Natale a Lisbona

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Prompt: volo cancellato alla vigilia. A e B devono rimanere in una città che odiano, ma la città saprà sorprenderli.




Tra tutte le cose che potevano succedere, quella era senza dubbio la peggiore. Almeno per Ermal.

Ma d'altra parte, con il maltempo che da giorni si era abbattuto sull'intera Europa, bisognava ammettere che tutto quel dramma fosse quanto meno prevedibile.

E pensare che era iniziato tutto nel migliore dei modi.

Non doveva essere altro che una partecipazione a un evento a cui erano stati invitati artisti da tutta Europa che avevano in qualche modo contributo a qualche causa importante.

Ermal e Fabrizio erano stati invitati a esibirsi insieme con la loro canzone, nonostante fosse ormai passato qualche anno dalla loro vittoria a Sanremo e nonostante tra loro fossero cambiate parecchie cose. Forse troppe.

L'ultima volta che erano stati a Lisbona - era ironico che quell'evento si svolgesse proprio nella sala congressi dell'albergo in cui avevano alloggiato durante l'Eurovision - non erano altro che due colleghi, due amici.

Proprio l'ultima sera in cui erano stati a Lisbona, erano diventati qualcosa di più. E quel qualcosa di più era andato avanti per mesi, fino a quando il peso di una relazione clandestina era diventato troppo da sopportare e avevano deciso di lasciarsi.

Erano riusciti a mantenere un rapporto amichevole, però, e quindi per nessuno dei due era stato un problema partecipare insieme a quell'evento.

Questo però non significava che Ermal gioisse all'idea di dover restare a Lisbona più del necessario perché il loro volo era stato cancellato.

"La puoi smettere di passeggiare avanti e indietro? Inizi a essere fastidioso."

Ermal si fermò all'istante e si voltò verso Fabrizio. "Scusa tanto se i miei passi ti disturbano."

"Non sono i tuoi passi che mi disturbano. È il tuo essere così agitato per qualcosa per cui non possiamo fare nulla. Camminare avanti e indietro per tutto l'aeroporto non farà smettere di nevicare e non farà improvvisamente apparire un aereo per tornare a casa" disse Fabrizio con tranquillità.

Se ne stava accasciato su una sedia, con il cellulare tra le dita e un'espressione serena stampata in faccia.

Ermal per un attimo invidiò la sua calma. Lui invece voleva solo tornare a casa e allontanarsi il più possibile da lui. E da Lisbona.

Aveva creduto di aver accantonato i suoi sentimenti, di averli addirittura superati. E invece era bastato stare qualche giorno nella città in cui era iniziato tutto per rendersi conto che era ancora innamorato di Fabrizio e che probabilmente non avrebbe mai smesso di amarlo.

Sentiva il bisogno di allontanarsi da lui al più presto, di andarsene da Lisbona, magari di chiudersi nel suo studio a Milano, lontano da tutto e tutti.

E invece era bloccato lì, il 24 dicembre, costretto a trascorrere il Natale con l'uomo che amava ma con cui non stava più insieme da tempo.

Si sedette a qualche sedia di distanza e sbuffò scocciato.

Poi si voltò verso Fabrizio e disse: "E allora cosa proponi?"

Erano obbligati a restare a Lisbona almeno per le prossime ventiquattro ore, tanto valeva occupare il tempo.

Fabrizio sorrise - uno di quei sorrisi belli, di quelli che fanno venire voglia di sorridere a propria volta senza nessun motivo - e si alzò.

Si piazzò di fronte a Ermal e tese la mano verso di lui. "Posso portarti in un posto?"

Stringimi forte e baciami piano - metamoro one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora