi sono già calmata.
Si sta maledettamente bene tra le sue braccia.
 
           
Nicole’s pov.
 
Non posso credere che Harry mi abbia notata davvero.
Quando mi ha confessato che gli piaccio ero decisamente confusa e a tratti ho paura che la mia mente abbia immaginato tutto, eppure ho il ricordo ben distinto della sua voce che mormora parole dolci rivelandomi che voleva vedermi, e stavolta non per fare sesso, ma solo per stare un po’ insieme.
Ho anche il ricordo delle sue mani fredde sulla mia fronte e delle sue braccia muscolose e toniche che mi hanno trasportata nel letto.
Comunque sia, tutto ciò che è successo non cambia nulla perché Harry è sparito dopo quella sera. Sono giorni che non si fa sentire, quindi forse si è pentito di ciò che ha detto, di ciò che ha fatto.
Non è neanche ora di pranzo e sono in contemplazione del soffitto con la musica che rimbomba nelle pareti delle mie orecchie senza riuscire a pensare ad altro, come sempre.
Probabilmente resterò così tutto il giorno.
E mi immagino Harry che mi prende per mano davanti a tutti, ignorando le altre e guardandomi come se fossi l’unica ragazza di questo pianeta. Provo ad immaginarci felici, come le coppie dei telefilm che guardo tutti i giorni in tv.
Voglio quel tipo di amore che è esagerato.
Ma, hey, lui è Harry. E Harry Styles non si accontenterà mai di me.
Chissà con quale modella sarà adesso a casa sua...
No, Harry non è quel tipo di persona che ti porta la colazione a letto o che ti chiama alle due di notte solo perché ha voglia di sentirti.
No.
Devo smetterla di sognare e di sperare così in grande.
Potrei chiamarlo e chiedergli di vederci o potrei restare immobile su questo letto ad aspettare che sia lui a cercarmi.
Sbuffo.
Non so se continuare a subire o se iniziare ad agire. Perché è così difficile?
Il mio telefono mi distrae finalmente da tutti i miei dubbi.
“Siamo appena arrivati a casa di Niall… Se puoi chiamami!”
Non ho bisogno neanche di pensarci che digito automaticamente il numero della mia migliore amica. Dopo neanche due squilli sento la sua voce.
«Hey!» mi saluta mentre io mi alzo dal letto e vado alla finestra.
«Ciao Liz. Come va?» chiedo sperando che stavolta abbia tempo di parlare e non liquidi le mie domande come al solito.
«Me la cavo. Credo.» sorrido perché posso immaginarmi la sua espressione chiaramente.
«Che intendi? Problemi con Niall?» chiedo mentre cammino avanti e indietro per la stanza come ogni volta che parlo al telefono.
«Non lo so. Cioè abbiamo litigato quando eravamo in Irlanda... Però credo che ora sia tutto sistemato.» risponde con la voce insicura.
«Mh, e allora cosa c’è che non va?» sono curiosa di sapere a cosa è dovuto il suo tono.
Si prende qualche secondo prima di rispondere.
«Mi sono accorta che mi fido troppo di lui. Insomma in pochi mesi guarda a che punto siamo!» dice quasi urlando nel ricevitore del telefono.
«Non capisco cosa c’è di sbagliato, è normale legare così tanto con una persona, specialmente se vi prendete così tanto.»
«Lo so che è normale, è solo che per me è tutto così strano. E se questa cosa dovesse finire? Prima o poi si stuferà...» comincia il suo monologo e, dato che non è facile sentirla parlare, non vorrei fermarla ma è più forte di me.
«Liz, taci.» la interrompo bruscamente e lei mi obbedisce all’istante.
«Senti, devi smetterla di farti mille paranoie su quello che succederà o non succederà. Vivi il momento, goditelo finché puoi! Se finirà male andrai avanti ma almeno potrai dire di averci provato.» la esorto a non mollare come fa di solito.
Niall può farle bene. L’aiuterà a maturare e forse riuscirà a curarla.
«Ma da quale pulpito! Tu che da giorni aspetti che riccioli d’oro si faccia vivo senza muovere un dito.» mi canzona lei per ripicca.
«Okay, facciamo così. Tu smetti di pensare alle conseguenze e lo faccio anche io. Chiamerò Harry oggi stesso.» dico decisa.
«Okay, ci sto.»  risponde inaspettatamente.
«Allora è andata.»
«Sì. Un’altra cosa... Niall mi ha chiesto di rimanere qui visto che tanto domani sera devo tornare in Italia... Per te va bene?» la sua voce spera quasi che io dissenta, ma abbiamo appena fatto un patto e intendo farglielo rispettare.
«Certo! Posso passare domani pomeriggio a salutarti? E’ meglio che mamma e papà non ti vedano... erano già sorpresi quando Daniele li ha chiamati per dirgli che saresti tornata subito in Italia.» la avverto.
«Perfetto. Così domani mi racconti come è andata con Styles.» mi prende in giro.
«A domani.» sbuffo attaccando.
Continuo a camminare un po’ dal letto alla scrivania e viceversa. Mi faccio coraggio e seleziono il numero di Harry, poi premo la cornetta verde.
Quattro squilli e arriva il quinto.
Sto per attaccare quando la sua voce affannata risponde al telefono.
«Pronto?» domanda.
Probabilmente, per la foga di rispondere, non ha visto neanche il nome sul display.
Prendo per un attimo in considerazione l’opzione di attaccare ma poi mi costringo a parlare perché lo devo a Liz.
«Ciao. Sono Nicole.» non so come io abbia trovato il coraggio.
«Hey! Ni.. Nicole. Che sorpresa!» il suo tono è davvero sorpreso, forse anche imbarazzato.
«Tutto bene?» domando per prima cosa.
«Sì, sì. Tu? Passata la febbre?»
«Sì, ora sto bene.» confermo e guardo la mia mano tremare.
«Harry! Sbrigati, non ho tutto il giorno!» sento il lamento di una ragazza in sottofondo e lo stomaco mi si rigira.
«Beh, forse è meglio se ci sentiamo un’altra volta.» sentenzio sapendo di averlo interrotto mentre si faceva qualcuna.
Deve avermi risposto solo perché non aveva letto il mittente della chiamata.
«Nic..» non lo lascio finire che attacco.
Cosa mi aspettavo?
E’ Harry Styles. Mi ripeto in mente cinque o sei volte.
Mi lascio cadere sul letto schiacciandomi un cuscino in faccia: mi sento umiliata.
Ma ancora di più, sono arrabbiata.
Tiro forte il cuscino contro un suo poster immaginando che sia lui in carne ed ossa.
 
 
Liz’s pov.
 
Mi accascio sul divano accanto a Niall che ha appena finito di farsi la doccia.
Gli rubo un po’ di patatine dalla ciotola e lui alza il sopracciglio in segno di disappunto mentre io lo guardo leccandomi il sale dalle dita; lui non riesce a mantenere l’espressione e ridacchia, tornando poi a guardare la partita.
Poggio la testa sulla sua spalla e l’odore di bagnoschiuma mi pizzica l’olfatto.
«No! Ha mancato il goal di pochissimo, non ci credo!» urla contro il televisore mentre io non ho assolutamente seguito un minuto di questa partita.
Lascio passare un po’ di tempo cercando di resistere, ma non ce la faccio: sfioro con il naso la pelle del suo collo; poso le labbra esattamente dov’è la vena e sento il suo sangue scorrere.
«Liz, dai.» si lamenta insultando poi un giocatore.
Non mi piacciono i rifiuti e non li accetto facilmente.
Faccio leva sul ginocchio sinistro passando la gamba destra dall’altra parte del divano, mettendomi a cavalcioni su di lui; prendo le sue mani e le guido sotto la mia maglietta mentre lui tenta di ribellarsi, ma io non gli lascio scampo: lo bacio impedendogli di parlare e finalmente lui mi asseconda.
Faccio scorrere le sue dita sulla mi stessa pelle calda fino ad arrivare al petto; lo guido e faccio chiudere le sue mani a coppa intorno ai miei seni, lui li stringe e mi fa gemere tra le sue labbra.
Spingo il bacino contro il suo più di una volta mentre mi pizzica i capezzoli e sento la sua eccitazione crescere. Sorrido perché è bastato davvero poco.
Slaccio il bottone dei suoi jeans e abbasso la zip.
«Che fai?» domanda spaesato ma con un pizzico di eccitazione nel tono.
Sorrido maliziosamente mentre mi abbasso e gli lecco l’ombelico in movimenti circolari. Lo sento deglutire man mano che la mia lingua si sposta verso l’elastico dei suoi boxer e lascia una scia di saliva sui suoi peli pubici.
«Sei profumato» scherzo mentre gli abbasso l’elastico dei boxer senza nessuna esitazione.
La sua erezione svetta di fronte ai miei occhi. Sorrido e poggio le labbra alla base, poi dissemino piccoli baci per tutta la sua lunghezza che si fa sempre più dura.
Niall stringe con le mani il telo del divano fino a farsi sbiancare le nocche.
Gli bacio la punta e lui sospira pesantemente mentre sussurra il mio nome; lecco piano ogni centimetro di pelle tesa che mi trovo davanti arrivando alla cappella: schiudo la bocca e lo accolgo sentendo la punta bagnata pulsare contro il palato.
Serro le labbra più che posso, quasi a impedire al sangue di scorrergli dentro; succhio con foga eccitandomi nel sentire i suoi gemiti, ma continua a trattenersi così mi sposto e riprendo fiato.
«Niall, voglio sentirti godere, non trattenerti. Le mani qui» le poggio sulla mia testa. «Detta il ritmo e spingi. Non preoccuparti, affonda del tutto perché voglio sentire le tue urla così forti da dovermele ricordare per tutto il tempo in cui saremo lontani! Quando mi chiami mi eccito troppo...» aggiungo poi lasciando i suoi occhi lucidi per ricominciare.
Succhio forte e lo sento spingere piano nella mia bocca, ma poi non riesce più a trattenersi e cede ai suoi impulsi, spingendo il suo bacino ai limiti della velocità possibile; geme disperatamente e lo sento fino in gola. Le sue mani quasi mi accarezzano, e mi stupisce come, anche adesso, sembra cercare di essere delicato, seppur con scarsi risultati.
«Liz, santo cielo!» urla con gli occhi rovesciati indietro per il piacere qualche secondo prima di raggiungere l’orgasmo e riversarsi nella mia bocca.
Respira a malapena mentre io mi alzo e mi pulisco le labbra.
«Sei... Sei fuori di testa.» mi dice afferrandomi la mano e facendomi cadere su di lui.
«Perché ho fatto un pompino al mio ragazzo?» chiedo innocentemente.
Lui mi guarda serio e poi scuote la testa.
Mette le mani sulle mie guance e mi bacia, sentendo il suo stesso sapore nella mia bocca.
«Mi hai fatto perdere il goal.» dice accusatorio quando si stacca.
«Ops.» sporgo il labbro inferiore per sembrare dispiaciuta ma non lo sono affatto.
«Ne pagherai le conseguenze.»
Mi fa sdraiare sotto di lui levandomi la maglietta con un movimento rapido e bloccandomi i polsi ai lati della mia testa. La mia eccitazione cresce a dismisura non appena le sue labbra si avvicinano ai miei capezzoli e li succhiano.
«Niall» gemo spingendo il bacino contro il suo che ora è coperto solo dai boxer e i jeans slacciati.
«Sh.» mi intima mentre asseconda i miei movimenti facendo frizionare con foga eccessiva le nostre intimità coperte.
Continua così per un po’, tenendomi bloccata e mezza vestita.
Poi all’improvviso torna alla mia bocca e mi bacia, lasciandomi insoddisfatta.
«Tutto qui?»
«Sì, è la punizione.» dice lui ridacchiando.
«Sono tutta bagnata, non puoi davvero essere così crudele.» mi lamento sperando che stia scherzando.
Mi stampa un bacio sulle labbra e poi mi guarda negli occhi.
«Non ti prendo ora perché voglio passare tutta la notte a fare l’amore con te finché non sarai così stremata da non poter più muovere neanche un muscolo.» mi sussurra con voce suadente all’orecchio; mordicchia il lobo e poi lo succhia mentre io vorrei solo prenderlo a schiaffi.
«Devo aspettare così tanto? Potremmo cominciare adesso...»
Sento la sua risata e poi «Sei troppo impaziente Liz. Tutto arriva per chi sa aspettare.»
 
 
Nicole’s pov.
 
«Miss Owen! E’ per lei!» urla Fred dal pianoterra.
Penso che Liz deve aver cambiato idea, come sempre...
Invece, quando arrivo alla porta, ad aspettarmi c’è Harry.
«Ciao!» mi saluta grattandosi il collo nervosamente.
«Ciao.» rispondo snervata anche se in realtà dentro ho un delirio di emozioni che non sono classificabili o distinguibili.
«Io... Io non... La ragazza che hai sentito...» mormora non sapendo da dove cominciare.
Alzo gli occhi al cielo e gli chiudo la porta in faccia. Lui però è più veloce e con una mano la blocca.
«Aspetta.» mi supplica esercitando pressione per tenerla aperta.
Sbuffo e «Cosa vuoi?» gli concedo.
«Senti, quello che ti ho detto quella sera è vero. E’ tutto vero. Non prendere in considerazione solo la parte che volevi sentire, ma tieni a mente tutto.» dice gesticolando.
Torno con la mente a quella sera e le sue parole me le ricordo in un istante perché sono incise in maniera indelebile nella mia memoria.
«E allora?» chiedo non riuscendo a capire dove vuole arrivare.
«Allora, Nicole, capisci che per me non è semplice.»
«Harry, non ti sei degnato di farti sentire o di mandare un messaggio e poi, appena ti chiamo, sento una troietta in sottofondo che aspetta che tu glielo infili dentro!» urlo arrabbiata.
«Senti, quello che faccio è sbagliato e lo so... mi serve qualcuno che mi sproni a cambiare.» i suoi occhi verdi trafiggono i miei e parlare mi risulta davvero difficile, però il mio orgoglio vince.
«Be’, allora buona fortuna.» sto per richiudere la porta quando lui scivola dentro casa e mi afferra con prepotenza, baciandomi così intensamente da farmi girare la testa.
Schiudo le labbra per far scontrare la sua lingua con la mia senza riuscire a capire più nulla, senza neanche realizzare che cosa stia davvero succedendo. La sua saliva si mischia alla mia e questo vortice di emozioni mi risucchia completamente.
Solo quando ci separiamo e i nostri sguardi si incrociano mi rendo conto che Harry Styles mi ha appena baciata.
 

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