11 - Crazy

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Eravamo tornati all'università e i giorni passati insieme sembravano quasi un sogno. Cercavo in tutti i modi di evitare Blake ma non ci riuscivo. Non parlammo subito della risposta che avrei dovuto dargli e ciò mi diede sollievo. Tuttavia, mi stava accanto ogni volta che andavamo in giro, mi prendeva la mano. Forse per lui eravamo già fidanzati? Più passava il tempo e più ero nervosa: vedevo Alex mano nella mano con Kimberly. E quello che mi aveva detto a Natale? Cazzo, voleva sposarmi e ora? Ero infuriata. Andai velocemente nello spogliatoio delle ragazze per cambiarmi, e stranamente era vuoto. Quando fui quasi del tutto nuda, entrò Kimberly e iniziò a ridermi dietro con le altre ragazze. Mi riprese con il telefono.

«Che cazzo fai?» chiesi.

«Avanti, dì al mondo come ci si sente ad essere rimpiazzate. Pensavi che Alex ti avesse detto la verità a Natale e anche prima? Era tutto parte di un gioco». Rise.

Sbiancai, lei sapeva tutto. Quel pezzo di merda era entrato in casa mia con mia madre che stava male e lei aveva filmato il mio dolore.

«O vogliamo parlare del tuo povero "paparino"? Hanno fatto bene a lasciarti, guarda che figlia e che fidanzata si ritrovano».

Non ce la feci più; mi rifiutai di piangere davanti a lei, ma ero lo stesso furibonda. In quel momento me ne fregai di tutto, della scuola, delle regole, che rispettavo sempre.

«Dì al mondo come ci si sente ad andare in giro con un occhio nero» sbottai e le diede un pugno. Cadde all'indietro e si tenne l'occhio. Non mi importava come stesse.

«Ti denuncerò! Il mio povero viso!» gridò.

«Fallo, non aspetto altro».

Uscii immediatamente dallo spogliatoio femminile e mi diressi a grande velocità verso quello maschile. Ero così arrabbiata che non mi importava di entrare senza maglietta. Appena feci il mio ingresso nella stanza, si levarono delle risatine e dei fastidiosi "Uh! Uh!"
«Non eccitarti, non sei un granché» dissi e tutti risposero con un "Ohhhh!"

Lasciandomi passare, raggiunsi Alex e lo feci voltare. Perfetto come sempre, pensai. Non gli diedi neanche il tempo di parlare, gli tirai uno schiaffo tanto forte da lasciargli l'impronta delle mie cinque dita. Avevo gli occhi lucidi.

«Fai schifo! Come hai potuto prenderti gioco di me? Sai che era un argomento delicato mio padre! E mia madre malata poi?!»

«Non sapevo che le avrebbe usate contro di te, ma quello che ho detto era vero, non ti stavo prendendo in giro».

«Cosa avrebbe fatto secondo te, eh? Sei un idiota!» gli diedi un'altra sberla.

Alex non si faceva mai picchiare, quindi si avvicinò a me con fare minaccioso. Nonostante tutto, rimaneva sempre sexy. Mi guardò negli occhi in modo molto intenso. «Ti sto lasciando fare soltanto perché sei tu, ricordatelo».
Voleva pure intimidirmi? Fare lo sbruffone? Accettai la sfida e feci dei passi avanti. Lui indietreggiò fino a toccare il muro.

«Che c'è, Alex? Ora vuoi farmi anche paura? Vuoi pestarmi? Oppure vuoi punirmi scopandomi? Cos'è che dicevi? Non sai che ti faccio, ti rompo, giusto?» Ghignai.

Tutti i suoi compagni risero. Lo stavo mettendo in imbarazzo, avevo il coltello dalla parte del manico.

«Non ti scomodare, tanto con quello che ti ritrovi. Kimberly si stuferà prima del previsto». Avevo mentito, Alex era magnifico in tutti gli aspetti, sia sotto che beh... Non si sarebbe mai azzardato a toccarmi, ma i compagni continuarono a prenderlo in giro e a esclamare "Ohh!" La sua faccia era impagabile.

Mi girai spostandomi i capelli e me ne tornai da dove ero venuta, sentendo i compagni dire: "Figa la tua ex!", "Mi dai il suo numero?" oppure "Ti ha steso, eh? Che bel caratterino!"
Il giorno dopo tutta la componente maschile voleva uscire con me per svariati motivi: avevo colpito Kimberly e Alex, e avevano visto il video girato e caricato in rete dalla ragazza. «Brutta figlia di p-»
«Lexie è attesa nell'ufficio del preside». Sospirai
«Buona fortuna» mi disse Kate. «Falli fuori» aggiunse.

«Puoi contarci» risposi.
Quando arrivai, c'erano Kimberly con una benda sull'occhio seduta e Alex dall'altra parte della stanza a braccia conserte appoggiato al muro con il cappuccio della felpa alzato. Non mi guardava, ma potevo scorgere dei lividi nel punto dove gli avevo tirato gli schiaffi.

«In un solo giorno li ha stesi entrambi. Si sa difendere molto bene, vedo» disse il preside.
«Quando la gente mi fa incazzare, sì».
«Ho già sentito le versioni dei due compagni, ma vorrei ascoltare anche la sua».
Gli raccontati tutto e l'uomo mi credette. Non solo avevo dei testimoni, ma durante l'anno avevo sempre dimostrato di essere una brava persona e un'alunna modello. Era più facile credere a me che alla troia o al bad boy della scuola.
«Per stavolta chiuderò un occhio per i danni che ha subito, signorina Lexie. È esonerata dalla sospensione, ma che non si ripeta più».
Sorrisi. Ero felicissima, ancora di più quando sentii quello che disse agli altri due.
«E noi?» chiese Alex.
«Per quanto riguarda la signorina Kimberly, è sospesa per due settimane, deve chiedere scusa, eliminare il video,e dare un risarcimento in denaro».

«C-cosa?» sbiancò lei. «Non è giusto, non ho fatto niente!»
«Visto che continua a lamentarsi, facciamo tre settimane, signorina. Per quanto riguarda il signor Alex, invece, lei è sospeso per due giorni e la inviterei a scusarsi con la signorina Lexie, dato che mi ha detto di amarla così tanto».
Alex arrossì. Kimberly si infuriò. Io distolsi lo sguardo, anche se dovevo uscirne vincente. Le parole del preside mi avevano scombussolato. Cosa gli aveva detto Alex?
«Non si preoccupi preside, con le loro scuse mi ci pulisco il culo» e molto elegantemente uscii dalla classe.

Stavo andando in camera quando venni bloccata da Lorenzo. «Ehi, mi dispiace tanto per mia sorella...»

Lo spostai con la mano. «Risparmiati le scuse».
Ripresi a camminare e poco dopo mi fermò anche Blake. Tutti oggi li dovevo incontrare?
«Ehi, eroina, ho saputo che sei salva». Sorrise.
«Vedo che le notizie viaggiano in fretta».
Rise. «Hai steso due cattivoni in due giorni e sei una figa pazzesca, è normale. Visto che ora non ci sono più ostacoli, potremmo ricominciamo a frequentarci. Ti andrebbe di uscire con me?»
Vidi arrivare Alex; mi guardava come se volesse parlarmi, ma ero troppo ferita e arrabbiata. Non me ne fregava nulla, dovevo ferirlo di più.
«Ho un'idea migliore» dissi e lo baciai. Alex si rabbuiò e tornò indietro.

Andai in camera mia. «Dio, quanto lo odio!»
«Chi, Blake?» domandò Kate.
«No, Alex! L'ho visto in corridoio...»
«Tu dici di odiarlo, ma il modo in cui lo tratti è così chiaro. Persino quando dici di odiarlo, in realtà continui ad amarlo ancora di nascosto».

Sospirai. Come aveva fatto a capirlo? «Hai ragione,» ammisi a me stessa. «Alex, però, continua a ferirmi e devo smetterla di farmi del male, non posso continuare a soffrire in questo modo».
«Sono d'accordo con te, amica mia » mi disse e io lo speravo vivamente.

INSANE LOVE(completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora