"State prendendo appunti?" La professoressa batte per due volte le mani come per svegliare la classe e guarda gli alunni in attesa di una risposta.
E i volti esprimono ogni sentimento tranne quello di interesse per la lezione.Osservo la classe e ogni ragazzo svolge azioni differenti l'uno dall'altro, chi mangia di nascosto o chi copia i compiti non fatti a casa per le prossime materie.
"Nicolaya, hai tutti gli esercizi di biochimica?" Confusa afferro il diario per vedere a cosa si riferisce.
"Si." Prendo il libro aprendolo nella pagina degli esercizi.
"Ma non lo hai fatti."
"Tu mi hai chiesto se ce li avessi e non se li avessi svolti." Lui chiude il libro e me lo passa mentre cerca con gli occhi qualcuno che può aver fatto gli esercizi.
Mi rigiro e ascolto quello che dice la prof.Quest'ultima si ferma dopo aver finito l'interrogazione di una ragazza al primo banco.
"Mancano pochi minuti al suono della campana ne approfitto per parlare dei corsi di recupero. Chi ha deciso di iscriversi?" Chiede, si siede e afferra un foglio tenendo stretta alla mano una penna.Ad alzare la mano siamo in 5, compresa io.
3 ragazze e 2 ragazzi.
Abbassa gli occhiali in punta del naso e inizia a scrivere i nostri nomi."Ditemi chi sono i ragazzi con cui state trattando questi incontri."
Tutti dicono i propri ragazzi e infine lo dico io, al nome di Alan Haywood, alcuni ragazzi si girano stupiti."L'orario decisivo è ogni giorno e l'ora in cui recuperare potete deciderla voi, così da non togliere ripetutamente ore ad altri professori." Finisce il suo discorso e puntualmente suona la campana di fine ora.
Prende tutto il suo materiale ed esce dalla classe, lasciando spazio alla professoressa di letteratura.Chiamo il ragazzo davanti a me, amico di Alan, con un calcio allo zaino.
"Passami il numero di Alan Haywood." Dico appena si gira.
Lui non fa domande, prende il suo telefono e su whatsapp mi invia il numero del suo caro amico.Memorizzo velocemente il numero e subito gli scrivo in chat privata.
"La prof ha detto che possiamo decidere noi in che ora incontrarci.
4° ora, subito dopo la ricreazione."
Invio e per pochi minuti aspetto, ma chiudo la chat quando vedo il prof che mi fissa, sperando che io metta via l'aggeggio che ho in mano.Metto il cellullare sotto la coscia e lui distoglie lo sguardo spiegando qualcosa.
Dopo poco avverto il telefono vibrare."Decido io. Sono io quì quello che deve studiare, in quarta ora non posso.
Facciamo in questa ora oppure l'ultima." Leggo.
"Col cazzo in ultima ora. La seconda ora è appena iniziata, porta le due materie che vuoi studiare e siediti nello stesso posto di ieri."
Invio.Passano circa tre minuti e leggo sul displey.
"Dove cazzo sei?"
Oh cazzo.Chiedo il permesso al prof, che gentilmente mi concede. Come giusto che sia.
In un minuto esatto entro dentro l'aula degli studenti e non trovi nessuno."Mi avevi detto che saresti stata qui in seconda ora. Sto aspettando da 4 minuti." È appoggiato con una spalla di lato alla porta, si avvicina quando vede che ascolto le sue parole.
"Il prof non mi dava il per-" Mi blocco e penso bene a quello che ha detto.
"Sei per caso mia madre? Posso arrivare quando voglio io."
"Il punto è che se arrivi dieci minuti dopo il suono della campana, sono dieci minuti in cui io posso leggere un capitolo intero."
Sto zitta e guardo a terra."Oggi voglio fare matematica ed inglese." Mi giro verso di lui e vado verso il posto in cui ci siamo messi anche ieri.
"Dove sei arrivato?"
"Qua." Indica il titolo dell'argomento sull'indice del libro.Si accomoda sulla sedia girevole rossa mentre si passa una mano tra i capelli.
Prende il suo quaderno e subito inizia con il primo esercizio."Non vuoi che te li spieghi?"
"No, voglio che tu li corregga." Dice e nel mentre ricopia la sua equazione sul quaderno.
"E io sto qua a girarmi i pollici?"
"Quella di inglese-"
"Non mi piace inglese." Lascia il libro di inglese che stava gentilmente per passarmi e mi osserva.Tiene la penna nera tra due dita.
"Non hai altre materie?"
Guarda dentro lo zaino rosso della Gucci.
Vorrei sapere come fa ad avere tutte queste cose firmate.
Non riesco a spiegarmelo."Ho un tema di inglese." Esce fuori il quaderno e lo butta davanti ai miei occhi, sbuffa capendo che non ha altre alternative.
"Dobbiamo scrivere un tema sull'amore."Prende una pagina bianca con solo una consegna scritta con la penna rossa.
"L'amore è qualcosa di concretamente costante?""Che cazzo vuol dire?"
"Lo ha spiegato, ma ero troppo occupato a pensare ad altro." Ottimo direi.
"Credo che intenda se l'amore è quella cosa presente come un qualcosa che può essere toccato." Risponde."L'amore quello che si fa a letto?"
"L'amore?" Sorride
"Cazzo!"
"Tu fai l'amore?" Continua a prendermi per il culo.
"Tu come lo chiami, Alan?"
"Fare l'amore proprio come lo chiami tu, Nicolaya." Si trattiene un sorriso con la speranza di non far trasparire la sua presa per il culo nei mie confronti."
"Stronzo!" Ride a crepapelle mentre cerco di fargli male colpendolo con il suo stesso quaderno."Smettila di ridere." Incrocio le braccia al petto e metto il broncio.
"Fallo tu questo tema del cazzo."
"Poi non lamentarti se il tuo voto resterà 7." Ritorna serio.Cazzo è vero, se in lui non vedranno neanche un minimo miglioramento, castigheranno me abbassando il mio 8.
"Passami una penna." Dico senza guardarlo.
Mi passa una penna e lui mette via il suo lavoro. "Ma che fai?"
"Il prof ha detto che deve essere un nostro pensiero, quindi io dirò quello che penso davvero e tu cercherai di renderlo più realistico possibile." Con la punta del piede si dondola sulla sedia girevole mentre mi fissa."Dovresti partire dal presupposto che l'amore esista o no." Suggerisco, lui sta zitto e guarda la panna che tiene tra le dita.
"L'amore esiste solo nel momento in cui è vero." Appoggio la punta metallica della penna sul foglio e penso cosa scrivere.
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The change [COMPLETA] ||Geôlier.
Lãng mạn-COMPLETA "Ho incontrato te reputandoti il ragazzo a cui piace passare le notti in compagnia e avere vizi che tutti hanno, e sai? D'altronde non sbagliavo. Sono stata capace di giudicare il tuo aspetto, ma non il tuo cuore pieno di rabbia che si è...