Ti presento i miei

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Prompt: primo pranzo con i parenti in cui A presenta ufficialmente B come suo partner.






"Non sono più così sicuro che questa sia una buona idea."
Che tradotto significava: ma che cazzo stiamo facendo?
Una domanda che continuava a ronzare nella testa di Ermal da quando si era svegliato quella mattina e si era accorto di che giorno fosse.
23 dicembre. Ovvero il giorno in cui Fabrizio lo avrebbe presentato ufficialmente alla sua famiglia come suo fidanzato.
Avevano riflettuto a lungo prima di prendere quella decisione, domandandosi quando e se sarebbero mai stati pronti per quel passo. Poi, quando Giada aveva fatto notare a Fabrizio che ormai tutti sapevano della loro relazione anche se lui non aveva mai detto niente di ufficiale, si erano decisi.
Fabrizio aveva organizzato una cena a casa sua per l'occasione, anche con lo scopo di festeggiare il Natale un po' in anticipo visto che il giorno seguente Ermal sarebbe andato a Bari dalla sua famiglia e avrebbero trascorso le feste separati. Aveva invitato Giada, i bambini, suo fratello, sua sorella e i suoi genitori.
Ermal in realtà conosceva già tutti, anche se in modo del tutto informale.
Aveva conosciuto Giada e i bambini durante i primi tempi della collaborazione con Fabrizio, aveva incontrato Filippo al festival di Sanremo e aveva conosciuto Romina e i genitori di Fabrizio quando era stato suo ospite al concerto allo Stadio Olimpico.
Ma in tutte quelle occasioni non si erano scambiati più di qualche convenevole ed Ermal era sempre stato presentato come un collega, al massimo come un amico.
Di certo per la famiglia di Fabrizio non sarebbe stata una sorpresa trovare Ermal a cena con loro, Fabrizio aveva detto a tutti da tempo ormai che avevano una relazione.
Ma Ermal era comunque terribilmente agitato perché per la prima volta lo avrebbero guardato con occhi diversi, analizzato ed esaminato come ogni famiglia scruta il nuovo partner di una persona cara.
"Non dirmi che ti stai facendo prendere dal panico" disse Fabrizio mentre metteva l'ultimo piatto a tavola.
"Forse."
Fabrizio si voltò verso il compagno, notando lo sguardo di puro terrore e le mani che tremavano.
Lo raggiunse rapidamente prendendogli le mani tra le sue e disse: "Ermal, è solo una cena con la mia famiglia. Sono persone che conosci da tempo, andrà tutto bene."
E razionalmente, Ermal sapeva che Fabrizio aveva ragione. Ma crederci era un po' più difficile.




Fabrizio aveva avuto ragione. Almeno fino a un certo punto.
La serata era davvero iniziata nel migliore dei modi. Tutti si erano mostrati cordiali nei confronti di Ermal e felici di vederlo.
Aveva chiacchierato senza problemi con tutti, addirittura aveva giocato con i bambini quando si era accorto che si stavano annoiando. Aveva aiutato Fabrizio in cucina, aveva servito gli ospiti come se fosse stato lui stesso il padrone di casa.
E forse era stato proprio quel dettaglio che aveva scatenato la piccola tempesta che era scoppiata al termine della cena.
"Allora, Ermal" aveva esordito la madre di Fabrizio, mentre il figlio si era allontanato per un attimo per preparare il caffè. "Quando hai intenzione di trasferirti a Roma?"
Ermal si era irrigidito all'istante di fronte a quella domanda, non avendo la minima idea di come rispondere.
Lui e Fabrizio non avevano mai parlato dell'eventualità di vivere insieme, anche se ormai si frequentavano da parecchio tempo.
Era scontato che quando avrebbero deciso di fare quel passo, sarebbe stato Ermal a trasferirsi.
Fabrizio non avrebbe mai potuto allontanarsi dai suoi figli ed Ermal non era minimamente intenzionato a chiederglielo.
Però non ne avevano mai discusso.
Ermal era nel mezzo di un nuovo progetto e almeno fino all'ultimazione del nuovo album avrebbe dovuto restare a Milano, quindi trasferirsi da lì a breve sarebbe stato impensabile.
Fabrizio, d'altra parte, non aveva mai nemmeno pensato ad affrontare l'argomento. Un po' per paura che Ermal gli dicesse di non essere d'accordo, e un po' perché in quel momento le cose stavano andando bene e temeva di rovinare il loro già precario equilibrio.
Ermal svuotò il contenuto del suo bicchiere, sperando che il vino lo aiutasse a rispondere, poi si schiarì la voce e disse: "In realtà, almeno per il momento, non ho in programma di trasferirmi."
La donna aggrottò la fronte. "Quindi i vostri programmi quali sono? Continuare a vivere in città diverse e vedervi quando avete tempo, come farebbero due adolescenti?"
Non lo aveva detto con cattiveria, Ermal ne era certo.
Era solo curiosa e forse un po' preoccupata che suo figlio, ormai ultra quarantenne, si comportasse come un ragazzino.
Ma Ermal non aveva potuto evitare di sentirsi toccato e un po' offeso da quella frase.
"I miei programmi comprendono il restare a Milano ancora per un po'" iniziò a dire Ermal, calcando volutamente sull'aggettivo possessivo. "I programmi di Fabrizio credo che, per il momento, si adegueranno ai miei."
La madre di Fabrizio non ebbe tempo di replicare, interrotta dall'arrivo del figlio.
Fabrizio posò il vassoio con le tazzine sul tavolo, rendendosi conto immediatamente che era cambiato qualcosa in quei pochi minuti in cui si era allontanato dalla sala da pranzo.
"Che succede?" chiese passando le tazzine agli ospiti e mettendo la zuccheriera in mezzo al tavolo.
"Niente" rispose Ermal, intenzionato a chiudere quel discorso.
La madre di Fabrizio però sembrava non essere della stessa opinione.
"Ho semplicemente chiesto a Ermal quando si sarebbe trasferito qui. Mi sembrava una domanda ovvia, visto che ormai la vostra relazione è ufficiale."
Fabrizio sgranò gli occhi e si voltò verso Ermal, il quale aveva abbassato lo sguardo cercando di sfuggire alle sue occhiate.
Si sentiva in colpa perché sapeva che da come aveva risposto un attimo prima, sembrava che mettesse il suo lavoro prima di Fabrizio. Non era così.
Fabrizio sarebbe sempre stato al primo posto nella lista delle priorità di Ermal, ma non poteva nemmeno buttare all'aria tutto ciò che aveva costruito.
"Mamma, io ed Ermal non abbiamo ancora parlato di vivere insieme. E sarebbe carino se affrontassimo questa discussione tra noi, prima che con tutta la mia famiglia. Non credi?" disse Fabrizio, allungando una mano sotto il tavolo e appoggiandola sulla coscia di Ermal.
Un semplice gesto per fargli capire che era lì con lui, che lo sarebbe sempre stato.
"Certo. Scusa, non volevo sembrare invadente. Ero solo curiosa" rispose lei.
"Se e quando decideremo di andare a vivere insieme, sarai la prima a saperlo" disse Fabrizio. Poi si voltò verso il resto della sua famiglia e, come se non fosse successo assolutamente nulla, disse: "Qualcuno vuole un'altra fetta di torta?" 





Quando finalmente Fabrizio richiuse la porta dopo che gli ospiti erano andati via, Ermal sospirò sollevato.
Tutto sommato era stata una serata piacevole ed Ermal andava d'accordo con la famiglia di Fabrizio, ma dopo la breve discussione con sua madre si era creato un clima di tensione difficile da sopportare.
Avrebbe dovuto essere una serata tranquilla, un modo per passare un momento tutti insieme, e invece aveva finito per essere la classica cena imbarazzante con i parenti.
"Mi dispiace per mia madre" disse Fabrizio, tornando a sedersi accanto a Ermal.
Il più giovane scosse la testa e abbozzò un sorriso. "Non ha fatto niente di male. Era solo curiosa di sapere come avremmo gestito le cose, e posso capirla. In fondo è pur sempre tua madre ed è normale che voglia sapere come hai intenzione di vivere la tua vita."
"Sì, ma non è normale che si intrometta così tanto e che pretenda di poter dare dei giudizi sul modo in cui decidiamo di vivere questa relazione" rispose Fabrizio.
Sapeva che sua madre era semplicemente interessata alla sua vita, che se aveva dato dei giudizi non lo aveva fatto per essere scortese, ma Fabrizio non poteva evitare di pensare che in quel modo Ermal si fosse sentito a disagio ed era l'ultima cosa che voleva. Soprattutto in una serata come quella, in cui la sua famiglia avrebbe dovuto accogliere Ermal e non metterlo in soggezione.
"Non credo di aver fatto una buona impressione" disse Ermal sbuffando.
E pensare che tutto ciò che aveva voluto per quella serata era fare una buona impressione sulla famiglia del suo fidanzato.
Fabrizio gli passò una mano tra i capelli in modo affettuoso. "Certo che hai fatto una buona impressione. E anche se non fosse così, non mi interessa. Tu stai con me, non con la mia famiglia."
Ermal sorrise e attirò Fabrizio a sé, baciandolo lentamente.
Forse la serata non era andata come aveva sperato, ma alla fine aveva ottenuto qualcosa di molto più importante: la certezza che finché Fabrizio lo avrebbe amato, tutto ciò che pensavano gli altri non contava affatto.







Spazio autrice: 

Non ho molto da dire su questa storia, in realtà non credo nemmeno abbia molto senso. Però ci stiamo avviando alla fine e volevo qualcosa di tenero e leggero.

Tra l'altro ho di nuovo problemi con internet a casa (credo si sia notato dalla pessima formattazione del testo che sto postando dal cellulare e non dal computer come al solito) e in più mi porto dietro la stanchezza del viaggio di questo weekend. Non so come mi sia saltato in mente di andare in pullman fino a Strasburgo. Quindi sappiate che ho pubblicato senza rileggere perché non sono proprio nelle condizioni di farlo e mi scuso se troverete degli errori.

A domani per l'ultima OS di questa raccolta :) 

Stringimi forte e baciami piano - metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora