16-mess

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Stavo preparando le valige. Avevo deciso di andare un po' da mio padre, voleva scusarsi e far pace... "magari non sarà così male", sperai. Salutai solo Kate, Marco e mia madre, mentre a Blake feci una telefonata; non ce la facevo proprio a vederlo.
«Ehi, amore... non ho fatto in tempo a salutarti, vado da mio padre. Cercheremo di risolvere. Sto bene, tranquillo, non ho bisogno d'aiuto...» chiusi la telefonata e sospirai. Ero stata convincente. L'unico che proprio non sapeva nulla era Alex; sarebbe uscito dai gangheri, ma come facevo a vederlo dopo l'ultima volta? 

Quando arrivai furono sorprendentemente gentili «Sistemati tutti qui» annuii e mi sistemai nella mia vecchia cameretta. «Vieni Lexie, c'è una persona che ti vuole vedere!» disse mio padre. Sospirai. Ora chi era? Non avevo voglia di vedere nessuno, ma cambiai idea quando vidi Christian, il mio migliore amico d'infanzia. Avevamo una cotta l'uno per l'altra e ora era davvero figo. Mio padre viveva in campagna e Christian era il tipico macho contadino «Christian! wow!» sorrisi arrossendo e lo abbracciai... «Sei favolosa piccola, mi sei mancata» «Anche tu...» «Perché non uscite un po'?» disse mio padre «...e dopo mi aiuterai con alcuni lavori» annuii «Va bene...» perché era così gentile con me? Voleva farmi dimenticare Alex? Per fortuna non sapeva niente di Blake.

«Stasera c'è una festa» disse Christian... «Se ti va di venire, è in discoteca...» «Certo, vengo!» sorrisi «Bene!» mi disse. Mi prese la mano e iniziammo a fare una passeggiata.
Dopo un po' parlò «Niente è stato più lo stesso da quando te ne sei andata...»
Sorrisi «Mio padre ti ha ingaggiato a causa di Alex?»
Lui rise «A tuo padre non sta molto simpatico, no... ma diciamo che a me non da così fastidio che me l'abbia chiesto.» mi sorrise guardandomi... Sospirai. «Io sono già molto incasinata così, Christian... la mia vita è...»
Sorrise «Ok ok, ho capito, sarò solo un tuo amico... ma ricorda che io sono qui se hai bisogno di me» sorrisi «Grazie..»
«Dai vieni, ti porto in un posto che sicuramente già conoscerai...» rise e poco dopo arrivammo a un piccolo lago con un molo. Quel giorno splendeva il sole e sembrava un giorno di primavera o estate, era magnifico.
«Passavamo qui tutte le estati, mi ricordo. Ci facevamo il bagno e giocavamo a schizzarci» Risi e lui mi guardò «Vuoi rivivere i vecchi tempi?» spalancai gli occhi «Ma sarà gelata, e poi non ho nemmeno il costume!»
«Oh, andiamo!» disse spogliandosi. Aveva un fisico ammirevole, e quando restò solo con i boxer arrossii «Che c'è? Mai visto un ragazzo in mutande?» «Solo uno!» ammisi. Mi sorrise e si buttò. Quando riemerse, si tirò i capelli all'indietro; era molto bello. «Immagino sia quel famoso Alex...» disse... e sorrisi «Immagini bene.»
«Dai, andiamo! Buttati!» rise, e sorrisi anch'io. Mi spogliai con un po' di imbarazzo e poi mi buttai ridendo. Mi prese in braccio per sostenermi e io gli scompigliai i capelli «Ti voglio bene» dissi. «Anch'io!» sorrise lui.
Tornammo a casa troppo tardi, ed eravamo bagnati fradici «Vi siete divertiti, eh?» rise mio padre... ed io arrossii. «Ti aiuto domani papà, scusa!» «Non preoccuparti! Forza, preparati per la festa» annuii e mi feci una doccia. Ci stetti più del dovuto... stavo forse lavando i sensi di colpa? Continuavo a pensare ad Alex, ma in realtà avrei dovuto pensare a Blake. Uscii e mi vestii con un abito nero sorprendentemente trasparente. Mi ero fatta uno shampoo colorato, volevo cambiare. Perché no? E il risultato fu strabiliante, avevo una chioma rosso fuoco. Ma quel colore sarebbe durato solo un paio di giorni.

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Prima di uscire mi chiamò Kate «Lexie

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Prima di uscire mi chiamò Kate «Lexie...» sembrava preoccupata. «Kate, che succede?» «Alex» sospirai. «Ancora?» «Ti sorprendi? È innamorato di te, idiota... e sembra che tu lo prenda in giro. Prima lo baci e poi parti senza neanche dirglielo» «Io non lo sto prendendo in giro... è che...» «Non sai cosa vuoi» annunciò... ed io sospirai «Dov'è?» «Non c'è...» «Come non c'è? Non gli avrai detto...» «Ho dovuto farlo, cosa avrei potuto fare altrimenti? Stava impazzendo, ti stava cercando in tutto il campus. Ha chiamato tua madre e stava distruggendo tutto... Ora sta venendo da te...» chiusi la telefonata e fui grata di essermi fatta quello shampoo, così non mi avrebbe riconosciuta subito... e contai sull'antipatia di mio padre verso di lui; non gli avrebbe detto nulla.
«wow, sei... bellissima» sorrisi a Christian «Grazie, anche tu!» presi la mano di Christian «Andiamo!» disse... ed io lo seguii. Entrammo in una discoteca, c'era un chiasso infernale. «Vado a prendere da bere» mi disse... ed io annuii. Un tempo vivevo da quelle parti, ma ora mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
Iniziai a ballare. Dio, come ero ridicola! Un ragazzo iniziò a starmi dietro e a palparmi, probabilmente voleva provarci. Io lo guardai male e mi allontanai. Poco dopo lui mi seguì «Oh, basta! Hai rotto, cazzo!» dissi... e me ne andai sospirando. Ma che cosa avevano quei ragazzial posto del cervello, il testosterone?!
Christian tornò da me con un drink e iniziai a bere «Grazie mille» «Di niente» «Balliamo?» mi chiese. «Non sono così brava...» risposi. «Ma dai, vediamo!» rise e mi trascinò in pista. Con lui era molto più facile ballare.
Senza accorgermene si formò un cerchio intorno a me e dei ragazzi cercavano di trascinarmi all'interno; ero diventata paonazza. «No no!» mi allontanai, ma di nuovo il ragazzo di prima mi tirò a sé in mezzo al cerchio per strusciarmisi addosso. «Ho detto di no!» Mi allontanai, ma mi seguì ancora e a quel punto gli tirai un sonoro ceffone. Tutti si voltarono a guardarmi, ma io mi allontanai. «Ho bisogno di prendere una boccata d'aria.» dissi a Christian, che annuì restando a bocca aperta.
Sospirai uscendo dal locale e mi sedetti. «Dio...» sussurrai.
«Ti sei fatta notare là dentro, eh?»
Non lo guardai. «Alex...» «Pensavo che i capelli mi avrebbero dato più tempo...»
«Come se fosse possibile non notarti ugualmente! Mi piace questo colore, ma preferisco la mia vera Lexie, quella bionda.» sorrise e si sedette vicino a me. Era stranamente calmo e gentile, lo guardai «Non c'era bisogno che venissi qui, sto bene!» «Sei partita senza dirmi nulla, almeno un messaggio sarebbe stato gradito. Ma devo ammetterlo, te la sei cavata molto bene là dentro!» sorrisi «Ho un talento naturale per gli schiaffi!» dissi guardandolo «Me lo ricordo» rise. «A proposito di schiaffi, quelli là dentro se ne meriterebbero un paio... e il ragazzo del drink chi sarebbe?» «Non iniziare, Christian è un mio amico d'infanzia» dette quelle parole, proprio Christian uscì dal locale raggiungendoci «Lexie, stai... e tu chi sei?» disse rivolgendosi ad Alex, che rispose «Tu devi essere Christian» sorrisi e dissi «Lui è...» ma Christian mi precedette, diventando quasi serio e serrando la mascella. Che aveva ora? «Alex, suppongo...» Alex sorrise ignorandolo e si alzò in piedi. A quel punto mi alzai anch'io «Oh, bene... la mia fama mi precede...» .
«Ci vediamo a scuola, Lexie, meglio che vada...»
«Aspetta...»
«Mh?»
«Si è fatto buio, puoi restare a dormire da me...»
«Cosa?!» disse Christian. 
Alex lo guardò in cagnesco «Qualche problema?»
Sospirai e Christian distolse lo sguardo. A quel punto Alex parlò «Va bene, accetto volentieri!»
«Io me ne vado a casa, Lexie... So che domani ritorni a scuola. Ti verrò a salutare, ok?» sorrise... e sorrisi anch'io «Ci conto!»
Io e Alex stavamo tornando a casa.
«Come hai fatto a sapere dov'ero?» chiesi. 
«Me l'ha detto tuo padre.»
«Come? Non gli stai neanche simpatico...» dissi io non capendo. Lui sorrise.
«Beh, ora gli sto un po' più simpatico di prima. Abbiamo parlato e...» alzò le spalle. «E?» chiesi curiosa. «Non lo saprai mai!» rise scappando. «Oh, ma dai!» Lo rincorsi ridendo fino ad arrivare a casa. Mio padre stava dormendo. «Shh, zitto!» Per evitare complicazioni, lui andò a dormire nella stanza degli ospiti. «Buona notte» Ovviamente doveva prima farmi morire e si tolse la maglietta. Vidi il tatuaggio che aveva fatto per me l'anno scorso "Lexie". Lui seguì il mio sguardo che diventò malinconico e, quando capì, ritornò a guardarmi «So che sono un casino... ma è sempre stato qui, come te, vicino al cuore.» non ce la facevo. Dissi solamente «Notte» e andai a dormire.

INSANE LOVE(completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora