Isabella

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Isabella è emozionatissima e impaurita. Guarda la figlia negli occhi cercando risposte che non può trovarvi. Ogni mattina, sin da quando ha deciso di partecipare al progetto, controlla nella sua cassetta della posta sperando di non vederla vuota e puntualmente rimane delusa. Dopo poco più di una settimana riceve la lettera e la ammira entusiasta e incuriosita. La porta all'interno e la poggia sul tavolo di legno massiccio presente nella piccola sala da pranzo, non la apre subito, vuole aspettare di poterla leggere con tutta calma, probabilmente nel primo pomeriggio, subito dopo aver pranzato. Non appena gli occhi della sua Iris si chiudono delicatamente, ecco che Isabella si prepara il profumato caffè nella sua vecchia caffetteria e si accomoda sul divano con la lettera tra le mani. L'entusiasmo è tangibile e lei si sente rilassata. Allunga i piedi su quel tavolino da caffè rotondo, in vetro, che ha posizionato a metà strada tra il divano e la tv. Ricorda ancora quando lo comprò un pomeriggio appena uscita dallo studio. Quei tempi da donna indipendente che deve badare solo ed esclusivamente alla sua singola persona le mancano. E lei non riesce a giustificarsi con se stessa, si sente una madre cattiva, ma, la verità, è che dimentica che, prima di essere madre, è una persona e, come tale, ha delle preferenze. Solo perché preferisce vivere da donna single com'era abituata non esclude l'amore per la figlia o la sua capacità di essere una madre. Comincia a leggere e si riempie gli occhi delle parole di una sconosciuta che sente già molto vicina a sé.  

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