The higher I get, the lower I'll sink
I can't drown my demons, they know how to swim - BRING ME THE HORIZON
Lo specchio della camera riflette un'immagine cupa ed enigmatica. Ho un aspetto più da dura, con il trucco ad appesantire il mio sguardo, eppure non sembro affatto la vecchia me.
I capelli li ho lasciati sciolti, liberi di svolazzare grazie al leggero venticello che c'è questa sera ma il resto di me sa di anonimità. A dire il vero mi trovo anche carina vestita in questo modo e non rimpiango gli shorts corti di jeans e le calze a rete che ero solita indossare. A confronto sembro una puritana, con dei miseri jeans skinny a vita alta e una canotta nera rubata dall'armadio di Leslie. Vestita così dovrei riuscire a confondermi bene tra la gente, anche se non ho resistito al tocco rock e un po' aggressivo che danno i miei anfibi.
Nessuno mi deve riconoscere questa sera. Nessuno.
Prendo dal letto la sua bandana nera e la lego a mo' di braccialetto al mio polso sinistro. Ho bisogno di un po' di fortuna, che per una buona volta le cose andassero come pianificato. Forse avrei più bisogno di lui al mio fianco, anche se sono consapevole che non mi risparmierebbe una bella ramanzina per ciò che sto facendo.
Prima di andarmene saluto mia zia con un bacio, promettendole nuovamente di rispettare il coprifuoco. So che questa mia uscita la preoccupa. La scusa di andare a bere qualcosa con Vic per conoscere la città e i suoi amici regge ma il timore che possa succedermi qualcosa è evidente. Odio mentirle, ma non avevo altra scelta. Se le avessi detto la verità mi avrebbe segregato in casa fino alla fine dei miei giorni e avrei infranto la promessa fatta a Vic. Meglio l'uragano Victoria o Leslie la furia? Non ne ho idea. L'unica cosa certa è che sto per fare una grandissima cazzata.
Victoria mi aspetta appoggiata davanti alla mia BMW, troppo presa dal Kindle per accorgersi di me.
"Wow. Facciamo conquiste questa sera?" Ammicco bonariamente, ben consapevole della timidezza che la caratterizza nelle questioni amorose. I jeans chiari e la camicia a maniche corte oversize le stanno divinamente e la rendono bellissima nella sua semplicità.
Solleva lo sguardo, mettendo via l'eReader nello zainetto di pelle. "Non voglio casini con gli uomini questa sera, ce la spassiamo solo noi due. Comunque, wow anche a te."
Saliamo in macchina ridendo a crepapelle e sulle note di Feel Invincible degli Skillet ci dirigiamo verso il luogo della gara. Attraversiamo mezza città per arrivare nel vecchio porto ormai diventato zona abbandonata, che guarda caso si chiama proprio El Porto.
Parcheggio appena fuori dal cancello su indicazione di Vic in modo da evitare la calca di gente e, soprattutto, mi fa desistere dal fare un'entrata di scena degna di Riley Gilles Wayne. Sono un po' megalomane quando si tratta di mettere in mostra la mia bimba, lo ammetto.
Scendiamo, prendo il giubbotto di pelle nera dal sedile posteriore e lo indosso. Tiro su il cappuccio per coprirmi il capo, la prudenza non è mai troppa in questi casi.
Davanti al vecchio cancello di ferro battuto sono appostati due ragazzi mori, uno seduto davanti a un piccolo tavolino dotato di tablet e cassetta porta valori mentre l'altro apre e chiude il cancello. Sembra quasi un déjà-vu, solo che non c'erano cancelli a separare il mondo esterno dalla Piedmont e di ragazzi ce n'era uno solo.
Li studio un po' mentre ci avviciniamo. A occhio e croce devono avere sui venticinque anni e l'aria che emanano non è proprio amichevole. Sono così alti e grossi che solo un pazzo oserebbe attaccar briga con loro.
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Devil's Sweetie (ex As yet Untitled)
RomanceSe c'è una cosa di cui Riley si può vantare è di non aver mai perso una gara. Vive per le corse, per le macchine, per l'adrenalina che solo correre a duecento km/h ha. Adora passare il tempo in officina, con le mani sporche di olio motore e il profu...