4. Benvenuta a bordo

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4. BENVENUTA A BORDO














"Mira alla luna.

Anche se sbagli,

atterrerai tra le stelle."

-Les Brown










8 settembre, 2014






Un odore pungente le penetrò nei polmoni, anche se non aveva ancora messo piede dentro la piscina. Il cloro, disciolto in acqua come disinfettante, rilascia un profumo così intenso da propagarsi nell'aria per vaste distanze, abbraccia l'ambiente circostante con braccia possenti, ti stringe in una morsa così forte da farti mancare il respiro, ma solo per un attimo; poi pervade il corpo, anticipando quella sensazione di gioia e benessere che il nuoto completa.

L'odore è come un'anima, immateriale. Il cloro si dirama tra i capelli, si nasconde nei borsoni, resta appiccicato alla pelle finché una doccia potente non lo lava via... è il segno di riconoscimento dei nuotatori, di coloro che passano più tempo in piscina che a casa e col tempo diventa quasi una droga, non ne puoi fare a meno. Inafferrabile, sottile, sublime. Se l'odore è come un'anima immateriale, quello di cloro è l'anima del nuoto.

Un sorriso si dipinse sul volto di Kendra, avrebbe potuto annegare in quell'odore. L'avrebbe lasciato ucciderla senza sdegno. Fece un bel respiro, poggiò il palmo della mano sull'anta di vetro e spinse la porta, che dopo un attimo di resistenza si aprì cigolando. Rimase sulla soglia, la cacofonia di voci e schizzi d'acqua diede il benvenuto alle sue orecchie. "È sempre così..." mormorò a bassa voce, "sempre uno zoo."

L'ingresso era spazioso e accogliente. Tutto era in marmo, tranne le pareti, alle quali erano affissi dei poster e degli striscioni di vari campionati che il centro sportivo aveva ospitato in passato. Il soffitto era sorretto da varie colonne color caramello, tra una piastrella e l'altra si stagliavano dei fa-retti che restavano sempre accesi; era quasi certa che il loro scopo fosse quello di far perdere la cognizione del tempo. Uscivi dallo spogliatoio con la convinzione che fosse ancora giorno, anche se magari eri rimasto a nuotare per quattro ore e fuori era ormai pomeriggio inoltrato.

Lucas Jones, il suo allenatore da quando ero piccola, era andato in pensione qualche giorno prima della fine dell'estate e aveva fatto una grossa donazione al centro sportivo, che ne aveva approfittato per fare qualche lavoretto per quanto riguarda l'aspetto estetico; l'ingresso era stato modificato, le docce sostituite, così come la palestra e la struttura interna dei corridoi. Il tutto era stato spogliato di quella semplicità genuina che per decenni aveva impregnato le pareti dell'Admiral. Quel calore piacevole che si prova quando si è nella comodità della propria casa svanito, sostituito dalla freddezza della modernità e dell'innovazione.

Addio foto di gruppo delle vecchie squadre, benvenuti quadri astratti moderni.

C'era stato un salto di qualità e il club aveva cercato qualsiasi modo per renderlo chiaro a chiunque. Nuove divise, nuovi coach, nuova struttura. La piscina, da sempre il punto forte del centro, era stata l'unica a salvarsi, forse perché a una certa i fondi del caro e vecchio Lucas abbiano cominciato a scarseggiare. Le sarebbe mancato camminare per i corridoi e vedere suo padre sulle pareti? Sì, quel senso di orgoglio e nostalgia le sarebbe mancato, però tutto considerato avrebbe potuto guardare ogni giorno la cornice posta sul mobiletto all'ingresso di casa. La aiutava a tenere ben presente il motivo per cui faceva ciò che faceva, il motivo per cui passava ore in acqua senza stancarsi mai; lui era sempre al centro del suo interesse, dominava i suoi pensieri e popolava i suoi sogni.

Dove vanno le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora