Capitolo 11

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Sapeva che quel che stava facendo somigliava, e molto, allo stalking, ma voleva sapere ogni cosa e, di certo, non avrebbe mai chiesto lumi a Spring. Era più che sicuro che si sarebbe trincerata dietro mille muri silenziosi, e l'avrebbe tenuto al di fuori dei suoi pensieri.

Come per Beltane.

Si era dovuto rivolgere a Winter per avere qualche dritta e, quando lui ne aveva fatto accenno, Spring si era visibilmente irrigidita.

Cosa non voleva che sapesse? Perché non si fidava di lui?

Il solo pensiero che la donna che amava non potesse ritenerlo degno della sua fiducia, lo fece irritare all'inverosimile.

Amava.

Già, perché era inutile negarlo. Per nessun'altra si sarebbe dato così da fare, si sarebbe infuriato tanto e avrebbe rischiato l'arresto, pur di arrivare alla verità. Ma non poteva amare completamente una donna che non conosceva appieno, pur se il suo cuore sembrava infischiarsene di ciò che la testa gli stava urlando.

Lui voleva Spring nella sua vita, senza se e senza ma, e Max avrebbe anche potuto dargli retta, sulle prime. Sapeva, però, che se quei silenzi fossero perdurati tra di loro, la ragione avrebbe avuto ben presto il sopravvento, e questa gliel'avrebbe fatta odiare.

Cosa che non voleva assolutamente.

In qualche modo, quindi, avrebbe scoperto ogni cosa.

Restare abbastanza calmo da non prendere a calci il bidone dell'immondizia, dietro cui si era nascosto per tenere d'occhio l'uscita del palazzo dove abitava Summer, fu comunque arduo.

Fremeva d'impazienza, ed era stanco di aspettare lì acquattato come un borseggiatore da quattro soldi.

Grazie ai buoni uffici della madre, che in qualche modo aveva saputo dove dimorava la gemella di Spring, Max aveva ideato quel piano per aggirare l'ostacolo e giungere alla fonte del vero sapere. Gli era parsa abbastanza sorpresa di questo suo improvviso interesse per Summer ma, saggiamente, era rimasta in silenzio.

Lui, ovviamente, aveva apprezzato, ma non le aveva fornito alcuna spiegazione. Doveva sbrigarsela da solo, o si sarebbe tagliato le palle, piuttosto che chiederle aiuto in quella spinosa faccenda di cuore.

Ora, appostato in attesa che scendesse per recarsi al lavoro, Max si sentiva un autentico idiota, ma non aveva intenzione di stressare ulteriormente l'animo di Winter con le sue domande.

Summer era l'ultima risorsa che gli rimaneva, visto che Spring faceva la reticente e di Autumn non sapeva un accidenti di nulla.

Quando infine la vide apparire oltre la porta a vetri del lussuoso palazzo dove possedeva un loft, si avviò verso di lei ammirandone la camminata spigliata e sicura, l'incedere aggraziato e la lunga chioma rossa abbandonata al vento.

Era sexy da morire, eppure non gli faceva dimenticare neppure per un momento la grazia delicata di Spring, o i suoi sorrisi deliziosi.

Okay, era bell'e spacciato, lo sapeva. Ma gli stava anche bene, fino a un certo limite.

Doveva solo scoprire come farla recedere dai suoi silenzi e, a quel punto, avrebbe ammesso tutto con lei.

Nel tentare di affiancare Summer – cavoli, che razza di falcata! – Max notò che, quella mattina, la donna aveva indossato comodi jeans, una felpa scura e scarpe da ginnastica.

Flower of Beltane -  Volume 2 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora