Capitolo 3

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3.


Max era ormai più che sicuro che, senza l'aiuto di Spring, si sarebbe impiccato nel giro di una settimana. Forse anche meno, a ben vedere, mentre il suo sguardo si posava affascinato - quanto inorridito - di fronte all'ampia scelta tra dolci, pasticcini e fondenti che la pasticceria in cui si trovava stava proponendo al suo sguardo inesperto.

Cos'erano mai, le cialde? O la glassa? E lo zucchero colorato? O la crema Chantilly?

No, non ce l'avrebbe fatta di sicuro.

Conosceva i propri limiti, e i dolci ne facevano parte integrante. Lui neppure li mangiava, i dolci!

Poteva cavarsela con uova strapazzate e bacon, ma che non gli chiedessero di riconoscere la differenza tra una spuma di cioccolato o del fondant – dove aveva sentito, tra l'altro, quella parola?! –, perché sarebbe caduto nel panico più totale.

Spring, invece, sembrava a suo agio in quel mondo fatto di marzapane, di Pan di Spagna e roselline di zucchero e, a ben guardarla, appariva adorabile in quello scenario di torte meravigliosamente costruite.

Era più che certo che, se l'avesse assaggiata, l'avrebbe scoperta dolce e saporita tanto quanto i campioncini di bignè che aveva sbocconcellato quel pomeriggio, tra una telefonata e l'altra.

Il che era imbarazzante quanto assurdo da pensare.

Conosceva quella donna da quarantotto ore, e già pensava di mangiarsela? Che gli prendeva?

D'accordo, era bella.

D'accordo, era spigliata e affascinante.

E d'accordo, lui era un uomo sano e di ottimi gusti, e lei si prestava davvero per essere mangiata, seppur in senso lato.

Ma cavoli! Cosa sapeva di lei, a parte che era una fiorista, una donna piacente e simpatica, e che aveva un occhio speciale per le belle cose?

Ben poco.

Lui non era affatto un uomo che si buttava a pesce in una potenziale relazione, almeno non senza sapere almeno l'ABC della propria compagna.

Non voleva ritrovarsi in casa un'assassina, o una maniaca mangiauomini, e solo perché non aveva perso almeno un paio di minuti a tentare di capire chi voleva portarsi a letto.

Perché, inutile girarsi intorno, una mezza idea se l'era fatta.

Sarebbe stato da ipocriti non ammetterlo almeno con sé stessi, e lui non era un ipocrita, almeno tanto quanto era un uomo con sani e robusti appetiti.

Appetiti a cui, tra l'altro, aveva fatto mancare materia prima da un bel po' di tempo a questa parte, a ben pensarci.

Forse era per questo che stentava a non divorare con lo sguardo Spring. A causa di un'astinenza prolungata.

Al tempo stesso, però, si sentiva un idiota al solo immaginarsela stesa sotto di lui, fremente per i suoi baci e le sue carezze.

Doveva assolutamente smetterla di immaginarsela svestita o, prima o poi, sarebbe incappato in un errore clamoroso.

O, peggio ancora, Winter o Summer – soprattutto Summer – si sarebbero accorti degli sguardi lascivi che, sapeva, un giorno o l'altro gli sarebbero sfuggiti.

«Andiamo?» si intromise Spring, sbalzandolo con una sola parola dal suo mondo immaginifico.

Sobbalzando leggermente, lui annuì lesto e la donna, sorridendogli divertita, lo prese sottobraccio per uscire dal negozio di dolci e si incamminò con Max lungo il marciapiede per raggiungere l'auto dell'uomo.

Flower of Beltane -  Volume 2 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora