Il progetto

Isabella

Isabella non riesce a trattenere le lacrime. Legge le parole di Elettra e si immagina esattamente così, in un universo parallelo in cui Iris non fosse venuta al mondo. Un figlio che non hai avuto ti rende ugualmente una madre? Come si può convivere con la consapevolezza che un'altra donna sta conducendo la vita che avresti dovuto condurre tu? In quel momento Isabella provava tanto dispiacere per Elettra, era incredula. Com'è possibile che il suo compagno fosse stato così insensibile? Non riusciva a farsene una ragione. Certo che la vita è strana, non ti avvisa che i rapporti che hanno l'aria di essere perpetui non lo sono affatto. Sono passati mesi, ormai, e, insieme al numero dei giorni, aumenta anche quello delle lettere che le due 'amiche di penna' si scambiano. La loro amicizia si solidifica e le lascia incredule siccome non riescono a darsene una ragione. Si sentono delle quindicenni che ripongono speranze e fiducia in una persona sconosciuta e, come è giusto che sia, entrambe temono questa amicizia tanto quanto desiderano coltivarla e lasciare che cresca. Cosa spinge due persone distanti e sconosciute a riporsi a vicenda nelle mani timori, confidenze e rispetto? Forse l'anima riconosce in un'altra l'affinità e decide di voler rischiare perchè potrebbe valerne la pena. Cos'è l'amicizia se non un rischio che si decide di correre che potrebbe far bene o male, a seconda della suo veridicità. Le amicizie che fanno soffrire sono delle pseudo amicizie da cui imparare ad allontanarsi. Isabella nelle ultime settimane ha deciso di voler perdere quegli ultimi chili che le sono rimasti dopo il parto. Ha trovato la forza anche grazie a Elettra, che è riuscita a spronarla facendole comunque capire che deve amarsi a prescindere dal suo peso, però deve impegnarsi per raggiungere qualsiasi obbiettivo lei voglia. E quindi, mentre fa lo spuntino col suo yogurt magro, decide di rispondere all'ultima lettera di Elettra, così viscerale, così cruda e sincera.