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Simona's pov

Questa notte non riesco a dormire, guardo l'ora, sono le 2:15. Mi alzo dal letto, lancio un'occhiata alla camera di Andrea, è ancora chiusa, vado in cucina e mi bevo un bicchiere d'acqua, poi ritorno in camera, prendo il pacchetto di sigarette e un accendino e vado in balcone con la mia coperta. Mi sdraio per terra e mi accendo una sigaretta. Chissà se da lassù i miei mi assistono, chissà se sanno cosa sto passando, cosa sto facendo nella mia vita che al momento considero solo inutile e insensata. D'un tratto sento la porta di casa aprirsi, qualcuno entra e chiude a chiave, a quanto pare Andrea è uscito e nemmeno me ne sono accorta, rimango qui sdraiata nel silenzio più totale, magari non si accorge di me, lo sento andare in camera aprire una porta e ritornare qui. Poi apre la porta del balcone. In silenzio mi guarda, sento il suo sguardo fisso su di me, continuo a guardare le stelle, una lacrima scende sul mio viso, ma c'è buio, dubito che lui la noti. Si sdraia accanto a me e in silenzio guarda anche lui le stelle, mi volto verso di lui, i suoi occhi sono chiusi, respira lentamente. Faccio l'ultimo tiro e butto la sigaretta giù dal balcone.

"Non riesci a dormire?" La sua voce è quasi impercettibile, perché sussurri? Temi anche tu che questa strana atmosfera possa sparire da un momento all'altro?

"Per niente" dico anch'io sussurrando

"Guarda nel cielo, le stelle brillano, quelle più brillanti sono lì solo per te" come fa a sapere sempre cosa vorrei sentirmi dire?

"Ti mancano, vero?" Non voglio rispondere a questa domanda, magari poi pensa che con loro non mi trovo bene

"So cosa significa perdere qualcuno, come so che per ottenere qualcosa bisogna soffrire, tu hai sofferto molto"

"E non ho ancora niente"

"No, ti sbagli, hai me, hai noi" si siede per terra e mi guarda dritto negli occhi, mi siedo anch'io e non smetto di far cessare questo contatto visivo.

"Tua madre ti ha mai raccontato la mia storia?" Nega con la testa

"Lei ci raccontava di una ragazza triste, che soffriva e che voleva aiutarla, farla star bene"

"Ho perso i miei genitori e un fratello più piccolo" la sua mano prende la mia e inizia ad accarezzarmi dolcemente, per spronarmi a parlare, a sfogarmi con lui

"Avevamo un bell'appartamento, non so esattamente cosa sia successo, ma ricordo che quella notte sentivo un gran caldo, quando ho aperto gli occhi, attorno a me c'erano delle fiamme, lentamente aumentavano, sentivo mio fratello piangere, sono corsa da lui fra le fiamme, sentivo la sirena dei pompieri arrivare, ho preso mio fratello in braccio, non so come facesse a respirare, la sua stanza era messa peggio, cercavo un posto sicuro per noi due" mi accendo un'altra sigaretta e asciugo qualche lacrima.

"I vigili del fuoco ci hanno portato fuori poco dopo, non ho mai visto i miei genitori, erano sotto un telo"

"Mi dispiace" a queste parole il mio pianto si fa sempre più forte

"Aveva solo 2 anni, capisci? Dovevo salvarlo, anche se a 8 anni non sai cosa fare in queste situazioni, quando ci hanno portati fuori dalle fiamme lui non respirava più ormai da troppo tempo, continuavo a tenere il suo corpo fra le braccia inutilmente, a me trovarono solo qualche ustione qua e là" Andrea mi asciuga le lacrime poi mi stringe forte a sé

"Ehy tranquilla, ora ci sono io a proteggerti" mi bacia la fronte ed io lo stringo più forte, in questo esatto istante mi sento a casa mia.

Guarda nel cielo le stelle che brillano //Shiva Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora