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Simona's pov

"Mi hanno offerto un contratto" dice Andrea a cena, non ricordo con esattezza quanto tempo sia passato da quando eravamo giù a Roma, ora le nostre litigate sono diminuite e il nostro rapporto è migliorato notevolmente.

"Se ti rende felice accettalo" dice Carmen, nostra madre, guardandolo dritto negli occhi

"Complimenti" dicono in coro Luca e Martina, i nostri fratelli

"Credo proprio che accetterò" dice lui

"Ah e James mi ha chiesto il tuo nome" dice rivolto a me, io per poco non mi strozzo con il brodo.

"Scusa?" Dico io

"Credo che hai fatto colpo"

"Ma avrà almeno 10 anni in più di me"

"Non dici sempre che ti piacciono gli uomini maturi?" Mi canzona lui, quel discorso l'abbiamo fatto a Roma una sera che io avevo bevuto troppo. Gli avevo detto che probabilmente a un ragazzino incoscente e perditempo come lui avrei preferito uno maturo, non ricordo perché avessimo fatto quel discorso. Anche adesso se mi sforzo proprio non riesco a ricordare.

"Zitto e mangia scemo" lui scoppia a ridere, poi sparecchia le sue cose e se ne va in camera. Carmen inizia a guardarmi dritta negli occhi.

"Su chi avresti fatto colpo più vecchio di te?" Non riesco a capire il suo tono

"Non so di preciso penso sia qualcuno che abbia a che fare con la Honiro" dico per poi sparecchiare tutti i piatti e far andare la lavastoviglie. Martina esce e Luca si prepara per andare a lavorare, Andrea starà facendo chissa cosa in camera sua e Carmen si è seduta sul divano, mi siedo accanto a lei che sposta il suo sguardo su di me.

"Come stai?" È una domanda sincera, non me lo chiede spesso, ma ogni volta che lo fa la domanda le viene dritta dritta dal cuore.

"Non ne ho la minima idea, è come se non fossi in grado di dirlo o comprenderlo" ci guardiamo negli occhi, lei prende una mia mano fra le sue

"Non so se ha senso tutto questo"

"Tutto ha un senso, credo che sia solo un periodo, vedrai che presto apprenderai meglio cosa hai dentro" mi sorride con quel sorriso che mi ha spinto a fidarmi di lei quella volta.

"Ti voglio bene" appoggio la testa contro la sua spalla e lei mi accarezza un po' la schiena, poi si alza ed esce di casa.

Mi sembra ieri il nostro primo incontro, ero scappata dalla comunità, erano due anni che stavo chiusa li dentro e mi sentivo impazzire, o meglio morire. Forse era proprio quello che avevo in mente di fare. Fatto sta che mentre piangevo sola su una panchina lei mi si è avvicinata ed io mi sono aperta con lei come mai ho fatto con qualcuno. È stato liberatorio, qualche settimana dopo lei mi ha portato via da quel posto nel quale ho solo tristi ricordi.

Guarda nel cielo le stelle che brillano //Shiva Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora