Non mi sentivo più il fondoschiena a furia di stare seduta sugli spalti. Era passata un'ora e mezza e ormai mancava l'ultimo intervallo.
La squadra di Springfield era in vantaggio di un punto. Hunter se ne stava fermo sulla sua posizione. Era teso mentre stringeva la mazza con entrambe le mani e se ne stava con le ginocchia piegate nell'attesa che l'arbitro fischiasse l'inizio dell'ultimo inning. Se fosse riuscito a guadagnarsi un punto e la squadra di Springfield no, allora avrebbero dovuto giocare un altro intervallo perché erano in pareggio.
Mentre la mia mente faceva tutti quei ragionamenti sulla partita per distrarsi da altri, Hunter lanciò la palla e segnò un punto. Eravamo pari.
Si alzarono tutti per fare il tifo e mi unii a loro, stando in piedi anche mentre il battitore di Springfield lanciava la palla. - Non fanno giocare il capitano? - chiesi.
- Si è slogato la spalla quando sei entrata a prendere l'acqua - mi informò Jennifer.
Non segnarono e ciò significava che le due squadre erano pari e che ci sarebbe stato un extra-inning.
- Gioca Dylan - sussurrò Jennifer, allungando il collo per riuscire a vedere meglio.
Mi voltai verso di lei, studiando la sua espressione. Era preoccupata. Per la nostra squadra o per lui?
- Come va fra voi due? - le domandai, cercando di essere più gentile possibile. Non era la domanda che si aspettava.
- Tra me e Dylan? -.
Annuii.
Abbozzò un sorriso amaro. - Non tanto bene... Ci sono cose che... - abbassò gli occhi - che a me non stanno bene, quindi... -.
- Capisco - risposi con un sorriso di cortesia. Non volevo che mi raccontasse altro, non erano affari miei. Doveva essere una questione delicata da come ne parlava e, se un giorno Dylan avesse voluto parlarmene, ero pronta ad ascoltarlo.
Mi voltai di nuovo verso il campo, mentre la squadra di Springfield perdeva la sua chance di vincere. Se Dylan avesse guadagnato un punto, avrebbero definitivamente vinto.
- Mamma, che ansia... - sussurrai. Eravamo tutti in piedi, con gli occhi sbarrati e puntati su Dylan. Il silenzio era tale da poter quasi udire i pensieri di chi era vicino.
Fischio.
Palla.
Dylan alzò una gamba e colpì la palla con tutta la forza che aveva in petto. Attorno a me esplosero le urla.
West Chester aveva battuto Springfield. Non era mai accaduta una cosa simile.
Sorrisi, per poi mettere le mani ai lati della bocca e lanciare un urlo per il mio migliore amico.
***
Il Tina's pullulava di gente. I ragazzi erano corsi lì dopo la partita e il locale si era riempito tutto d'un tratto.
Tina distribuiva cibo e bevande, trascinandosi la sua gamba dolorante. Non aveva immaginato che ci potesse essere tutta quella gente di martedì pomeriggio.
I ragazzi parlavano ancora della partita, nonostante fosse passata più di un'ora dalla fine.
Lanciai ancora uno sguardo a Tina, decidendo di alzarmi per darle una mano.
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Come la pece
Mistério / SuspenseTeen drama. "Trovai il coraggio di alzare gli occhi nei suoi. Erano neri come la pece e profondi come un pozzo senza fine. Incutevano quasi timore. - Volevo ringraziarti per poco fa -. Notai che la mia voce era tremante, timida, come non lo era stat...