14 - Warrior

119 7 1
                                    

Decisi di prendermi una pausa dalla scuola e da tutto il resto, quindi mi trasferii a casa di mia madre. Lei era al lavoro e mi stavo rilassando quando suonarono alla porta.
«Ciao» mi salutò mio padre, facendomi venire un colpo.

«Mamma non c'è. Che ci fai qui?»

Fece dei passi avanti entrando in casa, guardai indietro per poi farlo passare e chiudere la porta.
«Mi volevo scusare per l'ultima volta... stasera voglio darti il mio regalo di Natale. Che ne dici?»
Non potevo dire di no. «Certo... ok» risposi incerta.
«Bene, perché non vieni un po' da noi? Solo per qualche giorno...»
«Ci penserò».
«A stasera» e uscì.

L'ultima volta avevo chiamato Alex; dubito che lui o Blake volessero aiutarmi, ma decisi di provare comunque. Composi il numero di Blake e gli spiegai la situazione.

«Vengo, ma solo se facciamo pace» disse.

«Blake...»
«Esci con me, normalmente».
«Ok» sospirai. Chiusi la chiamata e mi preparai .

 Chiusi la chiamata e mi preparai

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dopo poco mi incontrai con Blake.

«Ho una sorpresa per te, seguimi».

Era quasi sera e mi portò in un bosco. C'era una tovaglia stesa sull'erba e accanto un cestino del picnic. Sorrisi. Mi sedetti vicino a lui. Aprì lo spumante e lo versò nei calici. Era tutto molto romantico.

«Kate mi ha detto che ti piacciono queste cose e...»

«Kate?» lo interruppi.

«Sì, perché?»

«No, niente. Sono solo un po' sorpresa. Sai, a lei non piaci molto, però è vero, sono contenta tu mi abbia fatto questa sorpresa».

«Tifa per Alex?»

«Diciamo così».

«E tu per chi tifi?»

Lo guardai, la domanda mi aveva colta impreparata. «Ancora non lo so...»
Dopo pochi minuti di silenzio mi baciò. «Vuoi stare con me?» mi chiese.

«Blake, io...»

«Sì o no?»

Come avrei potuto fare una scelta se non avessi dato una possibilità a Blake? Dopotutto non avevo nulla da perdere, quindi perché non provarci?

«Ok» dissi e lo vidi sorridere.

«Davvero?»

Annuii. Mi baciò. Pur non essendomi pentita della mia scelta, mi resi conto che non era come baciare Alex, non c'era quel trasporto...
«Devo andare da mio padre».
Sorrise e annuì.

Dopo un paio di ore arrivai al ristorante da mio padre e mi chiese: «Come va con Alex?»

«Ci siamo lasciati».
«Ti difende ancora?»

«Dipende... ce n'è bisogno?» lo guardai sospettosa.

Fece un sorriso sadico. «Vieni, ti accompagno in un posto, è quello il tuo regalo».
Mi portò in un casinò pieno di prostitute, uomini ricchi, drogati di gioco. Sapeva che ero brava, anzi la migliore; tutti mi conoscevano come "l'asso di fuoco". Perché mi ci aveva portata?
«Tesoro, devi vincere per me, devo ripagare molti debiti».

«Non tornerò in un ambiente del genere».
«Devi, altrimenti i miei ragazzi faranno molto male ad Alex».

Alex era bravo a difendersi, ma non volevo rischiare. Mi misi seduta al bancone e in poche ore riuscì a ripagare quasi tutti i debiti di mio padre.
«Come fai?» mi chiese un uomo sbalordito.
«Segreto» feci un sorrisetto e un occhiolino. Mi alzai dal tavolo. «Io ho finito» dissi a mio padre.

«Devi continuare!» mi ordinò.

«No, papà!»

Mi diede uno schiaffo. Poi mi portarono fuori, vedevo offuscato, ero circondata da tanti uomini ed ero sudata. Mi avevano drogato? Cosa c'era nei drink? Notai una figura nitida e sperai di non avere allucinazioni: era Alex.
Il ragazzo li sbaragliò. Si vedeva che era incazzato. C'era molto sangue a causa dei pugni inferti da Alex. Quando mi sollevò, dissi a fatica: «Questo è il momento che ti strappi la maglietta per fasciarmi le ferite?»
«Se volevi che mi spogliassi, c'era solo da chiedere».
—-
Il giorno dopo mi svegliai, avevo un livido sulla guancia. Alex mi era rimasto accanto.

«Che bastardo!» esclamò irato.

Lo abbracciai con gli occhi lucidi. Ripensai all'ultima frase che aveva detto, l'unica cosa che ricordavo di quella serata, e mi venne da sorridere. Poi mi ricordai di Blake...
«Ora non potrò più dirtelo».
«Perché?»
«Perché sto con Blake...»
Lo vidi impietrirsi.
«Allora come mai non era là con te? Questa cosa mi puzza...»
«Non lo so...»
«Sai che ti dico? Auguri per la tua morte!»
E se ne andò.
Lo guardai distrutta.

INSANE LOVE(completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora