Capitolo 24

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Nostalgia.

POV Abby
Mi svegliai nel primo pomeriggio sotto il piumone del mio letto. Mi era mancata la sensazione del freddo e dei brividi che andavano placati con indumenti o coperte calde. Guardai fuori dalla finestra della mia camera e notai che stava piovendo. Ecco un’altra particolarità che mi mancava di Londra, la pioggia. Coprii il mio viso con il piumone per calmare il freddo che sentivo fin dentro le ossa e per nascondermi dalla luce fioca che entrava dalla finestra. Non potevo nascondermi, ma avrei provato a farlo. Così come non potevo nascondere le lacrime secche sulle mie guance e i brividi provocati non dal freddo, ma dalla sua mancanza.

Avrei dovuto abituarmi a tutto. Avrei dovuto riprendere a fare finta che non mi avrebbe più notata. Mi aveva lasciata andare e io non potevo fare altro che acconsentire. Anche se faceva male il tradimento, stare senza lui era ancora peggio. Sarei stata in grado di perdonarlo? Sicuramente lo avrei fatto, perché l’amore batte tutto no? Secondo me l’amore è una spada che ti trafigge e ogni qual volta che si prova a cacciare la lama, il sangue sgorga fuori e la ferita brucia, portando all’esterno il dolore che c’è all’interno. Così i brividi erano la causa della mia malattia e le lacrime la conseguenza del mio non essere stata prudente. Forse non avevo creduto abbastanza in noi. Forse avevo sbagliato tutto fin dall’inizio o magari Niall aveva compreso che io non potevo davvero stare nel suo mondo.

Cercai di alzarmi dal letto con l’intenzione di mangiare qualcosa. La scorsa notte, infatti, ero tornata a casa molto tardi e avevo deciso di lasciare andare tutte le lacrime che avevo trattenuto durante la fuga dall’hotel e il viaggio in aereo, perciò ero direttamente andata a letto. Fortuna o sfortuna, che avevo trovato un biglietto diretto a Londra e anche se avevo speso una consistente somma di denaro, che probabilmente avrebbe pagato i miei interi studi all’università, ero comunque felice di essere tornata nel mio appartamento nella periferia di quella grande città fredda.
Mi alzai di controvoglia dal letto e mi costrinsi a indossare la felpa di Niall che avevo dentro il mio armadio. L’unica felpa che mi teneva calda, forse perché era sua. Strinsi le braccia attorno alla mia vita e respirai il suo profumo.

Andai in cucina e aprii il frigorifero ma non trovai nulla così come negli altri scaffali. Dovevo fare rifornimento di cibo. Adesso che ero tornata a casa, avrei ripreso a studiare seriamente senza più cantanti e concerti. Avrei ricominciato a vivere la mia monotona vita di sempre. Presi il capotto e la sciarpa, uscii da casa e correndo sotto la pioggia, mi recai al mio meraviglioso pick-up che tanto mi era mancato. Salii a bordo e provai a mettere in moto, senza alcun risultato. Bene, anche il pick-up mi aveva abbandonato. Scesi sbattendo forte lo sportello e mi incamminai al più vicino fastfood della zona, continuando a camminare in mezzo alle grosse gocce d’acqua. Quando entrai nel locale, la gente mi guardò stranita, forse per il mio strano abbigliamento completamente bagnato o per i capelli pressati sul viso e sulle spalle. Non mi importava. L’unica cosa a cui continuavo a pensare era lui, il resto del mondo per me era inesistente.

Presi un panino e una bibita e dopo averli divorati, uscii nuovamente sotto il getto d’acqua fredda e camminando lentamente, mi ritrovai a entrare nel parco. Quello stesso parco in cui c’era la nostra panchina.

Camminai per qualche altro minuto poi arrivai in quella panchina triste e solitaria, anch’essa bagnata dalle lacrime del cielo. Mi misi a sedere con lo sguardo rivolto verso il laghetto la cui acqua limpida era resa agitata dalle gocce d’acqua, iniziai a piangere. Erano lacrime silenziose che scendevano delicate sulle mie guance insieme alla pioggia. Come se il cielo stesse piangendo con me, come se potesse sentire tutto il dolore che avevo dentro me. Chiusi gli occhi e respirai pesantemente l’aria che entrò nei polmoni e mi provocò altri brividi. Faceva freddo, ma in quel momento era l’ultimo dei miei pensieri. Potevo ammalarmi, stare una settimana chiusa a casa con la febbre alta, ma quella sarebbe passata. La sua mancanza non sarebbe passata. Mai.

Il suono della pioggia mi calmò il giusto per placare i singhiozzi che stavano uscendo dalla mia bocca, ma non fu abbastanza per calmare il caos che c’era dentro di me. Aprii gli occhi e portai i gomiti sulle ginocchia per reggere la testa che aveva lasciato andare con leggerezza. Le lacrime e i singhiozzi si susseguirono per quelle che sembrarono ore, ma in realtà furono solo minuti. Respira. Respira. Continuavo a ripetermi trattenendo più volte il fiato nei miei polmoni contenuti in quel corpo stanco e dolorante.

Mi alzai e continuai a osservare il lago. Ero sola in quel parco e chiunque fosse passato con un ombrello, mi avrebbe presa per pazza vista in quelle condizioni.
Portai il dorso della mano a scacciare via alcune delle lacrime che mi offuscavano la vista. Ma fu tutto inutile, perché quando sentii quella voce il mio temporale si trasformò in una vera e propria tempesta.

“Abby…”- restai immobile, paralizzata da quella voce che aveva pronunciato il mio nome. La mente mi stava facendo un brutto scherzo. Chiusi gli occhi e poi mi voltai riaprendoli lentamente. Ed eccolo lì. Totalmente bagnato, con i suoi occhioni azzurri che mi avevano imprigionata ancora una volta. Portai una mano tremante sulla mia bocca e restai ferma, immobile, mentre l’unica cosa che si muoveva attorno a noi, erano le gocce d’acqua. D’un tratto, fece un passo avanti, raggiungendomi a pochi metri e portò le sue mani sulle mie guance. Io feci scivolare sul mio fianco, la mano sulla bocca che aveva rappresentato il mio stupore.

“Mi dispiace, ma non ti sbarazzerai di me così facilmente. Ti amo Abby Harrison, farò di tutto per farmi perdonare, ma non lasciarmi. Non farlo mai più.”- disse in un sussurro con gli occhi velati di lacrime e le mani ancorate al mio viso. Mi spinsi più vicina e non ci pensai due volte a posare le mie labbra sulle sue. L’avevo perdonato già dalla sera precedente. Il mio mondo non aveva senso senza di lui. Lui era la mia essenza, lui era la parte migliore di me.

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Buonasera meraviglie♥♥ Eccomi qui con un nuovo travolgente e malinconico capitolo. Cosa succederà adesso?♥ Bhe preparatevi alla mia dolcezza infinita hahaha♥♥♥

Continuate a commentare perché mi rendete felice con le vostre parole e votateee♥♥♥♥ Ovviamente come sempre vi ringrazio per le visualizzazioni che aumentano sempre più.♥♥♥

P.S. avete ascoltato Four? Io amo questo album e amo tutte le canzoni ma c'è in particolare una che mi ha colpito tanto "Once in a lifetime"♥♥ Voi avete una canzone preferita?

Alla prossima♥♥
A.

Secret loves || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora