XXIV

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-Annabeth, apri gli occhi, per favore!-
Tic-tic-tic
-Giuro che non succerderà più, te lo prometto, ma ora apri quegli occhi-
Tic-tic-tic
E, anche questa volta tentò di aprire gli occhi, invano. Poteva usare tutta la sua forza, ma non riusciva a svegliarsi.
-Annabeth, ti prego, dammi un segno che mi senti, almeno.-
Quello era il suo Percy, che era stato lì con lei tutto il tempo. Lei lo sapeva con certezza, perchè le aveva sempre tenuto la mano, come se avesse paura di perderla.Chissà perchè, Annabeth ebbe un dejavu. Ricordava bene quando stavano per precipitare nel Tartaro e lui le stringeva forte la mano per non lasciarla andare. Era come in quel momento. Annabeth poteva percepire la preoccupazione del ragazzo anche con gli occhi chiusi e immobilizzata in un letto.
La ragazza decise di dargli ciò che voleva e mosse debolmente la mano. Stranamente ci riuscì. Percepì una dolce carezza sulla testa e le labbra che sapevano di salsedine sulle sue.
-Non te ne andrai via da me. Mai più-
Annabeth ci mise anche l'anima. Doveva riuscire a svegliarsi. Gli mancava Percy, era stata lontana da lui per troppo tempo e fece una muta preghiera ad Afrodite, chiedendole  di smetterla di farli soffrire così per amore.
Stavolta, però spalancò gli occhi. Vedeva la sagoma sfocata di Percy sorriderle dolcemente e urlare il nome di Will.
Il medico irruppe nella stanza cominciando a trafficare con i suoi numerosi attrezzi.
-Cosa ti senti Annabeth? Ti ricordi chi siamo noi vero?
Annabeth lo osservò. Capelli biondi paglia e ricci e occhi color del cielo. No, non gli diceva niente, era certa di non averlo mai visto prima. Poi si voltò verso il ragazzo che fino ad un secondo prima era certa di amare, ma ora non riusciva a ricordarsi nemmeno il suo nome. Cominciò a chiedersi come si chiamava lei, e manco quello.
Guardò il biondo che le aveva rivolto la domanda e scosse la testa. -No. Non ricordo nulla-

Percy's deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora