13. Conflitto d'interessi

107 15 36
                                    

13. CONFLITTO D'INTERESSI












"Le montagne si fanno accarezzare
solo dalle nuvole."
-Tomorrow Poetry















1° luglio, 2019













Una cacofonia di voci risuonava nell'aria salmastra del porto, mischiandosi con lo scrosciare delle onde del mare e lo schiamazzo inquieto dei gabbiani in volo, sorretti dalle correnti fredde. C'erano troppe persone ed erano troppo vicine. Tutti parlavano, tutti si muovevano. Facevano troppo rumore e si stringevano sempre di più, invadendo il suo spazio personale, negandole la possibilità di rilassarsi per raccogliere i pensieri.

In fondo al suo stomaco il panico si intensificò, mescolato a disagio e tensione perché aveva voglia di andarsene, di trovare un luogo sicuro, dove nessuno avrebbe potuto raggiungerla. Kendra chinò il capo e strinse i pugni, le sue dita erano fredde come pezzi di ghiaccio. Se ne stava lì immobile, con il busto curvo e le spalle chiuse, nel bel mezzo del caos più totale. Le ultime parole che aveva pronunciato qualche ora prima cominciarono a ronzarle nella mente quasi a farle dispetto. 'Spero di non esservi d'intralcio' e invece, in quel momento, era sull'orlo di una crisi di panico.

Era stata troppo impulsiva, si era tuffata a capofitto in una situazione compromettente. L'idea di andare a visitare un'isola popolata da strani topi-coniglio le era sembrata carina, per quanto assurdo possa suonare, ma non avrebbe mai pensato che ci sarebbero stati così tanti turisti, i quali nonostante fossero le dieci di mattina di un freddo lunedì invernale, avevano deciso di prendere il traghetto proprio come loro. Avrebbe voluto urlare, ma digrignò i denti, cercando di non vomitare. Stava vivendo un incubo a occhi aperti, e già immaginava cosa un giorno sarebbe stato scritto sulla sua lapide: 'In memoria di Kendra Boyle, la prossima volta pensaci due volte.'

Da lontano venne il suono della sirena del traghetto che stava entrando nel porto. Sollevò il capo e incrociò a malincuore lo sguardo tormentato di Reed, attraccò le pupille nere come corvi della notte più tetra nel mare dei suoi occhi cerulei, quasi fossero un'ancora di salvezza, una solida certezza in un oceano di dubbi e perplessità.

"Stai bene?" chiese Reed piano, a bassa voce.

Il battito di Kendra cambiò ritmo. Schiuse le labbra ma le parole non venivano fuori.

Gli occhi di Reed la esaminarono addolorati. "Il traghetto è qui, Francisca ha comprato i biglietti, dobbiamo imbarcarci."

Kendra guardò l'acqua a pochi metri di distanza e respirò a fondo, mentre tutti i rumori e le attività si attutivano.

"Che c'è?" chiese Reed, con una sorta di mezzo sorriso a fior di labbra, "vuoi fare una nuotata?"

La luce del sole faceva sembrare i suoi capelli biondi quasi bianchi e la sua pelle pallida polvere di diamanti.

"Uhm, mi piacerebbe..." rispose lei sognante, "è da tanto che non nuoto nell'oceano."

"Di sicuro non ti piacerebbe qui," rispose Reed, poi calciò un sassolino e lo guardò affondare fino a quando non fu invisibile, intrappolato nell'acqua torbida.

Kendra aggrottò la fronte. "Perché?"

"Qui l'acqua è tremenda, ci sono i gas di scarico delle barche che la inquinano."

"Non credo di voler più nuotare," commentò inorridita, guardando il blu scuro dell'acqua con una prospettiva diversa.

"Bisognerebbe andare a largo, anche se durante questo periodo dell'anno l'acqua è troppo fredda... magari ti ci portiamo in estate."

Dove vanno le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora