Isabella

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Cara Elettra,

ho atteso la tua lettera per giorni e, finalemente, posso risponderti. Leggerti è stato divertente ma mi ha fatto riflettere, tanto. Possibile che due persone come noi, completamente estranee, riescano a sentirsi allo stesso modo? Evidentemente lo è. Io mi sento incompleta, mi sento di condurre un'esistenza priva di obiettivi e di procedere per inerzia in questa vita che richiama alla mente l'immagine di una me passata che non appartiene assolutamente alla proiezione della mia personalità attuale. Lavoravo come avvocato in uno studio importante, amavo la mia vita, con tutto il cuore. Avevo successo, ed era il successo che mi illuminava lo sguardo, ora spento. Ma, ci tengo a precisare, non erano i soldi che derivavano dal mio successo a conferirmi quella luce particolare, era il riconoscimento altrui che mi elevava ad un benessere psicofisico. Conobbi un uomo, e quella conoscenza fu l'inizio del mio declino psicologico. Fanno davvero schifo le persone che si mettono nella posizione di farti credere in un poteziale lieto fine e poi ti smontano mattone per mattone il castello dei sogni che avevi costruito gettando le basi con i presupposti che ti hanno assicurato loro. Ma di questa storia parleremo in un'altra lettera, oggi voglio fare in modo che tu possa inquadrarmi in generale. Ho deciso di partecipare al progetto perchè avevo bisogno di cambiare qualcosa nella mia vita, e ho deciso di farlo impugnando una penna. Anche per me è un'esperienza nuova dovermi aprire con un'estranea, addirittura per iscritto.. sono tuttavia contenta di aver deciso di intraprendere questo percorso e spero che entrambe saremo contente della compagnia che il destino ci ha voluto assegnare. Come puoi ben vedere ho scelto un foglio di carta rosa, perchè è il mio colore preferito, però ho anche deciso di non ricopiare in bella perchè mi mostrerò senza alcun tipo di elaborazione. Con te sarò il più trasparente possibile. Ovviamente sarà difficile perchè l'identità rimarrà segreta, ma non è forse la scelta migliore? È molto più facile mettersi a nudo dinanzi a qualcuno che non conosci e non conosce te. Parto col dirti che sono un po' più "vecchietta" di te. I miei 32 anni mi rendono una donna che crede ancora di essere una ragazzina, ma poi si ricorda che è più vicina ai 40 che ai 20, e le va bene così. Sono sempre stata una persona molto matura e mi sentivo una donna già a partire dai 17 anni, ora, con il tempo che avanza, il mio corpo si sta solo adeguando alla mia personalità. Non ho paura di invecchiare, non ho paura di cambiare. Di morire? Forse sì. Ma solo perchè temo di morire senza aver contribuito al progresso della società, al miglioramento della razza umana. Siccome non sono dotata di una brillante intelligenza fuori dal comune, ma solo di una intelligenza che rientra nella media del pianeta, non posso pretendere di inventare qualcosa di nuovo, nè di scoprire la cura per il cancro. L'unico obbiettivo che ho, sin da bambina, è quello di riuscire a notare quando tendere una mano ogni volta che sia necessario per qualcuno. Ma come si fa quando non puoi aiutare il prossimo che ne ha bisogno perchè, in questo momento, chi ne ha bisogno sei proprio tu? Non ne ho la più pallida idea. Questa vita che sto conducendo, piena di monotonia, piena di parole sussurate nel silenzio di una notte piena di afa e dimenticate all'istante, una vita piena di punti interrogativi che proprio non riescono a trovare i propri punti esclamativi nella grande confusione di tutti i segni d'interpunzione che si alternano in un viavai scandito ritmicamente dal ticchettìo delle lancette di un orologio malfunzionante per via delle pile scariche. Ecco. Io sono quell'orologio bellissimo, importante, ma dotato di pile scariche e quindi, si può dire, adagiato nella gloria del passato. È importante non cominciare a svalutarsi ma è automatico farlo quando non si hanno soddisfazioni che nutrono il nostro ego. Io ti auguro davvero di capire che ognuno di noi possiede un valore intrinseco che niente e nessuno potrà mai intaccare. Auguro anche a me di riuscire a capire questo concetto e appropriarmene. Tu cosa mi dici di te? Qual è stato l'evento scatenante che ti ha causato prima tanta sofferenza e poi tutta questa apatia?

A presto, Isabella.

P.S. Amo mangiare il gelato.

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