XXVII

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La ragazza era sdraiata su un lettino d'ospedale, tutta sola. Ma non le importava. Aveva problemi maggiori, come per esempio il fatto che non ricordava nulla della sua vita. Come si chiamava? E sopratutto chi era?
E poi, c'era quel ragazzo, che aveva detto di chiamarsi Percy. Sentiva di esser legata a lui, ma non riusciva a capire come. Che fossero fratelli? Nah, troppo diversi.
Però qualcosa se la ricordava.
Prima di non rammentare nulla aveva visto quella donna, regale e bellissima ma con l'espressione di chi poteva farsi odiare facilmente da tutti, se avesse voluto. Le aveva detto solo solo una frase: "Hai perso, mia cara" e poi era scoppiata in una risata in stile Tremotino. Una cosa alquanto inquietante, se vista con gli occhi di chi sembrava appena rinata in un mondo estraneo.
Si mise a sedere sul letto e si voltò verso il comodino per bere un po' di acqua. Ma un'altro oggetto attirò la sua attenzione. Era una fotografia che rappresentava un gruppo di persone abbastanza esteso. Sulla parte destra, c'era una ragazza, capelli dorati in tinta con gli occhi che montava su un cavallo dall'aria irascibile e anch'esso con il pelo completamente d'oro. Dietro di lei, che l'abbracciava da dietro,un ragazzo asiatico, ben piazzato. Poi c'era un ragazzo pallido, capelli neri, dall'aria pericolosa, ma allo stesso tempo tenera. Sempre andando verso sinistra, una ragazza un armatura con un mantello viola che guardava l'obiettivo della fotocamera con uno sguardo da "se non ti muovi a scattare la foto, ti brucio vivo". Di fianco a lei un ragazzo biondo, occhi azzuri e sorriso tirato. Non sembrava passasserla molto bene così come la ragazza di fianco a lui, castana e bellissima. Entrambi sembravano che morissero dalla voglia di abbracciarsi, ma che qualcosa glielo impedisse.
Nella parte di estrema sinistra, una ragazza dai capelli rossi e ricci, che brandiva verso l'obiettivo una spazzola di plastica blu, sembrando molto divertita. Poi c'era un uomo di circa sett'anni in sedia a rotelle con un sorriso un po' sbilenco e al centro della foto...beh al centro della foto c'era lei,  avvolta da un paio di braccia muscolose che appartenevano al ragazzo che aveva visto quando si era svegliata. Sembravano molto felici insieme. La data era riportata in un angolo a destra: il 18 agosto di tre anni prima.
La ragazza stava pensando a questo, quando una voce femminile interruppe i suoi pensieri.
-Stavate molto bene insieme, tu e Percy.
La bionda la guardò e la riconobbe dalla foto. Era la stessa ragazza bellissima accanto al biondo, quella che non sembrava troppo felice.
-Mi dispiace, Annabeth. Da quanto ho saputo non ti ricordi di nulla, quindi penserai che sono matta. Mi chiamo Piper McLean.
Lei la osservò. -Già, non ricordo proprio nulla- disse facendo cadere lo sguardo sulla foto che teneva ancora in mano. -Tu e il ragazzo biondo un tempo stavate insieme, giusto?- chiese.
-Si ma poi l'ho lasciato, nonostante lo amassi ancora. E ora non posso più rimediare al mio errore.- Piper aveva lo sguardo triste.
-È morto?- Annabeth era sinceramente dispiaciuta per lei. Sentiva di capirla, in qualche modo.
La castana annuì. -È stato ucciso poco dopo che io lo mollai. Ma non mi va di parlarne. Son venuta qui per vedere come stavi tu. Sei la mia migliore amica e non potevo fregarmene- Un debole sorriso nacque sulle labbra di Piper.
-Allora forse tu potrai rispondere alle mie domande?- chiese speranzosa.
-Io...
Poi la porta della stanza si spalancò e fece capolino la testa bionda e ricciuta del medico. -Piper, vorremmo parlarti.
Lei le lasciò un bacio sulla fronte e uscì.


Percy's deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora