giorno 12 senza te

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Stanotte ti ho sognato, dopo tanto tempo. Eravamo a casa di mia mamma seduti in giardino, un posto dove non sono più stata da quando lei è malata di una SLA che la immobilizza nel letto o su una sedia a rotelle. Tu storpiavi una parola che non riesco a ricordare e io scoppiavo a ridere. Una stupidaggine, una risata infantile. Una risata di quelle che con te non riuscivo mai a trattenere, una di quelle che mi scuote dall' interno, una di quelle che non ho più provato da luglio. Mi sono svegliata ridendo ed ero felice.
È stata una notte difficile, non riuscivo a dormire e i fantasmi che la mia anima continua a produrre mi parlavano ancora di te.
Però c'era qualcosa di particolare, sentivo quel fremito che parte dietro le cosce e si diffonde fino allo stomaco. Non è un brivido, è una forma particolare di tensione, simile a quello che provavo quando, incinta, per le prime volte sentivo i miei figli muoversi nella pancia. Qualcuno lo paragona a un battito d'ali di farfalla e forse rende l'idea. È una specie di solletico che viene da dentro, dalle vene.
Mi piace credere che sia il mio modo di sentirti. Mi piace pensare che quella piccola scarica elettrica sia il tuo pensiero che arriva fino a me. Era una sensazione piacevole e io provavo a concentrarmi per creare quella connessione tra anime che forse avrebbe permesso ai nostri desideri di incontrarsi da qualche parte. Ti immaginavo in una camera che non conosco mentre pensavi a me.
La mia mente giocava liberamente con una serie di aggettivi seguendone il suono in quello stato di semi-coscienza tipico delle veglie notturne degli insonni.
Fusa, confusa, delusa, socchiusa, diffusa, soffusa che si combinavano con sostantivi intercambiabili che ne modificavano il significato in una sorta di primitivo rap italiano che si riempiva di significati sempre nuovi.
La nostra anima fusa, la mente confusa, persona delusa, una porta socchiusa, speranza diffusa, luce soffusa, anima socchiusa, speranza delusa, porta fusa, persona soffusa, speranza confusa, anima delusa, mente diffusa..Un turbinio di idee, quasi un mantra. Una formula magica, un rituale, una preghiera. La paura di impazzire e la voglia di sentirti vicino.
Ti ho chiesto con il cuore di incontrarci nei sogni e così è stato.
Mi sono svegliata con la certezza che tra noi esista un legame particolare che non riusciremo a cancellare nemmeno se non ci vedessimo più.
Questa mattina sono uscita presto, ad aspettarmi c'è una giornata di impegni. Tanti nuovi progetti, idee affascinanti ed entusiasmo. Io sono così. Mi piace dire di sì ad ogni proposta innovativa e sono fermamente convinta che più cose si fanno, più si è in grado di farne. Più il cuore ama, più impara ad amare.
Alla radio 'la prima volta' dei Negramaro.

Parlami di quando
Mi hai visto per la prima volta
Ti ricordi a stento
O rivivi tutto come
Come fosse allora?

Lo stanno chiedendo a me.
Ricordo la prima volta che mi hai parlato davvero. Il solito bar, per caso. Mi hai chiesto una brioche e poi hai liberato il cuore. Ricordo il tuo sguardo e le tue parole. Il tuo dolore, la rabbia, le delusioni mentre mi raccontavi chi eri, togliendo la maschera.
Ricordo le mie emozioni confuse. Non capivo perché all'improvviso tu ti fossi lasciato andare. Perché avevi scelto me? Cosa volevi? Ma mi faceva piacere.
E sono rimasta lì. Inchiodata a quel tavolo, con i tuoi ricordi e le tue insicurezze che si facevano strada nella mia anima. So bene che è stato in quel momento che le cose sono cambiate, che ti sei preso un posto nel mio cuore che non perderai.
Istanti che cambiano una vita.
Ricordo quell'abbraccio l'ultimo giorno di scuola, non me lo aspettavo e mi ha strappato una lacrima che brucia ancora sulla pelle. Mi ringraziavi, ma io non potevo più aiutarti.
Ricordo i tuoi dubbi di quella estate, quella telefonata in cui mi hai detto 'vengo lì'. La tua scelta, sofferta ma convinta. Un nuovo inizio che hai voluto condividere con me.
Emozioni che non dimenticherò.
Sei cambiato davanti ai miei occhi che piangevano di gioia quando mi accorgevo che c'erano cose che facevi perché ti piaceva che io fossi fiera di te.

E adesso non c'è niente al mondo
Che possa somigliarci in fondo
E quello che eravamo
Adesso non lo siamo
E forse lo saremo un giorno
Sì, ma adesso non ha senso il mondo
Se con un gesto hai cancellato tutto
La storia che eravamo
I giorni che ora siamo
E l'assenza che saremo un giorno

22 giorni senza teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora