4 - Dad

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Non avevo più sentito Alex, per questo motivo non sapeva nulla di mio padre, mentre Blake non sapeva proprio, per cui l'unica con cui potevo parlare era Kate. «L'hai detto ad Alex?». Sospirai. «Non posso, mi odia». Mi guardò. «Può darsi, ma è una cosa seria, sai che ti proteggerà». Annuii, forse aveva ragione. Da quando Alex mi aveva regalato la collana non l'avevo mai tolta, ma ancora non mi aveva visto. Non volevo toglierla per mio padre, ma lui era molto geloso e, se l'avesse vista, non so cosa avrebbe fatto. Bussarono alla porta e io e Kate ci guardammo. Non poteva essere mio padre. Aprì la porta e mi ritrovai davanti Blake, sorrisi. «Ciao».

Mi sorrise a sua volta. «Scusa, disturbo?». «No no, non ti preoccupare, dimmi», mi guardò. «Mi chiedevo se ti andasse di uscire con me stasera, seriamente questa volta». Si soffermò sulla parola seriamente e agli occhi di Kate perse un sacco di punti. Ovviamente lei faceva il tifo per Alex. «Stasera non posso, ho un impegno con mio padre». «Oh..». Notai la sua delusione, «ma domani sera sono libera, mi farebbe piacere uscire veramente con te, potremmo andare in discoteca se ti va..». «Ti vengo a prendere alle nove». Mi fece l'occhiolino e se ne andò. Dovetti poi sorbirmi la ramanzina di Kate. «Perché l'hai fatto?». «Kate, lui mi piace, perché non uscirci?». Sospirai. «Vado a cercare Alex va» dissi.

Lo cercai per tutto il giorno ma di lui neanche l'ombra. Arrivata la sera mi rassegnai e iniziai a preparami. A mio padre piaceva molto ballare e ovviamente avrei dovuto concedergli un ballo; indossai un abito color pervinca lungo.

 A mio padre piaceva molto ballare e ovviamente avrei dovuto concedergli un ballo; indossai un abito color pervinca lungo

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Kate se ne era andata e aveva lasciato la porta aperta

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Kate se ne era andata e aveva lasciato la porta aperta. «Sei bellissima». Mi voltai e vidi Alex, mi mancó il fiato. «Ho saputo..». Mi vennero gli occhi lucidi. Mi avvicinai a lui e ricacciai indietro le lacrime. «Grazie..», sorrise, «quindi stasera sarò il tuo bodyguard?». «Non sei obbligato... capirò se non vorrai...». Mi guardò. «È una scusa per uscire con te e non ti lascio da sola con lui... avanti andiamo...». Annuì e uscimmo dalla stanza. «Alex». Lo bloccai prima di entrare in macchina. «Mi volevo scusare... io... non ho pensato...». Annuì e ricominciò a camminare, ma non ero soddisfatta. «Oggi ti ho cercato per tutto il giorno ma...», «ti ho evitato...» mi disse.
«Perché?». Mi guardò. «Per non pensare a quanto mi manchi, perché sapevo che se ti avessi rivista avrei fatto questo». Mi baciò d'istinto in modo passionale.

Non feci neanche in tempo a ricambiare che si staccò. «Fattelo bastare, perché non penso che potremmo durante la serata con tuo padre». Sorridemmo insieme. «Ad una condizione» dissi e lo guardai. «Cioè signorina?», sorrise. «Dammene un altro» sussurrai, «non devi neanche chiederlo playgirl», e come se non avessi parlato le nostre labbra si riunirono quasi disperatamente. Gli accarezza i capelli e il petto, «Andiamo, non è il momento piccola». Sorrise e partimmo. Mio padre era un uomo molto severo, mi amava e mi odiava, non sapevo bene come comportarmi, ero nervosa.
L'ultima volta era stato gentile con Alex ma aveva un carattere molto lunatico e sapeva che avevo litigato con lui e tutte le cazzate che faceva, ora lo odiava e non lo approvava proprio.

La serata passò abbastanza bene, tranne qualche argomento spinoso. Ogni tanto guardavo Alex che era nascosto e lui mi sorrideva. Con lui ero più tranquilla ma non mi sembrava giusto farlo stare a distanza.
«Papà, è il momento di farti conoscere il mio ragazzo». Sbiancò e spalancò gli occhi, Alex non era il mio ragazzo, ma questo lui non lo sapeva. Andai a prenderlo. «Ma che fai? Non sono più il tuo ragazzo» sussurrò e gli presi la mano. «Non devi stare nascosto, zitto e reggi il gioco anche se non mi ami più» dissi. «Salve, è un piacere rivederla» sussurrò e gli strinse la mano.

Mio padre non parlò e gli strinse la mano il più forte possibile, ma Alex sapeva come contrastarlo. L'uomo se ne accorse, questo gli piaceva. «Di nuovo tu..» disse. Per un po' la serata passò in modo liscio fino a quando mio padre non tocco l'argomento "sesso". Alex cercò di spiegare come stavano le cose e mio pare mi diede uno schiaffo in pieno viso che mi fece cadere dalla sedia. Alex si irrigidì e gli sferrò un pugno, poi si alzò puledosi il sangue. «Sei solo una Troia» mi disse. Le lacrime scendevano copiosamente; mi aveva detto cose peggiori, ero abituata, ma con Alex lì presente, era ancora più dura. «Non si permetta di dire queste cose». Alex era furente, «non mi importa se sei il padre della ragazza che amo, ti mando all'ospedale». Mio padre si arrese e andò via.

Alex mi riportò alla macchina, mi strinse e mi asciugò le lacrime. «Tutto bene?» Annuì.
«Mi dispiace, è colpa mia, non avrebbe toccato quell'argomento se io non ci fossi stato». Sorpresa strabuzzai gli occhi. «Alex, ma che dici? Tu mi hai difesa, ti devo solo ringraziare, ma non dovevi mentire così... quando hai detto che lo avresti mandato all'ospedale per la tua ragazza, io non sono la tua ragazza lo sai...».
Mi guardò. «Ma io non ho mentito, ho detto la ragazza che amo, non la mia ragazza, e non dire mai più che non ti voglio perché non è così». Aspettai qualche minuto e poi dissi: «vuoi venire con me, da mia mamma... per Natale?... ci...». Lo guardai. «Mi farebbe molto piacere, per favore», sorrise, «niente mi farebbe più piacere». Non mi riportò in stanza, ero troppo stanca ed era tardi. Andammo direttamente nella sua e non mi importava nulla, volevo stare con lui e ci addormentammo abbracciati nel suo letto.

INSANE LOVE(completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora