Isabella

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E così Isabella sente di aver fatto la cosa giusta prendendo parte a questo progetto. Questa lettera è entrata nel suo cuore, percepisce lo stato d'animo del mittente e lo sente particolarmente suo. Com'è possibile che nella vita ci siano persone così diverse e lontane che si sentono allo stesso modo? Ovviamente Isabella non vuole deludere assolutamente le aspettative di Elettra e comincia a pensare a cosa scrivere nella lettera di risposta che sicuramente invierà. Non vede l'ora di poter interloquire per iscritto con questa ragazza che le sembra molto dolce e con la quale prevede di instaurare un bel rapporto. Prima di cominciare a mettere per iscritto la sua risposta decide di optare per una passata di smalto sulle sue unghie maltrattate. Lei, che non ha mai avuto problemi di onicofagia, dopo il parto ha cominciato con tante dipendenze, cercando di colmare il vuoto lasciato dal fumo che aveva smesso di inalare, e quello lasciato da quell'uomo che aveva smesso di vedere, ma forse non ancora di amare. Opta per il blu, il blu elettrico che le ricordava quel picnic che fecero al parco, lo scroscio del ruscello dal quale spuntavano le pietre a causa della siccità. Quel giorno si diedero innumerevoli baci che lei scambiò per piccole promesse di infinita presenza di uno nella vita dell'altra, e invece erano solo baci. Spesso nella vita l'errore che si compie è quello di voler a tutti i costi leggere tra le righe, di voler interpretare ogni gesto, di voler andare oltre il significato letterale di ogni frase che viene espressa e, così, si soffre per le supposizioni fatte e considerate veritiere sin dall'inizio che poi magari non solo si rivelano sbagliate, ma anche profondamente infondate. Si dovrebbe imparare a scindere la realtà dall'interpretazione che abbiamo di essa. Ed è con l'amarezza in bocca, non dovuta al caffè, che Isabella prende una penna nera, con le unghie laccate di blu, e un foglio di carta rosa e comincia la sua lettera. La invierà di prima stesura, con le cancellature e l'inchiostro in eccesso che macchia il foglio al passaggio della mano che, col dorso, struscia sulle parole appena scritte. 

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