Capitolo 7

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Mancava una settimana a Beltane, al loro trentacinquesimo compleanno, e ancora Spring non aveva buttato giù una lista di ciò che le sarebbe servito per officiare il rito della Rinascita.

Ringraziare la Madre Terra per i suoi frutti generosi era innanzitutto compito suo, come Guardiana della Terra, eppure non aveva trovato un attimo di tempo per dedicarsi a quell'occupazione più che importante.

Summer era partita per un brevissimo viaggio verso la penisola di Cascadia, nello Stato di Washington e, nella peggiore delle ipotesi, sarebbe tornata da Seattle la sera prima dell'evento, perciò non poteva contare sul suo aiuto.

Studiare – e frenare – i movimenti tellurici di quella faglia, consentendo così alla gemella di rimanere a darle una mano, sarebbe stato oltremodo meschino. E molto, molto rischioso.

Teoricamente, avrebbe potuto farlo, poiché percepiva perfettamente il sommovimento di ogni zona tettonica terrestre. Primariamente però, le sarebbe servito l'aiuto stesso di Summer, visto che si trattava anche di zone magmatiche, che erano di sua competenza. Secondariamente, se avesse bloccato quella zolla, un'altra si sarebbe mossa, e con maggior violenza.

No, meglio lasciar perdere e preparare la festa da sola.

Winter, comunque, le aveva domandato cortesemente se lui o Kimmy potessero darle una mano, ma lei aveva rifiutato altrettanto cortesemente, sicura di poter fare ogni cosa con le sue sole forze.

Mai assurdità era stata così grande.

Non solo doveva recarsi ogni giorno all'appartamento della gemella per innaffiare le sue piante – perché si era offerta di farlo? – ma doveva badare al negozio con il solo ausilio di Beth.

Justine si era rotta un piede scivolando sulla proverbiale buccia di banana.

Quando gliel'aveva detto, non aveva potuto fare a meno di ridere, ma aveva smesso ben presto quando si era ricordata che, in quel periodo, sarebbero iniziate le cerimonie legate alle comunioni e alle cresime cristiane.

Il che voleva dire fiori, fiori, e ancora fiori da portare in ogni chiesa del circondario, o nelle case dei suoi clienti più facoltosi.

Tra lei e Beth, sarebbe stata una vera sfacchinata. Ma il vero, unico problema, era uno e uno solo.

Dal giorno in cui lei e Max avevano litigato così furiosamente dinanzi alla Parker Inc., Spring non l'aveva più visto né sentito, ed erano passate quasi due settimane.

Certo, era molto probabile che lui fosse subissato di lavoro – quel suo maledetto cellulare suonava mille e più volte al giorno – e che i preparativi per il matrimonio del fratello lo tenessero più che impegnato, però...

Il campanellino d'argento appeso alla porta d'entrata del negozio tintinnò allegro e lei, sollevando il viso dalla rivista che stava sfogliando distrattamente, si aprì in un sorriso di circostanza, già pronta a servire il prossimo cliente.

«Buongiorno... cosa posso...»

Bloccandosi a metà della frase non appena inquadrò la persona che aveva varcato la soglia, Spring si chiese se i suoi desideri inespressi avessero materializzato dinanzi a lei lo spettro di Max.

A ben guardare, però, non le parve affatto un'apparizione ultraterrena.

Era maledettamente reale.

Spring batté le palpebre diverse volte, vagamente confusa, mentre lui avanzava con un cestino in una mano e un sorriso imbarazzato stampato in faccia.

Flower of Beltane -  Volume 2 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora