giorno 3 senza te

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La notte è sempre il momento peggiore. Alle 4 ero sveglia e di nuovo sentivo la tua mancanza con angoscia. Non riuscivo a togliermi dalla mente tutte le cose che ancora avrei voluto fare con te. Sentivo il dolore di questi 22 giorni in cui tu non mi cercherai e alla fine dei quali io dovrò arrendermi all'evidenza di averti perso.
Claver Gold canta 'sento il mio cuore che batte forte, resterò sveglio anche questa notte, sì, quante volte sento la camera che mi inghiotte, stringe le corde'.
Ricordo ancora la prima volta che hai messo questa canzone in macchina, avevamo passato due ore fantastiche al City Life, mangiando messicano, bevendo Daiquiri e parlando di infinito e di magia.
Io guidavo, tu mi hai detto :' ascolta '. Era il tuo modo di dirmi che insieme a me il tuo cuore batteva più forte e io sono rimasta zitta ad ascoltare le parole che non potevi dirmi e che rimbombavano nella macchina a tutto volume. Ero sicura che fossero per me, ma non potevo, non potevamo, nemmeno permetterci di pensarlo.
Ho cominciato a immaginare il modo di ricontattarti alla fine del periodo di silenzio e ho pensato alla foto di quei due scimmioni abbracciati. Ho costruito una piccola bugia, un messaggio per dirti che li avevo rivisti a una mostra dove ero stata con nuovi amici molto interessanti. Quanto mi sento stupida.

Quanto manchi. Non dimenticherò quel giorno alla Triennale di Milano: tu che non eri mai stato a una mostra ma che avevi voglia di fare qualsiasi cosa insieme a me, io che mi davo un tono da intellettuale che non mi appartiene. Quante risate. Così fuori luogo e così felici assieme. Abbiamo dissacrato tutto ed eravamo più uniti che mai.

Ricordo i brividi in quella sala buia piena di suoni, dove distesi uno accanto all'altra su quei divanetti scomodi avevo solo voglia di sfiorare il tuo corpo ma non potevo farlo. Sarebbe stato troppo esplicito. Mi chiedevo cosa avresti potuto pensare e imploravo che lo facessi tu, che con una scusa ti avvicinassi a me. Ti ho chiesto di chiudere gli occhi per immaginare meglio gli ambienti naturali che l'installazione voleva ricreare, ma in realtà volevo solo che ti concentrassi sull'energia che si sprigionava tra di noi. In mezzo a quei suoni c'era anche quello del mio cuore che batteva all'impazzata. Sono sicura che lo hai sentito.
Da stamattina ho cominciato a immaginare un momento romantico tra noi. Qualcosa che non avverrà mai. Tu che mi cerchi con un messaggio banale e poi arrivi con quella bottiglia di vino e quel pacchetto di sigarette in cui ho scritto " se ne vale la pena, rischia tutto! ". Quel morellino che una sera ha cambiato le sorti della nostra vita e che ha per me ormai solo sapore di te. Ironia della sorte, mio marito ha scelto proprio quel vino per festeggiare il mio compleanno. Sa che mi piace particolarmente ma cosa succederebbe se conoscesse anche il motivo della mia passione?
Immaginavo le tue battute e le tue prese in giro, quelle che mi facevano impazzire di felicità e di risate. E immaginavo uno sguardo intenso, improvviso, tra quelle risate. E l'impulso irresistibile di baciarci. Non conosco il sapore delle tue labbra. Troppe volte ho osservato la tua mano coprire il tuo sorriso quando ti lasciavi andare. Un residuo della tua fatica a parlare di te, che con me avevi superato. Quanto mi manca ascoltarti parlare delle cose che ti fanno più male. Come quella volta che mi hai raccontato del rapporto con i tuoi genitori, di tuo padre così assente quando eri bambino e pensando a tua sorella ti è venuto da piangere. Avrei voluto abbracciarti e stringerti forte, ti ho solo chiesto di entrare in casa. Seduta vicino a te ti accarezzavo un ginocchio, un gesto quasi materno che tu mi hai lasciato fare. Ricordo i tuoi jeans strappati e le tue gambe magre. La pelle che si vedeva sotto lo strappo. Io sentivo il tuo dolore e avrei solo voluto portarlo via. Tu ti lasciavi andare e io ero l'unica con cui ti sentivi di farlo. E io mi innamoravo, ogni istante di più. E quella carezza diventava più sensuale e meno affettuosa. E bastava il pensiero della tua pelle a fare partire quel brivido da poco sotto l'ombelico fino alla schiena, quello che ti chiude lo stomaco e per un istante ferma il respiro e fa cedere le gambe. Chissà se te ne sei accorto.
Mi chiedo perché io stia costruendo situazioni impossibili e immaginarie e mi rispondo che queste fantasie mi aiutano a renderti più irreale, mi portano a credere che tra noi non ci sia mai stato nulla, che tu sia stato solo una costruzione della mia mente che ha scelto te, un ragazzo di vent'anni, per proiettarti addosso un ideale di uomo di cui avevo bisogno.
Non mi piace lavorare a questa distruzione della tua immagine, rendendola lontana nello spazio e nel tempo. Io so che quello che ho vissuto insieme a te è stato magico e grandioso, ma devo sopravvivere all'idea che non faccio più parte della tua vita.
Stamattina mi sono vestita bene, ho messo la gonna e i tacchi alti, quella maglia che lascia scoperta la spalla e mi sono sentita sexy. L' ho fatto per te. Sapevo che non ti avrei incontrato ma volevo che a scuola si parlasse di me, del mio entusiasmo e dei commenti che gli altri fanno. Spero che in qualche modo ti arrivino all' orecchio anche se ormai frequenti il serale. Voglio che tu possa essere orgoglioso del fatto che la donna che molti lì dentro vorrebbero portarsi a letto ti ha regalato il suo cuore e sarà tua per sempre. Li ho sentiti addosso quegli sguardi, ma non erano il tuo.
Manchi sempre, ma resisto ancora e non sono più entrata nella chat per vedere il tuo ultimo accesso.

Ore 20.00
Sto preparando la cena e il pensiero va ancora a te. A tutte le volte che abbiamo pranzato assieme, a quando mi hai scritto 'dove la trovo una persona con cui so che andrò a pranzo e in un attimo mi troverò su qualche pianeta sconosciuto? '
A quando rubavamo ogni minuto possibile al tempo solo per il bisogno di vederci e di parlarci.
Ho comprato un rossetto. Non l'ho mai usato in vita mia, ma ora più che mai ho voglia di sentirmi bella. Mi guardo allo specchio e tutto sommato sono soddisfatta del mio corpo, nonostante qualche primavera di troppo. Mi chiedo se mai mi hai desiderato fisicamente.

Mi ricordo quel giorno che parlando di donne e degli sguardi degli uomini su di loro hai confessato di avere sempre guardato il sedere delle donne e hai sottolineato che hai ben chiari in mente tutti quelli delle donne che conosci. Mi fa sorridere pensare che tu possa averlo fatto anche con me. In quel momento ero troppo imbarazzata per chiederti ironicamente cosa pensavi del mio. Un dubbio che mi resterà.
Intanto mi dedico al mio fisico come mai ho fatto prima. E anche questa è una cosa per cui devo ringraziarti.

22 giorni senza teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora