Silenzio.
POV HARRY
Sperare a cosa porta, se alla fine ti ritroverai sempre più deluso e amareggiato? Perché credere nell’illusione dei sogni, per sentirsi appagati e poi finire in un vortice nero senza via d’uscita? Cosa vuol dire credere in qualcosa che mai riuscirai ad ottenere? Ricordo che una volta a scuola avevamo studiato un autore che diceva che gli uomini erano troppo stupidi perché inseguivano qualcosa che mai avrebbero potuto ottenere. Aveva ragione su tutto. Io ero uno di quegli uomini che nonostante delusioni e avvertimenti, avevo continuato a inseguire il mio unico desiderio. Lei. E a cosa mi aveva portato? A credere di potermi fare amare così come amava Niall. Il mio unico desiderio era renderla felice, averla al mio fianco.E invece l’avevo semplicemente fatta crollare. Troppo fragili e troppo innamorati dei sogni. Sogni però opposti e desideri diversi. E’ questo il problema dell’amore: si ama troppo per poi essere distrutti con un unico colpo. Ero come un soldato che dopo aver combattuto una lunga guerra gioiva per una vittoria o piangeva per una sconfitta. Le lacrime non erano infatti mancate seduto in quel piccolo bar dell’hotel con un bicchiere di vodka in mano, uno dei tanti su cui ero affondato nell’ultima ora.
Dicono che l’alcool aiuti a dimenticare. Non è così. E’ tutto ben chiaro nella mia mente: il suo sguardo preso da me, i suoi occhi verdi, le sue labbra rosse, il suo seno prosperoso e i capelli arruffati. Però non è l’unica cosa che ricordo, perché l’immagine dei suoi occhi pieni di lacrime non si cancellano dalla mia mente. Stupido, ero solo uno stupido. Così per soddisfare il vuoto enorme del mio cuore, avevo creduto che una giornata insieme o un bacio l’avrebbero fatta innamorare di me. Lei era sua, non mia. Dovevo rassegnarmi e dimenticare per sempre quello che era successo fra noi.
“Un altro.”- dissi al barista che mi aveva osservato per tutto il tempo, anche quando le lacrime scendevano sulle mie guance silenziose e fredde. Ero amareggiato per il suo comportamento rude e distaccato. Sembrava un uomo senza sentimenti. Solitamente al bar quando ci si rifugiava dalle tristezze della vita, c’era sempre qualcuno pronto ad ascoltarti o consigliarti cosa fare per andare avanti, ma lui stava lì a pulire da almeno un’ora quel bancone ormai più lucido della neve al sole. Non ce l’avevo con lui, ma avevo davvero bisogno di urlare tutto quello che mi passava per la testa, volevo solo sfogarmi e provare a stare meglio.
“Un bicchiere di qualcosa di forte, molto forte.”- quella voce mi entrò nella testa come un razzo, lanciato a una velocità tale da restare fermo nello spazio. Abbassai lo sguardo e asciugai in fretta le lacrime bevendo in un sorso solo tutto il rimanente contenuto del bicchiere. Dovevo affrontare l’ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento.
Sollevai lo sguardo e mi voltai nella sua direzione e lo vidi con un sorriso sghembo sulle labbra e le lacrime che rigavano le sue guance. Lui sapeva?Un forte senso di paura mi invase fino a farmi attorcigliare lo stomaco. Non ero pronto a raccontare tutta la verità a Niall. Lo vidi bere tutto in sorso il liquido e ne approfittai per alzarmi dalla sedia e fuggire via. Ma lo sgabello che strideva a terra, catturò l’attenzione del biondo che si voltò e mi guardò smettendo di sorridere. Solo le lacrime continuavano a scendere e i suoi occhi erano iniettati di sangue.
“Harry.”- pronunciò il mio nome quasi in un sussurro e mi paralizzai sul colpo. Lui sapeva. Cosa avrei detto? Come avrei spiegato che amavo la sua ragazza?
“Amico, ti va di bere qualcosa con me?”- indicò con la mano il posto accanto a lui. Ci pensai: potevo trovare una scusa e andare via, ma lui era pur sempre uno dei miei migliori amici non potevo abbandonarlo in quelle condizioni anche se era tutto per causa mia.“Prendo quello che ha preso lui.”- dissi al barista che con un’espressione stanca esaudì la mia richiesta posizionando il bicchierino davanti ai miei occhi. Bevvi il contenuto e capovolsi il bicchiere sul bancone.
