come le cose belle

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➶。˚✩   ꒰   𝐓𝐇𝐀𝐓'𝐒 𝑨𝑴𝑶𝑹𝑬 ꒱  ... ! ˎˊ˗
𝙽𝙾𝚅𝙴𝙼𝙱𝚁𝙴 𝟸𝟶𝟷𝟿, 𝚅𝙸𝙲𝚃𝙾𝚁𝙸𝙰'𝚂
❝ è tutto una questione di sguardi

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Brandon uscì da scuola e, tra un saluto e un'occhiata al telefono, raggiunse l'auto.
Quel giorno era proprio perso nei suoi pensieri.
Era contento per Ophelia, lui pensava che avesse proprio bisogno di nuovi amici, ma, non poteva fare a meno di riflettere sulla discussione che avevano avuto.

«Ma è successo qualcosa che non so?»
«Guarda che sei proprio nel tuo mondo»
«Vedi? Non mi stai nemmeno ascoltando!»
Diceva la sua ragazza gesticolando.

In effetti era vero tutto. Si, era successo qualcosa che non sapeva, si, Brandon era nel suo mondo e si, probabilmente nemmeno la stava ascoltando in quel momento.

Il ragazzo era tormentato da quella serata, il suo ricordo si faceva probabilmente più vivo ogni minuto che passava, eppure lui voleva dimenticare, voltare pagina.
Cosa aveva di tanto speciale quel Nick, che Ophelia non aveva?
Lui non poteva essere attratto da qualcuno che non fosse la sua fidanzata, non poteva farle questo torto.
Ma non poteva nemmeno continuare a mentirsi e torturarsi in questo modo.

Arrivato all'incrocio scese dall'auto e, sperando che le acque si fossero calmate, entrò nel bar.
«Eccolo!» esclamò alzando un braccio Ophelia, raggiante come se nulla fosse successo, abbracciò il suo fidanzato e lo fece sedere accanto a sé.
«Brandon, Melissa. Melissa, Brandon!» si prese carico di fare le presentazioni, sempre se tali si potevano definire.
«Piacere» disse lui sorridendo.
«Piacere mio, penso di frequentare il tuo stesso corso di arte, ma ho partecipato solo ad una lezione» rispose.
«Ah, si, la ragazza dell'ultima fila» rise.

Brandon si guardava attorno, cercando l'amico a cui la bionda aveva accennato.
«Sarà morto in bagno?» chiese ridente proprio lei, notando che Nick se n'era ormai andato da quasi sette minuti.

Proprio quando i tre ragazzi avevano iniziato a fare conversazione ecco che il moro tornò sorridente, «Oh, ecco Nick!» esclamò Mel.
Brandon, a quel nome, sbiancò e voltatosi davanti al suo viso trovò il suo.

Si guardavano come si guardano i bambini giocare al parco.
Si guardavano come si guardano i paesaggi fuori dal finestrino.
Si guardavano come si guardano le stelle cadenti.
Si guardavano come si guardano le coppie di anziani felici.
Si guardavano come si guardano le cose belle.

Persi, per interi secondi, nel mondo che c'era tra loro, dove le montagne incontravano le colline. Dove il marrone incontrava il verde. Dove Brandon incontrava Nick.

«Brandon Green» fece, allungando la mano verso l'altro che, spaesato, la afferrò: «Nick Johnson, piacere».
«Ho la sensazione di conoscerti di già, possibile?» chiese il riccio assottigliando gli occhi, forse voleva provocarlo o forse non sapeva ciò che faceva.
«Non frequento molto queste zone. Però potrei iniziare a farlo..» rispose compiaciuto.

I due ragazzi si scambiavano occhiate particolarmente scottanti, a quel tavolo per quattro posti Melissa e Ophelia si raccontavano l'una dell'altra, Nick e Brandon si guardavano in silenzio; nessuno dei due fiatava, se non per ridere a qualche battuta delle ragazze.
Un pomeriggio con un poco di imbarazzo, un pomeriggio che sarebbe stato meglio dimenticare. Il problema era che entrambi non lo vollero fare.

Seduti uno di fronte all'altro, iniziarono a comunicare tramite il linguaggio del corpo. Uno non voleva che la sua ragazza sapesse della notte di Halloween, l'altro non voleva rovinare il loro rapporto.

Le loro ginocchia si scontrarono più volte, fino a quando le loro gambe non si incastrarono l'una con l'altra come pezzi di puzzle, come pedine.

«Io dovrei andare, ho parecchio da studiare per domani.» disse Brandon sentendosi in imbarazzo, e forse avendo ripensamenti su quel che era accaduto.
«Oh.. Okay, ci vediamo domani» rispose sorridendo la sua fidanzata, lasciando un bacio sulle sue labbra proprio di fronte al moro.

Subito dopo, Ophelia e Melissa, ai avviarono verso il bagno, lasciando Nick Johnson a pensare per un poco.
L'intento di quest'ultimo non era di certo quello di infierire nella loro relazione, anche perché non sapeva se effettivamente ci potesse essere qualcosa tra loro, però, continuava a sperare che il karma girasse per lui.

E così avvenne.

Mentre Brandon usciva dal locale, Nick, si accorse che proprio sul tavolo il riccioluto aveva dimenticato le chiavi di casa sua.

Era da solo, nessuno avrebbe potuto portargliele se non lui.
Le prese tra le mani e si incamminò nei parcheggi, fino a quando lo vide poggiato sul cruscotto della sua pregiata auto nera, con una Marlboro tra le dita e il fumo che usciva dalle sue labbra. Semplicemente divino.

«Oi.. Hai dimenticato queste.» disse cercando di essere il più sicuro possibile, scuotendo davanti al volto gli oggetti tintinnanti.
«Ah. Non mi ero accorto. Grazie.» rispose.
Il moro gli lanciò le chiavi che afferrò e mise nello zaino, semivuoto, grigio.
«Figurati»

«Fumi?» chiese il riccio, proprio mentre l'altro si allontanava facendo pensieri poco casti.
Si bloccò, si girò verso di lui e annuì: «Aha»
«Vuoi un tiro?»
Appoggiatosi accanto a lui, prese la sigaretta in mano e, socchiudendo gli occhi per il piacevole sapore della nicotina che attraversava il suo corpo, rilasciò lentamente il fumo, sotto lo sguardo impietrito di Brandon.

«Posso chiederti una cosa?»






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