Prologo

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"L'ultimo anno di liceo è ormai arrivato proprio come l'autunno che si proietta sulle nostre finestre.
I cappotti e il calore sono le uniche cose che adesso la gente desidera più di ogni altra cosa, in secondo luogo a traumattizare tutto c'è la scuola, quel terribile posto dove possono svilupparsi e dare vita a lunghe e vere amicizie." Allontano la punta metallica della penna dal foglio e rileggo tutto da capo.

"Che merda." Dico tra me e me osservando quello che ho scritto, a rendere tutto ancora più disgustoso è la calligrafia penosa che possiedo.
Non mi è mai piaciuta.

Stringo il foglio formando una pallottola di carta e la lancio dritta nel cestino, come le precedenti tre.
Sbuffo ormai sul punto dell'esasperazione e fisso la parete beige, che adesso non mi ispira nulla di utile, se non noia repressa.

Tamburello il tappo di plastica della penna sul piano della scrivania e afferro il telefono che non uso ormai da ore per scrivere questo fottuto tema.

Più vado avanti e più penso che questo anno sarà più duro degli altri quattro.
La cosa peggiore è che non ce quasi nulla ad invogliarmi ad andare a scuola e fare lezione con senerità.

Anche se vado molto bene a scuola, con la media dell'otto, faccio tutto questo solo per ottenere il diploma, senza coltivare passione per questo ambiente scolastico, e continuare gli studi con l'università.

Mi alzo e guardo fuori, come ho scritto nel testo che ho poi buttato nell'immondizia, noto che il vento si fa vedere a causa dei movimenti agitati degli alberi.

Scendo di sotto e prendo qualcosa da mangiare mentre cerco mia madre.
"Mamma!" Dilungo la A e continuo a cercarla, salgo nuovamente di sopra e mi dirigo verso la stanza matrimoniale, la trovo lì a dormire tranquillamente.

Guardo l'ora, 6 p.m.
Dopo aver trovato la mia donna, rifaccio nuovamente le scale scendendo in cucina, afferro velocemente un foglio da un agenda ormai andata, è tutta pasticciata; immagino colpa di mia sorella, e scrivo sul foglio "Torno tra qualche ora, vado a farmi un giro in città." -Nicolaya

Esco di casa, fortunatamente sono già vestita e non perdo altro tempo.
Entro nella mia tanto amata macchina e vado verso un luogo indefinito.

Dopo vari minuti di macchina giungo casualmente davanti la mia scuola.
La osservo, la brucerei con 1000 fiammiferi e 2000 accendini.

Scendo dall'auto e mi avvicini alla porta, da lì vedo alcuni ragazzi intenti a parlare.
"Sono passato con un 6 politico" afferma fiero uno di loro.
Immagino che a lui non mancava il libro di Religione o educazione fisica, come molti altri compresa me, ma a lui mancavano tutti.

Ispeziono l'edificio come se non lo avessi mai visto mentre ascolto i loro discorsi.
"Sono passato con un 6. E non è un 6 politico!" Dice eccitato guadagnandosi un applauso dal gruppo di amici.
Mi trattengo dal ridere e afferro il telefono guardando il voto con cui sono passata io.

Entro nell'applicazione della scuola e leggo "8" Prevedibile, sempre il solito 8.

"Tu Alan?" Domanda un ragazzo biondo rivolgendosi ad un ragazzo abbastanza robusto ed alto.
Lui alza lo sguardo. "Devo ripetere l'anno." Afferma inumidendosi le labbra.
"Oh cazzo" Impreca lo stesso ragazzo.

"Mi daranno delle ore buche da passare con un tutor che mi farà studiare tutte le materie." Dice annoiato e sospirando.
"Scegliti una figa."
"Saranno loro a combinare in base al livello adeguato a cui devi arrivare." Si allontana dal muretto su cui era appoggiato.

Saluta tutti e si infila dentro la macchina Mercedes mettendola in moto.
La cosa che mi rimane impressa di lui, sono i tatuaggi lungo le braccia, gli donano davvero molto.

The change [COMPLETA] ||Geôlier.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora