Vicini di casa

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Prompt: A è rimasto chiuso fuori casa e va a bussare a B




Roma in quei giorni era diventata invivibile. Probabilmente come ogni altra città nel periodo delle feste, ma oltre alle persone che erano a caccia dell'ultimo regalo, a Roma c'erano anche i turisti. Tanti turisti.

Centinaia di persone che, pur consapevoli che avrebbero visitato la città molto meglio se ci fossero andati in un qualsiasi altro periodo dell'anno, avevano scelto le vacanze di Natale.

Le strade erano diventate veri e propri fiumi di folla ed era impossibile riuscire a camminare. La metro era più affollata del solito, gli autobus passavano a ritmi ancora più lenti.

E Fabrizio ormai si era abituato a tornare a casa ogni giorno con fantasiose imprecazioni sulla punta della lingua, pronte a essere sputate fuori all'ennesima cosa storta della giornata.

Quasi sempre riusciva ad arrivare a casa trattenendo ogni tipo di insulto verso il genere umano. Ma quel giorno dubitava ci sarebbe riuscito.

Anche perché era chiuso fuori casa, senza chiavi. E le uniche persone che ne avevano una copia - i suoi genitori e suo fratello - non rispondevano al telefono.

"Ma vaffanculo!" esclamò appoggiandosi alla porta e scivolando verso il basso fino a sedersi a terra.

Riprese il cellulare e tentò di chiamare nuovamente sua madre.

Era certo che suo fratello non avrebbe risposto, visto che era abituato a tenere il telefono perennemente in modalità silenziosa e senza vibrazione, ma forse con sua madre avrebbe avuto più fortuna.

La donna rispose dopo qualche squillo e Fabrizio sospirò sollevato prima di dire: "Ma', sono rimasto chiuso fuori casa. Puoi portarmi le chiavi?"

E a quel punto, con la risposta di sua madre a quella domanda, nella mente di Fabrizio si formarono altre fantasiose imprecazioni.

Già, perché sua madre aveva scelto proprio quel giorno per andare fuori città e non sarebbe tornata prima di un paio d'ore.

A Fabrizio non restava che rimanere davanti alla porta ad aspettare. Cosa assolutamente fattibile, se si escludeva la finestra rotta del suo pianerottolo da cui entrava un vento gelido. Decisamente non sarebbe stata una buona idea aspettare lì.

Di male in peggio.

Chiuse gli occhi per un attimo, cercando di raccogliere le idee e trovare una soluzione, ma l'unica che gli veniva in mente era rifugiarsi nel bar sotto casa, che però a quell'ora era sicuramente pieno di studenti che facevano merenda dopo aver terminato l'ultimo giorno di scuola.

Riaprì gli occhi sbuffando scocciato e puntò lo sguardo davanti a sé.

Di certo gli inquilini dell'appartamento di fronte avevano più spirito natalizio di lui, vista l'enorme ghirlanda appesa alla porta.

Forse il loro spirito natalizio comprendeva anche aiutare un vicino di casa in difficoltà.

Fabrizio non li conosceva bene.

Sapeva che si trattava di due studenti fuori sede, conosceva i loro nomi - Ermal e Marco - e li aveva incrociati qualche volta, ma niente di più.

Beh, per quanto riguardava Ermal, incrociare forse non era il termine più corretto per descrivere il loro primo incontro, ma quella era un'altra storia.

Stringimi forte e baciami piano - metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora