Quando arriva la primavera, l'acqua è più azzurra dei cieli.

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--Suji.

La mia mente era un trambusto di emozioni.
Non riuscivo a pensare lucidamente e l'unica cosa che volevo era restare da sola.
Ripensavo spesso alle parole di Jin.
" ma siete davvero amici?"e spesso me lo chiedevo anche io, lo eravamo veramente?
Il mio umore è così strano quando si tratta di lui.
Spesso potevo definirmi estroversa poiché fermavo chiunque mi piacesse per chiedergli il numero ma in altre occasioni ero in un buco nero con una mia cara amica: la timidezza.
Forse avevo una doppia personalità e non lo sapevo nemmeno io.
Non riuscivo mai a spiegare il cambiamento di umore che la mia mente mi dedicava.
Quel pomeriggio, la mia personalità negativa aveva preso il sopravvento.
Avevo incontrato il mio migliore amico e non riuscivo a guardarlo come spesso facevo.
Pensai al motivo per cui eravamo rimasti solo amici: la mia insicurezza.
Ogni volta che Baekhyun si avvicinava a me dicendomi qualcosa di carino riuscivo a rispondere solo a monosillabi.
Questa per me era una vera tortura.
Non riuscivo a fare altrimenti e spesso Haewon avrebbe voluto mangiarmi dalla rabbia.
Non potevo far altro, però.
Era come se un nodo fosse bloccato in gola obbligandomi a risposte brevi e fredde.
Ciò che nessuno sapeva, però, era che per me quelle risposte brevi uscivano perché mi sforzavo con tutta me stessa.
Perché in quel momento urlavo contro la mia mente e mi ripetevo:" Dai, Suji, oggi ce la fai."
Puntualmente però, non ci riuscivo mai.
Anche se dentro di me urlavo:"Voglio restare di più con te oggi."
L'unica cosa che però usciva dalle mie labbra era:"Non posso."
La mia voce però, era sempre rotta.
Spesso Baekhyun mi chiedeva se davvero gli piacesse la mia compagnia e io non facevo altro che abbassare il viso e annuire.
Non sono mai riuscita a dire nulla a Baekhyun, mai.
E me ne pento amaramente.
Un giorno Baekhyun venne da me e mi disse:

"Suji, non riesco a mantenere più questo segreto, tu mi piaci."

Rimasi inerme dinanzi la porta di casa mia.
Lui insistette e sentii la sua voce diventare più netta e sicura.

"Hai capito? Mi piaci, mi piaci da impazzire."

La mia reazione istintiva fu quella di sbattergli la porta in pieno viso.
Non ne sapevo realmente il motivo.
Il mio telefono iniziò a squillare insistentemente finché dopo il diciassette le chiamate finirono.
La mia reazione aveva presumibilmente scioccato Baekhyun e forse aveva scioccato anche me.
Quel giorno fu terribile.
Continuavo a guardarmi allo specchio:

"Hai capito male."

" In realtà non gli piaci, sta fingendo."

"Ma come potrebbe piacergli una come te?"

"Non vedi come sei?"

Queste frasi erano le sole e uniche che la mia mente si limitava di sentire.
Avrei voluto dire basta, ma come avrei potuto?

Passarono giorni e la mia mente pensava solo a due cose:
Taehyung e il"siete davvero solo amici?"

--Yoongi

Quei giorni passarono velocemente.
Forse perché ero davvero felice o forse perché Hoseok riusciva a rendere tutto più semplice e bello.
Avrei potuto perdere tutto nella mia vita ma sentivo, dentro di me, che senza Hoseok la mia vita avrebbe avuto meno senso.
Avevamo passato le giornate successive a giocare con tutto quello che era possibile.
Nonostante avrei potuto definire quelle giornate belle, c'era una parte di me che tremava ancora.
Preferivo spesso starmene sotto le coperte e pensare a quei giorni chiedendomi il perché.
Era divenuta una parte di me che non riuscivo ad evitare.
I brividi di freddo spesso accarezzavano la mia schiena per un lungo periodo lasciando che io rimanessi senza troppe parole sul cosa fare.
Siccome era una giornata soleggiata, decisi di uscire da solo.
A casa di Namjoon erano tutti particolarmente occupati: Jin cercava di farsi notare diventando quasi un cuoco eccellente facendo diventare qualsiasi dolce a forma di cuore, Namjoon cercava di evitare il contatto visivo con lui e Hoseok non faceva altro che prenderlo in giro.
Quel giorno, in città, erano tutti particolarmente contenti.
La primavera era arrivata, i fiori sbocciavano e il sole dolcemente illuminava i volti dei passanti.
Seguendo la folla mi ritrovai vicino un fiume.
L'acqua era limpida e allungai la mano verso di essa.
In quel momento sentii una voce chiamarmi e mi girai di scatto.

"Ciao, Yoongi."

Rimasi spiazzato. Era lui.
Era lo stesso viso che mi tormentava la notte e mi faceva piangere fino al mattino.
Iniziai a tremare, i brividi di freddo erano ricominciati e le immagini nella mia mente erano più vivide che mai.

"Non sono venuto qui in guerra.
Sei carino, sai?"

"J..Jimin.."

"Ah, i miei amichetti ti avranno parlato sicuramente bene di me."

"Che cosa vuoi?"

"Farmi perdonare da te, ovviamente.
Vuoi un gelato?"

"Ma che cosa stai dicendo.
Lasciami in pace, per favore." la mia voce si alzò, forse per paura o forse per cercare un modo per mandarlo via.

"Oh mio caro, non era un invito. E' un obbligo."

In quel momento si avvicinò e io mi pietrificai.
Cercai di tirarmi indietro ma sentii il ragazzo stringermi con un braccio.
Successivamente la sua mano entrò nella mia felpa e quando cercai di spostarmi sentii una lama contro il mio bacino.

"Fai il buono, voglio solo convincerti con le buone a prendere un gelato.
Siamo tra le persone, non potrei farti niente."

Mi girai a guardare le persone intorno a noi, nessuno riusciva a vedere quel coltello nascosto sotto la mia felpa solo perché il ragazzo sembrava abbracciarmi.
Spaventato e tremante capii che non vi era scelta se non quella di accettare.

"Va bene ma allontanati da me."

Sul suo volto si presentò un sorriso che mi fece sudare le mani di freddo.
Che cosa aveva in mente?

Ci avviammo verso una gelateria e ci sedemmo a un tavolo.
Nonostante lui fosse ben sicuro di sé e sorridente io sapevo di essere pallido e con gli occhi spalancati per la paura.
Perché scegliere proprio quel giorno? ero uscito più volte da solo ma perché proprio ora che c'era gente?

Jimin prese un diario dal suo zainetto nero e io iniziai a guardare attentamente ogni suo movimento.
Mi passò successivamente tale diario invitandomi a leggere.
Dopo pochi secondi lo lasciai cadere a terra e iniziai a fissare il vuoto molto più spaventato di quanto non lo fossi prima.

"EHI! Non è tuo, almeno prestaci attenzione."

"Perché ci sono tutti i giorni in cui sono uscito e tutti i movimenti? Che cosa vuoi da me."

"Voglio solo farti sapere che ti vedo e che non voglio farti del male.
Ho anche una foto tua con quella felpa nera di quel giorno, ti stava bene."

Proprio in quel momento, il telefono di Jimin suonò.
Lesse il messaggio e posando il diario nello zainetto, si alzò.

"Ci vediamo in giro, Yoongi.
Stavolta il gelato lo offro io ma ricorda che quando arriva la primavera, l'acqua è più azzurra dei cieli."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 09, 2020 ⏰

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