“Altri due.”- disse Niall portando una mano sugli occhi per scacciare le lacrime. Non sapevo cosa dire, mi sentivo inutile e colpevole. Perché mi aveva trattenuto? Per picchiarmi o urlarmi contro?
“E’ finita.”- sorrise tristemente guardandomi dritto negli occhi e bevve. Tirò un pugno al bancone attirando l’attenzione del cameriere che stava servendo un altro cliente dell’hotel. Poi prese a piangere senza più nascondere il dolore che aveva dentro di sé. Mi faceva male vederlo in quelle condizioni.“L’ho lasciata andare. E’ stata la cosa giusta da fare. Harry, io l’ho tradita quella notte a Stoccolma.”- sgranai gli occhi. L’aveva fatto davvero? Aveva tradito la mia dolce e fragile Abby per una troia? Quindi Abby non gli aveva detto niente della nostra storia? Abby stava soffrendo per due motivi adesso?
“Perché l’hai fatto?”- chiesi avvicinandomi a lui per ascoltare meglio le sue parole che sicuramente avevano trafitto il cuore di Abby.
“Perché sono un coglione. Ma lasciarla andare è stata la cosa giusta per lei, anche se io sto male.”- sospirai e lo spinsi a parlare perché in quel momento io ero il suo migliore amico, l’unica persona con cui avrebbe potuto sfogarsi.Mi raccontò tutto per filo e per segno e quando mi disse del loro ultimo bacio, un fitta al cuore fu la causa dell’improvvisa lacrima scivolata via dal mio occhio. Sospirai e la asciugai in fretta per non farla vedere al biondo che aveva ormai gli occhi cerchiati di rosso. Niall era troppo fragile, proprio come lei.
“Devi parlarle. Non puoi lasciarla andare via così. Niall, tu ci tieni a lei più di quanto immagini e lo capisco dalle tue parole e dalle lacrime che continuano a scendere dai tuoi occhi da circa due ore.”- non potevo mettermi in mezzo. Doveva parlarle e farla stare meglio, altrimenti lo avrei fatto io.
Niall sospirò e si alzò barcollando. Non era mai stato in grado di reggere l’alcool e a Stoccolma lo aveva portato a compiere l’errore più grande della sua vita.“Le parlerai domattina, adesso hai bisogno di smaltire la sbornia e di dormire.”- Niall inizialmente si oppose, poi capì che avevo ragione e si rimise a sedere poggiando la testa sulle braccia incrociate sul bancone. Mi fissò con i suoi enormi occhioni e poi li chiuse e in pochi minuti il suo respiro si fece regolare, segno che si era addormentato.
Lo guardai attentamente: era disperato, un uomo disperato che aveva raccontato tutto alla persona sbagliata. Così fragile e così dolce. Proprio come Abby. Uniti in un’unica persona. Ecco cos’erano e quel pensiero mi andò alla testa ma la sbornia mi aveva completamente messo a tappeto per poter reagire in un pianto liberatorio o in una scenata inutile. Così presi sulle spalle Niall e barcollando mi diressi verso l’ascensore, sotto gli occhi di quel barista che non aveva smesso un minuto di osservare i miei occhi tristi senza dire una parola. Perché di parole ce n’erano state abbastanza e apprezzai il suo silenzio per la prima volta in quelle ultime tre ore.
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Buonasera people!!♥♥ E anche questa volta sono in ritardo, mi nascondo in un angolino… perdonatemi ma la colpa è della scuola che non mi lasciare respirare. Ma comunque ecco uno dei capitoli che più ho amato: sembra banale e di passaggio, ma attraverso questo si comprendono i sentimenti di Niall ed Harry e personalmente ho amato questo piccolo confronto.♥♥
Grazie come sempre per il vostro sostegno, continuate a votare e commentare!♥♥
A presto.♥♥♥
A.
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Secret loves || Niall Horan
FanficNiall Horan fa parte degli One Direction, la band più popolare del momento. Abby Harrison una semplice directioner innamorata dei suoi idoli. Destini uniti ma nel segreto. Nessuno sa della loro storia e ciò porterà delle conseguenze. Il loro amore s...