20. -Due delusioni in un'ora

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"Perché mi hai mentito?" Stringo un pugno sapendo perfettamente a cosa si riferisce, ma quello che io ho da dirgli è ancora più pesante e deludente.

"Non volevi passare per sfigata, Nicolaya o avevi paura che potessi prenderti in giro?" Alza il tono di voce, ciò non mi spaventa ma mi fa capire quanto lui possa considerare fondamentale la fiducia in un qualsiasi rapporto.

"Ho sentito quanto tu fossi stretta, e casualmente eri anche fredda e distaccata nei primi momenti, mi credevi stupido?" Si tocca nervosamente i capelli e poi sospira in segno di disapprovazione.

"Già hai ragione, magari non avrò dato sul serio il massimo, ma scoprire in quel preciso istante la tua verginità è stato qualcosa chd mi ha sconcertato.
È come se mi avessi preso per un di quei ragazzi capitani della squadra di football, muscoloso che scopa tutte e che fa valere qualsiasi ragazza una pezza." Deglutisce e poi mi guarda in attesa di una risposta.
Su questo argomento ha mille volte ragione, ma non sarà mai schifoso tanto quanto quello che lui ha fatto a me.

"Parlami, cazzo! Perché mi hai mentito?" Perde completamente la pazienza e lo riesco a capire dal suo tono di voce ben alto e abbastanza difficile da non sentire.

"Non sei la prima a cui tolgo la verginità, non voglio vantarmene potresti fraintendermi, avresti dovuto aspettartelo.
Magari ti infastidiva pensare che saresti stata l'unica ragazza vergine a passare una notte con me. Potrei saperlo se me lo dicessi." Si avvicina e si abbassa alla mia altezza.

Mi metto a gambe incrociate sulla sedia, mente ormai sa qualche minuto continuo a piangere in silenzio.

Mi guarda mentre io giro il volto un tutt'altra direzione, senza rivolgergli sguardo.

"Io a te ci tengo più di quanto tu possa immaginare, parlami Nicolaya." Mi accarezza una guancia ma io gliela tolgo.

"Non toccarmi." Lui si irrigidisce.
"Oh avanti! Adesso ti infastidisce che io sia stato con qualche ragazza?" Sbuffa e si siede sul letto.
Io nel frattempo alzo il volto incrociando i suoi occhi, che adesso esprimono solo delusione.

"A cosa si riferisce Mike?" Tiro fuori il suo cellulare e lui sbianca sul posto.
Asciugo la lacrima e lui sembra vedere il dolore che adesso mi appartiene.

"C-che hai t-trovato?" Si alza e si avvicina faticando perfino a parlare, non penso che lui abbia capito quanto tutto ciò possa farmi male.

"Non t'importa cosa ho trovato! Ma dovrebbe importarti come mi hai trattato." Mi è bastato un attimo per riuscire ad alzarmi da quella sedia e a poca distanza da lui per tirargli uno schiaffo.

"Cosa erano tutte quelle cazzate che mi dicevi? Erano solo per spingermi a fare sesso con te!" Tiro su col naso e mi allontano da lui.
Mi appoggio alla superficie fredda della scrivania mentre pian piano mi vengono in mente tutte le sue parole.

"Ma come ti è venuto in mente? Che scommessa del cazzo poi.
Spiegami cosa avresti vinto, l'applauso dei tuoi amici?"
"Sei grandioso" Continuo con tono amaro e tremante, insceno un finto applauso.

"Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto." Si gira verso di me e cerca dj giustificarsi.
"Queste parole sono inutili Alan. Sai quanto possa farmi male? Ho appena scoperto che tu hai partecipato a quei cazzo di incontri per una stupida scommessa." Sospiro ancora incredula e giro per la stanza.

"Se riesci a stare più di un mese con lei, senza scoparci avrai un ottima ricompensa." Recito le parole del messaggio.
"Questo significa che fin dall'inizio tu sei stato come obbligato a parlarmi, come se io fossi qualcosa che andava vinta." Lo guardo ancora con disprezzo.

"Ma adesso è tutto diverso..." Sussurra.
"Diverso proprio nulla! Come faccio a fidarmi delle tue parole, Alan? Ho appena saputo che tutto questo ha avuto inizio solo perché a te importava dei soldi." Lancio un lungo sospiro e con un solo passo ero di nuovo vicina a lui.

"Ho perso la cosa più cara che avevo per te, pensando che fossi la persona giusta, perché sei riuscito a farmi creare un immagine di te, totalmente errata." A quelle ultime parole, mi tolsi la felpa, me l'aveva prestata lui dopo aver notato che quei vestiti erano troppo scomodi per la serata.

Mi infilai i miei vestiti e velocemente afferrai tutti i miei oggetti.
Accesi il telefono e notai l'ora, le 03:45, non c'era nessuna chiamata persa, e sinceramente non rimasi sorpresa.
Fortunatamente i miei genitori non sono mai stati troppo severi con me.

"Ti ho lasciato le chiavi di casa di fianco al nano da giardino, in caso non ne avessi un mazzo.
Chiamami quando puoi, ti amo."

Questo era l'unico messaggio da parte di mia madre.
"Riaccompagnami a casa." Lui annuì alla mia richiesta, anche se in realtà poteva essere considerato come un dovere.

Il tragitto è stato del tutto silenzioso e nessuno dei due pensò di intraprendere una sottospecie di dialogo, anche se sinceramente non sembrava completamente il caso.

Ciò che mi tormentava erano le poche parole che mi aveva detto.
Durante l'intero litigio le parole che disse potevano raggiungere la cifra di quindici parole, forse nemmeno ci arrivavano.
Non ha provato nemmeno a fermarmi o a dire qualche cazzata per farmi restare ancora qualche altro minuto con lui.

A tutti quei suoi movimenti, mi scese una lacrima che subito mandai via.
L'effetto che lui ha su di me è troppo evidente e si fa percepire parecchio.

Ferma la macchina ed io apro la portiera.
"Mi perdonerai?" Mi chiede, prima che la portiera potesse essere chiusa.
"Non mi hai nemmeno chiesto scusa."
"Sai benissimo che a te ci tengo abbastanza, hai bisogno che io te lo chieda?"
"Si." Chiudo la portiera abbastanza forte da sentire il rumore.

Mi incammino verso la porta di casa e la apro.
Tolgo le scarpe, una volta entrata, e salgo dj sopra.

Velocemente vado a truccarmi e tolgo i vestiti, cambiando anche l'intimo.
Mi buttai sul letto indossando solo una maglietta e un paio di mutande.

Questa situazione è stata così brutta che mi ci vorranno settimane, se non mesi, per dimenticare il male.

The change [COMPLETA] ||Geôlier.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora