16. Sogno di rugiada

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16. SOGNO DI RUGIADA


















"Anima fragile,
che riesci a danzare con queste catene."
-Daniele Radini Tedeschi

















3 agosto, 2019


















Esistono vari studi che confermano l'esistenza di tre diversi tipi di sogni. Ci sono i sogni a occhi aperti, fabbricati dalla nostalgia, che si manifestano durante la veglia, nel momento in cui diamo sfogo alla nostra immaginazione, nell'attimo in cui ci lasciamo andare alla fantasia, vagando tra castelli di carta, perdendoci in miraggi e ritrovandoci ad almanaccare sul futuro, pregni di quella speranza confusa di poter trovare un refrigerio al tormento interno.

Poi, ci sono i sogni vividi, lene chimere, che si verificano quando ci si rende conto di star sognando. "Aspetta un secondo, ma questo è solo un sogno!" e poi, ci si sveglia, realizzando la fantasticheria. Altri sognatori, invece, coltivano la capacità di restare lucidi durante lo stato di sonno, divenendo parte attiva del sogno stesso, risultando in grado di influenzare e modificare il corso della propria illusione onirica, senza svegliarsi.

Infine, ci sono gli incubi, ripugnanti latrati di chi dolora, che riecheggiano osceni nell'etere notturno. Gli incubi sono sogni deviati e contorti che causano il risveglio peritoso e tremebondo del sognatore, sono l'effetto collaterale di esperienze traumatiche, anche se si riscontrano pure quando ignoriamo o rifiutiamo di accettare una situazione particolare. Gli incubi sono un indicatore di un timore che deve essere riconosciuto e confrontato, è un modo che il nostro subconscio ha di intimarci a prestare attenzione.

Però... dove vanno a finire i sogni quando non riusciamo a dormire? In un'altra dimensione? Nelle penne di chi sa scriverne? Tra le pagine di un libro? O schizzano sul soffitto?

Ebbene, a volte i sogni sgattaiolano dagli occhi, caldi e placidi rigano le guance, raggiungono il mattino, portati dal soffio di nembi tenebrosi, viaggiano leggeri sui tetti, tra fantasia e serenità, tra tormenti e giochi di venti, seguendo i sentieri della notte, e si trasformano in cristalli di rugiada, in diamanti preziosi capaci di disegnare ragnatele, umori, sensazioni.

Mutano in gemme, si poggiano sui pini madreperlati, appesantiscono i denti di leone, arricchiscono gli steli d'erba di barlumi di luci colorate; gocce che riflettono sul mondo le tinte pastello dell'arcobaleno, che vibrano, tremano, lievemente mosse dall'aria. Alle prime luci dell'alba appaiono candidi e fragili i sogni di rugiada, che timidi raccontano del loro viaggio notturno, del loro arrivo all'aurora, fino alla dolce stasi sui petali e sui rami. Sogni di rugiada, pianto della luna, lagrime di stelle che bagnano, rinfrescano e dissetano piccoli insetti, ne toccano le antenne.

Sogni che ricoprono ogni cosa.

Era quasi l'alba quando qualcuno bussò alla porta. Non erano colpetti in codice, ma due colpi soltanto, secchi. Kendra sollevò le palpebre, pesanti come se fossero piene di sabbia. La stanza era immersa nell'oscurità, appena lacerata da scampoli di chiarore azzurrato che filtravano fra le tende ondeggianti. La pioggia batteva contro la finestra, con le sue gocce fitte e sottili che picchiettavano sul vetro come dita impazienti, malevole e fredde.

Seppur appena sveglia non aveva ricordi del sogno che stava facendo. Aveva la sensazione di essersi svegliata per una qualche causa esterna. Le lancette al fosforo della sveglia sul comodino indicavano che l'ora di alzarsi era ancora lontana, c'era davanti una distesa di tempo indefinita, nella sicurezza e nel tepore del letto. Stava per riaddormentarsi, aveva già chiuso gli occhi quando ci furono altri due colpi.

Dove vanno le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora