better watch out | 06

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CAROLINE

Non so cosa fare. Non riesco letteralmente a muovermi. Qualcuno è stato sparato davanti a miei occhi, qualcuno che conosco e che considero importante per me. Non riesco a reagire o capire che cosa sto provando in questo momento.

Chiudo la porta del retro in silenzio e mi ci appoggio contro ansimando.

« Dov'è Hoseok? Cos'è stato? » mi chiede Jungkook. Non ho nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi: immaginate dire ad un sedicenne che hanno sparato al suo amico d'infanzia.

Lo vedo guardare dalla finestra il corpo dell'amico sdraiato sulla neve con occhi terrorizzati.

« È ferito? » mi si stringe il cuore a sentire la sua voce spezzarsi.

Mi avvicino a lui per stringerlo in un abbraccio: lui inizialmente è sorpreso dal mio gesto dato che sento il suo corpo irrigidirsi ma ben presto ricambia e io lo stringo ancora di più appoggiando la testa contro la sua testa.

Trattengo le lacrime di paura e tristezza, per evitare di rattristirlo ancora di più. Ha perso il suo migliore amico ma noi dobbiamo uscire da questa situazione, vivi magari. Comincio a credere anche che non sia Mark: è ben un po' po matto ma arrivare ad uccidere qualcuno è impossibile.

Mi stacco da lui per guardarlo negli occhi luci prima di iniziare a parlare.

« Ascoltami, ora andiamo al piano di sopra e ci nascondiamo in una delle stanze »

« E poi cosa? »

« E poi urleremo dalla finestra, talmente forte da farci sentire dai vicini e loro chiameranno la polizia » dico senza staccare gli occhi dai suoi. Dobbiamo collaborare ma per questo dobbiamo essere entrambi forti.

« E se ci sparano pure a noi? E se riescono ad entrare? » mi chiede agitato. I suoi occhi scuri sono lucidissimi, le guance arrossate e i capelli totalmente spettinati. Se lui è ridotto cosi, non oso nemmeno guardarmi allo specchio.

« Ascoltami bene » gli dico prendendogli il viso tra le mie mani. « Io ho bisogno di te e ho bisogno che tu stia calmo. Supereremo questa situazione insieme, va bene? »

« Va bene » sospira lui.

« I tuoi hanno una pistola? »

« Si »

« Sai anche dove la tengono? » gli chiedo ancora sperando in un 'si'.

« E' in camera dei miei, nel comodino di mio padre » mi risponde e tiro un respiro di sollievo.

« Perfetto. Prendiamo la pistola e se qualcuno prova ad entrare gli spariamo »

« Okay »

« Okay » ripeto pure io. Stiamo per fare una follia, ma è la miglior cosa che possiamo fare al momento.

Faccio un cenno a Jungkook di seguirmi in salotto, camminiamo stando bassi per farci vedere dall'esterno e saliamo attentamente le scale.

« C'è qualcuno li » bisbiglia Jeon facendomi sobbalzare. Di fronte a noi c'è un uomo munito di un passamontagna, fucile e tiene in mano una torcia che punta verso l'interno di una stanza in fondo al corridoio e vi ci entra dentro.

Noi saliamo gli ultimi scalini e ci nascondiamo nel prima stanza del corridoio, dove ci chiudiamo dentro però essendo il ripostiglio non c'è la serratura ne la chiave.

« Cosa facciamo ora? » chiede Jungkook passandosi una mano tra i capelli. Io guardo in alto e vedo la porticina della soffitta e tiro giù la corda che fa scendere le scaletta per accedervi.

Sento dei passi nel corridoio e inizio a indicarli con gesti rapidi di salire la scaletta.

« Sali, sta arrivando! »

Ci nascondiamo entrambi nella soffitta illuminata da solo una finestra minuscola. Tiro le scale che si chiudono rapidamente.

Stiamo in silenzio ascoltando i passi dell'intruso, si sentono solo i nostri respiri affannosi. Ci voltiamo l'uno verso l'altro e ci fissiamo a vicenda appena sentiamo la porta del ripostiglio aprirsi e dei rumori provenienti da sotto.

Sento le sue dita intrecciarsi con le mie e stringerle forte.

« Andrà tutto bene » mi mima con le labbra. Io mi limito ad annuire e sperare che l'intruso se ne vada.

Appena sentiamo la porta chiudersi e i passi allontanarsi, tiriamo entrambi dei sospiri di sollievo. Mi porto le gambe al petto e le stringo con le mie braccia gelate: mi son ricordata ora di essere solo canotta e un sento un ondata di gelo mi fa drizzare i peli delle braccia.

« Tutto bene? » mi chiede Jeon, avvicinandosi e accarezzandomi la schiena scoperta. Realizzo ben presto che nulla va e che non sto affatto bene, sono terrorizzata e agitata. Mi torna in testa il corpo di Hoseok sdraiato sulla neve, il fatto che io e Jungkook siamo bloccati in una soffitta senza cellulari, che non posso nemmeno chiamare Jeremy e che non sia cui a tranquillizzarmi.

Apro la bocca con l'intenzione di mentirgli e dirgli che sto bene ma non emetto nessun suono. Non resisto più e scoppio a piangere.

« Andrà tutto bene Caro, è normale che tu abbia paura ed è normale che tu pianga. Anch'io ho paura » mi dice Jeon. Incredibile, fino a qualche minuto fa ero io quella che rassicurava e motivava tutti e ora sono qui a piangere come una bambina davanti al ragazzino che dovrei proteggere.

« Non ce la faccio più » dico asciugandomi le lacrime con il dorso della mano che si sporca di nero per colpa del mio mascara.

Fantastico.

« Invece ce la farai, anzi ce la faremo insieme ma prima devo prendere la pistola di mio padre »

« Sei matto Jeon? Ti beccherà subito e ti farà del male » lo minaccio. E' impazzito, non può uscire da qui o finirà seriamente nei guai.

« Se non faccio nulla, ci farà del male comunque e non voglio che ti succeda qualcosa, ci tengo davvero troppo a te Caroline » le sue parole dolci mi rincuorano un sacco. « Per questo devo prendere la pistola » prima di scendere la soffitta, mi bacia la fronte e il contatto delle sue labbra sulla mia fronte mi provocano un brivido che mi percorre tutta la schiena.

Un idiota... un adorabile idiota.

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