Il subconscio di 𝑱𝒊𝒏.

77 5 6
                                    

periodo: 2015

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

periodo: 2015. anno attuale:2019.

Io, Namjoon e Hoseok eravamo migliori amici, un tempo.
Eravamo inseparabili e chiunque ci vedesse avrebbe ben scommesso che ci saremmo fatti uccidere l'un l'altro. Ed era vero.

Eravamo amici e colleghi della stessa azienda.
Avevamo fatto l'università di giurisprudenza e tutti e tre laureati al massimo dei voti.
Avvocati ben conosciuti e temuti a Seoul.
Chiunque fosse nostro cliente doveva ben sapere che il costo del nostro lavoro era pari alla riuscita delle nostre fatiche.
Ci dividevamo tutto, finchè nei nostri studi si presentò una persona del tutto diversa del solito: Jimin.
Era un ragazzo piuttosto giovane con un viso molto raffinato e un portamento tale da sembrar una persona colta.
Sembrare era il verbo esatto perchè Jimin era tutto ma non uno a cui potevi far affidamento.
Io fui il primo che entrò nelle sue brame.
Era un ragazzo che sapeva il fatto suo.
Sembrava avere nella tasca molti assi da sfoderare. Infiniti, potrei dire.
Entrò nel mio ufficio elogiandomi e parlandomi quasi come se lo conoscessi da una vita.
Mi stava molto simpatico.
Nessuno mai mi aveva trattato come quel ragazzo oltre i miei due amici.
Ogni giorno lo invitavo nel mio ufficio e quando passò mezzo anno gli confidai il mio più grande segreto: ero innamorato di un uomo.
Jimin mi sorrise e mi disse che se n'era reso conto facendomi sentire speciale e normale.
La società coreana era sempre ben pronta a giudicare e quasi tutti non avevano un buon occhio per le persone come me.

Ma io per Jimin ero normale e ciò mi stringeva ancora di più.
Per una settimana smise di venire al mio studio ma poi ritornò dicendomi di avere un imprevisto.
In quei giorni bevemmo tè e mangiammo dei biscotti al limone finchè un giorno mi impegnai e ammisi di amare Namjoon.
Colui che anche durante i periodi dell'università era sempre stato al mio fianco facendomi sentire sempre sopra metri dal pavimento.
Jimin sorrise nuovamente ma non seppi che quel sorriso sarebbe stata la mia perdita di guerra.
Mancò nuovamente e quando lo rividi era accanto a Namjoon, con lo stesso viso amichevole di come lo era con me.
Con loro c'era anche Hoseok.
Namjoon mi invitò ad entrare ad entrare quasi urlando il mio nome in un gruppo d'amici mentre si raccontano la loro vita.

Namjoon mi invitò ad entrare ad entrare quasi urlando il mio nome in un gruppo d'amici mentre si raccontano la loro vita

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

In quel momento le mie gambe presero a tremare per l'ansia.
Un suo sguardo mi fece ben capire la mia misera guerra persa in un modo quasi vergognoso.
Mi prese in disparte e per la prima volta mi minacciò.
"Entra nel mio gruppo o il tuo caro amore e i tuoi amici non faranno una bella fine dopo quello che mi hai detto."

Quando chiesi il motivo mi rispose dicendo che delle persone come noi avrebbero fatto soltanto bene a persone come loro.

In quel momento, preso dal panico, accettai.
Jimin mi fece addirittura firmare una specie di contratto che prevedeva nozioni del tutto favorevoli per lui.
In quel preciso momento, portando il foglio dinanzi ai miei due migliori amici, si sentirono anch'essi obbligati a firmarlo.
Iniziò tutto a causa mia. L'anello debole del gruppo.
Colui che era il più sensibile era colui che doveva essere colpito.

Ci lasciarono in pace fino a quel giorno. Quel fatidico giorno.


Il 12 Marzo del 2005.
Vi chiederete cosa sia quella data.
E' il giorno più brutto della mia vita.
Jimin ci chiamò riunendoci in uno dei suoi tanti posti e ci disse che quella notte avremmo fatto una rapina giustificandosi della sua mancanza di uomini e della nostra firma su quella carta che non lasciava intendere nulla se non ulteriori minacce a noi dedicate.

Come da lui specificato indossammo abiti neri e cappelli del medesimo colore.
Ci disse che se fosse morto qualcuno di noi, l'altro doveva fuggire a gambe levate.
Entrammo in quell'enorme casa.
Eravamo impacciati e allo stesso modo, impauriti.
Avevamo armi cariche che pesavano più del dovuto e occhi che facevano a destra e sinistra.
Mentre gli altri iniziarono a rubare noi restammo immobili a fare il palo.

Improvvisamente Jimin ci disse di dividerci e farmi restare da solo non fu una buona idea data la paura che nel corpo si era accomulata.
Dopo mezz'ora si sentirono degli spari.
Il mio telefono secondario suonò subito dopo e alla mia risposta sentii una voce sconosciuta dirmi di correre a gambe levate.
Quando corsi, come detto da Jimin, andai nel posto d'incontro di poche ore prima.
Ci furono nuovi uomini che mi dissero che Jimin era morto ma che dovevo chiamare la polizia siccome erano fuggiti tutti.
In quel momento, sapendo che i miei migliori amici fossero fuggiti e che c'era solo il corpo penzolante di Jimin a terra, chiamai.
Ciò però non andò come previsto.
Rimasi ben fregato nuovamente dal suo gioco.
Nella casa c'erano ancora Hoseok e Namjoon che vennero arrestati e portati in caserma.
Licenzati dal loro lavoro e facendogli sentire la chiamata di avviso capirono che quella voce era la mia.
Andò di male in peggio.
Hoseok e Namjoon furono obbligati a entrare nella mala vita e uscirono poco dopo per mancanze di prove e per la visione della polizia di un contratto forzato a minacce.
Si allontanarono da me e quando riuscì ad avvicinare nuovamente Namjoon, Hoseok ricordò che fui proprio io a fare la spia.
Odiavo per questo Hoseok.
In realtà non lo odiavo per niente perchè al suo posto io avrei fatto proprio la stessa cosa ma sapere che stava allontanando da me l'unica via di ossigeno mi lasciava inerme e con le spalle al muro.

Dopo anni conobbi Yoongi.
Una persona del tutto diversa da noi e quando finalmente mi decisi a cambiare vita misi nel dimenticatoio quell'episodio nonostante Namjoon fosse ancora presente.
Namjoon e Hoseok dopo anni erano totalmente cambiati ed erano divenuti dei gangster che facevano tremare tutta la Corea.
Solo che lo facevano in modo diverso rispetto al 2014\2015.
In quel momento, in quella casa di Namjoon, mi ritrovai a sputare queste parole velocemente e come un mitra che senza fermarsi continua a far rumore per i suoi colpi.
Quando finii di raccontare questa storia Yoongi, Hoseok e Namjoon rimasero in silenzio e con espressioni diverse.

Namjoon allungò la mano alla mia e la strinse.
In quel momento il mio cuore prese a battere velocemente e mentre Hoseok e Yoongi ci stavano guardando increduli mi strinsi al suo petto.
Namjoon pianse silenziosamente ma solo io in quel momento sapevo come stesse Namjoon.

L'atmosfera, però, cambiò quando Namjoon mi strinse più forte e sussurrò qualcosa che nessuno, me compreso, si aspettava.

"Se solo riuscissi ad accettarmi per quello che sono.
Mi dispiace se ti ho dato la colpa, mio piccolo Jinnie."

Trouble || sope.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora