Capitolo XV - Sluagh

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«Non era questo il piano!» urlò Scott con così tanta foga da farsi venire la bava alla bocca, gli occhi pieni di lacrime e risentimento.
Stiles strinse la mano di Malia e la tirò verso il basso per impedirle di reagire, mentre Peter faceva rimbalzare lo sguardo dalla figlia al giovane Alfa con curiosità.
«Quale piano? Sono morti, Scott! Sono morti sotto i nostri occhi... sotto i tuoi occhi! Che altra decisione vuoi prendere, eh?»
Le fiamme divampavano alte e il fumo scuro e l'odore acre di plastica bruciata opprimevano la vista e il respiro. I poliziotti, capitanati dallo sceriffo, stavano aiutando i superstiti a mettersi al riparo attorno al palco, mentre i druidi creavano una seconda barriera di biancospino tutta intorno.
«E tu Stiles? Che vuoi fare? Vuoi continuare a seguirla in questa follia?»
Il suo migliore amico era smarrito, la terra sembrava crollargli sotto i piedi, ma purtroppo in quel momento non poteva dargli la priorità.
«Scott, ascoltami, guardati intorno. Guarda tutti i cadaveri, guarda il sangue e guarda la gente che ha paura e non sa cosa stia accadendo» la indicò con un gesto ampio delle braccia, poi mosse qualche passo verso di lui.
Scott si passò le mani sul viso e tra i capelli, combattendo contro se stesso e il proprio orgoglio.
«Non ha più importanza sapere chi è l'Alfa con più autorità o chi sta con chi, siamo dalla stessa parte e fra poco dovremo combattere tutti insieme, rischiando la vita allo stesso modo».
Le ultime difese di Scott vennero spazzate via e per un momento sembrò sul punto di cadere, il volto rigato dalle lacrime e il petto squassato dai singhiozzi. Stiles lo abbracciò.
«Lo senti anche tu?» gli sussurrò Scott all'orecchio. «L'odore della Morte, è vicina, sta venendo a prenderci».
Stiles avvertì un brivido lungo la schiena, si staccò dall'amico e lo guardò sconvolto.
Urla strazianti e ruggiti gutturali esplosero al limitare della foresta, facendo piangere e agitare gli umani ancora vivi.
Derek e Satomi stavano già combattendo: la guerra per la sopravvivenza era appena cominciata.
Una ragazza gridò più forte, sovrastando il brusio concitato delle persone, e tutti si voltarono nella direzione da lei indicata, là dove i morti stavano riprendendo vita.
Malia e il suo branco balzarono di fronte al palco, per frapporsi tra i vivi e i morti, seguiti a ruota da Scott, Liam, i due druidi e i poliziotti ad armi spianate.
I corpi ripresero vita nello stesso modo disturbante, mossi da una forza superiore che li faceva stare in piedi nonostante le lacerazioni o la testa esplosa, come nel caso dell'agente Cameron.
«CHE NESSUNO SI MUOVA, CE NE SONO ALTRI IN GIRO PER IL BOSCO, NON POSSIAMO PROTEGGERVI SE VE NE ANDATE, INTESI?» urlò Noah, sfruttando il collegamento miracolosamente intatto del microfono sul palco. Le persone si strinsero le une alle altre, sedute sulla terra ormai bagnata dal sangue dei loro cari, tremanti di paura e incapaci di interpretare gli eventi che si stavano susseguendo veloci e crudeli.
I poliziotti spararono sui primi non-morti, ma fu proprio Noah, dopo averli raggiunti, a dar l'ordine di smettere.
«Ma sceriffo...!» iniziò a protestare Valery, la sorella di Hayden.
«Agente, stia al suo posto con gli altri e risparmi le munizioni» intervenne Malia che le stava accanto. Si erano tutti rifugiati dietro la sottile linea di biancospino tracciata dai druidi e Stiles sentì il suo nuovo cuore mancare un battito quando la vide avanzare.
I rumori della battaglia si facevano sempre più nitidi e vicini, segno che i vampiri stavano vincendo.
«Dove stai andando?» le chiese.
Malia si voltò a guardarlo, il viso addolcito da un'espressione d'amore e triste rassegnazione.
«Scott, Liam e Stiles, vi prego restate qui a difenderli insieme alla polizia».
«E voi dove andrete?» domandò Scott.
Anche Peter fece un passo avanti, seguito dagli altri due.
«Se per te non è un problema, McCall, noi vorremo dare inizio alle danze» disse sprezzante, mentre gli artigli si allungavano e le zanne crescevano tra le labbra.
Erano ormai circondati, i non-morti emettevano versi primordiali e si muovevano nella fanghiglia di sangue e liquami, del tutto inconsapevoli della minaccia del fuoco.
«No, non senza di me» disse Stiles cingendo la vita di Malia tra le braccia.
Lei gli concesse il tempo di un bacio.
«Resterai qui a proteggere tuo padre, questo è un ordine del tuo Alfa» gli disse a fior di labbra, poi si staccò da lui e con un ruggito di sfida superò la barriera, seguita dal suo branco.
Stiles sentì scivolare via il suo corpo al rallentatore, vide le mani di Malia separarsi dalle sue e trasformarsi in delle armi più potenti di quelle che stringevano spasmodicamente i poliziotti.
Avrebbe voluto seguirla, ma qualcosa glielo impediva. Sentiva il sangue pulsare nelle vene e bruciare ogni volta che compiva un movimento verso di lei. Era un ordine del suo Alfa, non poteva esimersi dal compierlo.
Guardò Liam, che stava accanto a Scott, pronto a contrattaccare se uno dei vampiri avesse superato la barriera. Era così anche per lui? O forse non aveva ancora sperimentato la disobbedienza nei confronti del proprio creatore?
Un vampiro s'infranse contro il perimetro di biancospino, rivelando a tutti una barriera sottile di un viola luminescente, un flash che brillò come una bolla di sapone attorno a loro.
Peter e Malia si muovevano veloci, dopo pochi tentativi erano riusciti a coordinarsi, uno teneva fermo il vampiro, mentre l'altra gli strappava via la testa, mentre il ragazzo e la ragazza che erano con loro tenevano a bada gli altri, facendo il possibile per ucciderli da soli. Non erano aggraziati come gli Hale, ma la loro ferocia cieca e disordinata sembrava avere la meglio anche sulla tecnica.
Altri due vampiri si gettarono a capofitto verso di loro, il professor Doherty sollevò il bastone e lo batté a terra con tutte le proprie forze nel momento in cui i non-morti toccarono la barriera.
Il biancospino reagì, nell'ultimo sprazzo di energia, e sbalzò indietro loro e tutti gli altri non-morti che li stavano raggiungendo, illuminandosi dello stesso viola intenso degli occhi di Malia.
E poi si spense.
Un urlo si levò alto tra le grida e i versi dei revenant, gli occhi di Stiles si mossero svelti, sforzandosi di vedere oltre il fumo scuro e la nebbia, ma il suo cuore aveva già avvertito una fitta.
«Che è successo?» chiese suo padre.
«Qualcuno è rimasto ferito... o ucciso. Ora basta, è arrivato il momento di agire» rispose Scott risoluto. «Dica ai suoi poliziotti di sparare, ci servirà del fuoco di copertura».
«Sei sicuro che...?» iniziò lo sceriffo, ma le parole gli morirono in gola quando un vampiro riuscì a far passare una mano attraverso il biancospino, nonostante la barriera l'avesse bruciato e spellato.
Imbracciò il fucile e ordinò agli altri poliziotti di fare altrettanto.
«Abbiamo ancora qualche minuto di vantaggio, non sprecate le vostre munizioni! Mirate alla testa! FUOCO!»
I primi non-morti vennero colpiti, la barriera andò in frantumi e la polvere di biancospino di sparse nell'aria insieme alla fuliggine e al fumo denso, Stiles non vide più cosa gli stava accadendo intorno, i suoi sensi si risvegliarono con un unico obiettivo: salvare Malia.
Iniziò a colpire, lacerare, mordere e spezzare, ogni non-morto che gli si presentava davanti era un ostacolo che lo separava da lei, non poteva più aspettare di sapere, doveva vederla, guardarla negli occhi e capire che sarebbe andato tutto bene, doveva raggiungerla e morire con lei al suo fianco.
Da quando erano diventati così egoisti loro due? Da quando la vita dell'altro era più importante di quella di tutto il resto del mondo? Era pronto ad abbandonare suo padre, il suo migliore amico e tutti quegli innocenti pur di trovarla. L'unione del loro sangue era la vera causa o era il loro rapporto ad essere malato? Che importanza poteva avere ormai, non avrebbe potuto più vivere senza di lei.
Proprio il sangue che aveva suggellato per sempre quel legame si trasformò in un fiume acido nelle vene quando si allontanò da suo padre, ma urlò forte e lo ignorò, coprendosi invece del sangue dei propri nemici. Non aveva pena delle vittime che stava uccidendo per la seconda volta, era una macchina di morte inarrestabile.
Altri ruggiti ed altre urla, si stava facendo largo nella battaglia, venendo spintonato in ogni direzione, quando vide Derek combattere contro due non-morti, aiutato subito da Kira, che con la sua spada continuava a mozzare teste.
Avevano vinto o avevano battuto in ritirata? Un revenant gli saltò al collo per morderlo e Stiles gli strappò via la mandibola con una mano, poi lo gettò a terra e gli distrusse il cranio schiacciandolo con un piede. Non fece in tempo a sollevare lo sguardo che un altro non-morto gli fu addosso e Stiles cadde di schiena sul cadavere del vampiro appena ucciso.
In vita era stato un uomo grosso e muscoloso, forse un bodybuilder, da morto tutta la sua forza era impiegata nell'unico obiettivo di un revenant: uccidere.
Con le mani dell'energumeno strette attorno al collo, Stiles provo a scalciare e a divincolarsi, lottando per un po' d'ossigeno e, quando si ritrovò le zanne a pochi centimetri dal viso, si pentì di aver desiderato di tornare umano. Stava perdendo le forze, quale che fosse il motivo per cui un revenant preferisse asfissiare la sua vittima invece di "berla", si ritrovò a pensare che la sorte avesse un terribile senso dell'umorismo a farlo morire in quel modo così... comune.
Il sangue tiepido gli schizzò sul viso e gli riempì le narici, il corpo pesante cadde di lato e privo di testa. Stiles si mise seduto e prese a tossire forte, poi qualcuno lo afferrò per la felpa e lo costrinse a rimettersi in piedi. Si ripulì gli occhi con le maniche e vide il volto del suo salvatore.
«Grazie» disse seccato.
«Di niente, novellino» lo prese in giro Isaac.
Cora, a breve distanza, atterrò un revenant e con un calcio ne spedì un altro alle cure amorevoli di Kira.
«Dov'è Malia? L'hai vista?»
«Sì, sta aiutando Satomi con un gruppo di stronzetti un po' difficili da abbattere».
«Idiota, quegli "stronzetti" erano persone fino a qualche ora fa» gli diede uno spintone.
Isaac si strinse nelle spalle.
«Be', non mi è sembrato ti interessasse. Ti ho visto abbatterne almeno una decina senza troppe cerimonie».
«Senti, vaffanculo, vado a cercarla».
Corse nella direzione indicatagli da Isaac, schivò diversi non-morti e poi la vide, ma non stava lottando, gli stava venendo incontro urlando qualcosa.
«Ritirata! RITIRATA! RITIRATA!»
Non ebbe il tempo di chiederle perché, fu travolto da lei e dai tre piccoli branchi di licantropi che stavano correndo nella direzione opposta. Malia lo prese per mano e lo trascinò via.
Una volta tornati al centro del Lincoln Park constatarono che la situazione non era delle migliori.
Gli esseri umani erano ancora ammassati di fronte al palchetto, i poliziotti vi erano saliti sopra e stavano usando tutte le armi a loro disposizione, fucili d'assalto, pistole e anche dei lunghi coltelli.
Scott, Liam e i druidi tenevano ben salde le posizioni e rispondevano con ferocia ad ogni attacco.
Kira concentrò le energie sulla sua katana, assorbendo per un momento la luce dei lampioni, e con un solo micidiale fendente mozzò a metà i corpi dei revenant più vicini.
L'esplosione di luce quasi li accecò e i superstiti umani urlarono in preda al panico, incapaci però ormai di muovere anche solo un muscolo per pensare di scappare lontano.
Derek e Satomi affiancarono Scott e ripresero le loro posizioni d'attacco, usando le ultime forze per ruggire minacciosi e dare la carica al resto del branco.
Malia invece restò accanto a Stiles, mentre Peter e il ragazzo aiutavano la ragazza del proprio branco a stare in piedi.
«Nayeli, fammi vedere» disse il ragazzo, sollevandole la maglia: aveva una brutta ferita al fianco.
«Io sta bene» ansimò a fatica.
«No, tu non...»
«Devin! Io sta bene» protestò mentre Devin la prendeva in braccio.
«Sistematevi là dietro con gli umani, avete fatto abbastanza per oggi» disse Peter.
Malia annuì per dare l'autorizzazione ufficiale e Devin fece quanto gli era stato detto.
«Chi sono?» le chiese Stiles a bruciapelo. Malia spostò i capelli incrostati di sangue dal viso e lo guardò confusa.
«Che sono quei due?»

L'odore della Morte || Teen Wolf FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora