Elettra

68 6 3
                                    


Il caldo dei pomeriggi di metà giugno spompa le persone fino a renderle più pigre del solito. Lei lo sa bene, mentre fuma la sua sigaretta e cerca di scollarsi di dosso il giubbotto di pelle ormai attaccato alle braccia. Studia il fumo che fuoriesce dalle sue narici e si chiede cosa ci sia di tanto ipnotizzante da crearle dipendenza. Le sigarette sono ormai le sue uniche confidenti e, in loro compagnia, ragiona sulla sua vita e sulla piega che sta prendendo la sua intera esistenza. Le giornate passano così, tra il fumo di una sigaretta e la visita di un sito web, alla ricerca di un lavoro che le possa permettere una vita agiata. È sola, lei. E questo le crea disagio: a stare troppo tempo in compagnia di sè stessi si finisce per temersi. Affacciata al suo balcone ammira dall'alto tutte quelle piccole persone che corrono, indaffarate, per raggiungere le loro mete. Le piace studiarle e immaginare le loro vite, chissà se quell'anziana signora che si trascina su un bastone ha dei nipoti che la riempiono di attenzioni. E se fosse sola? La risposta, forse, più di tanto non le importa... lei spegne la sigaretta e, con essa, muore anche la capacità di provare empatia. Almeno le piace credere che sia così. È giovedì pomeriggio, esce di casa e mestamente cammina sui sampietrini di quelle strade antiche. Poggia lo sguardo su qualche attività commerciale che sbuca tra le mura. Si sofferma con un po' di attenzione in più ad ammirare la vetrina di una pasticceria: bignè, piccoli cannoli, frutta candita ricoperta di cioccolato. A lei non piace la frutta candita, per niente, ma quel gioco di colori le piace e attira comunque la sua attenzione. La sua fronte è ad una distanza impercettibile dalla vetrina e lei è completamente assorta, rapita da quel tripudio di colori e dal profumo che le accarezza il naso quando una cliente apre la porta per uscire, dopo aver riempito un sacchetto di leccornie. Si convince a staccarsi dall'esposizione delle numerose piccole meraviglie e trova la forza di raggiungere quel piccolo locale che le permette di pagare le bollette della luce portando piatti pieni di cibo dalla cucina ai tavoli degli affamati squattrinati che frequentano il posto. Indossa il grembiule nero che, insieme alla cuffia per capelli, compone la divisa e comincia il suo entusiasmante turno di sette ore. Mancano esattamente tre ore e quaranta minuti alla fine del turno, non che lei stia facendo il conto alla rovescia per la fine di questa agonia, ovviamente, quando al telegiornale passano una notizia e tutti si ammutoliscono. Parlano ancora di quella ragazza che ha deciso di togliersi la vita, a Salerno. Questa volta però sono i genitori i protagonisti della notizia, siccome hanno deciso di promuovere un progetto sociale che consiste in uno scambio epistolare tra persone che non si conoscono tra di loro, affinchè nessuno si senta più così solo da tentare un gesto estremo come quello della figlia. Prende mentalmente nota del progetto di cui ha intenzione di cercare più informazioni una volta arrivata a casa. 

Il progettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora