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Simona's pov

"Come mai hai voluto portarmi in vacanza a fine di Gennaio?" Gli chiedo sull'aereo mentre sta per partire, ancora non ha voluto dirmi dove mi porta e ahimé questo volo fa diversi scali, è stato furbo sulla scelta di quale volo aereo prenotare.

"Per farti capire che noi due ora come ora possiamo avere un futuro assieme"

"A me è parso che entrambi vogliamo averne uno unico"

"Mi stai dicendo che tu non hai nemmeno un dubbio, nemmeno una paranoia sul passato?" Odio il fatto che lui di me conosca e percepisca tutto.

"Lo sai che sono paranoica e dubbiosa su ogni cosa, ma se tu volessi mettere a tacere tutti i miei dubbi di certo non ti basterebbe una vacanza di una settimana"

"Non riesci mai a stare in silenzio? Ora chiudi gli occhi, goditi il viaggio e lascia che questi 7 giorni scorrino da soli, come se tu non dovessi fare niente, come se potessi non pensare, come se nessun fatto o parola abbia una conseguenza" a questa sua affermazione sbuffo annoiata, ma poi decido di dargli retta, così mi metto le cuffie, faccio partire uno dei miei artisti preferiti, poi chiudo gli occhi e appoggio la mia testa sulla sua spalla, poco prima di addormentarmi sento il suo braccio stringermi, la sua mano che mi accarezza dolcemente e le sue labbra che si posano sulla mia fronte in un dolce bacio.

Mi sveglio dopo chissà quante ore, con lui che mi scuote dicendomi che dobbiamo scendere, subito mi alzo e lo seguo fino a fuori l'aereo, mi rendo conto di dove siamo solo quando stiamo aspettando il nostro taxi, mentre mi sto fumando una sigaretta per riprendermi dalla stanchezza del viaggio mi rendo conto che siamo scesi dall'aereo, mi guardo attorno e noto che cazzo mi ha portata dove ho sempre voluto venire. O meglio dove ho sempre voluto ritornare. Qui a Parigi ho compiuto i miei 6 anni con i miei genitori.

"Come hai fatto?"

"A fare cosa?"

"Lo sai"

"Ti ricordo che una volta a mia madre raccontavi di tutto" lui mi abbraccia e non riesco a fare altro che piangere. Parigi è stata l'ultima meta meravigliosa vissuta con la mia vera famiglia. Me lo ricordo come se fosse ieri, ricordo quanto eravamo felici, quanto i miei genitori erano felici di essere qui. Un po' mi fa strano essere qui dopo così tanto tempo, non avrei mai pensato che sarei mai ritornata qui, sopratutto con lui. Il taxi arriva, butto il mozzicone nel cestino poi salgo in macchina e Andrea mi segue. Farfuglia in francese al taxista poi parte e lui si svacca accanto a me. Sta sorridendo serenamente, è felice.

Guarda nel cielo le stelle che brillano //Shiva Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora